27 settembre 1917: addio a Degas, il poeta delle ballerine

27 settembre 1917

Edgar Degas è stato uno dei pittori più importanti della scuola impressionista; rientra, difatti, tra i fondatori, nonostante si considerasse un realista indipendente. 

Edgar Degas fino al 27 settembre 1917 

Edgar Degas è nato a Parigi il 19 luglio 1834 da una famiglia di artisti ed il padre banchiere.  
Grazie al sostegno dei genitori borghesi e di uno stile di vita agiato, egli fin da giovane riuscì a coltivare delle innate ispirazioni artistiche presso l’École des Beaux Arts di Parigi, che gli permise di entrare in contatto con rinomati maestri dell’epoca quali Louis Lamothe e Jean Auguste Dominique Ingres.  

Le influenze di ambo gli artisti rimarranno sue per tutta la vita, riuscendo ad incastrarle omogeneamente all’ammirazione che egli provava per Delacroix.  
È possibile notare, infatti, come la sua pittura si evolva: inizialmente rimase legata all’arte prettamente accademica, per poi evolversi verso temi meno tradizionali. 

Percorrendo le strade di Parigi egli ne rimase affascinato al punto da voler raffigurare scene prettamente della vita quotidiana, ad esempio cafè, spettacoli di teatro o di moda. 

Nonostante l’evoluzione dei soggetti all’interno delle sue opere, si rivela costante la capacità di catturare il movimento e la luce attraverso pennellate rapide e spontanee, da cui è percepibile l’immediatezza delle emozioni. I colori sono audaci, forti, e talvolta opposti tra loro. 

Tutti elementi che permasero nel suo stile nonostante i numerosi viaggi dall’artista del 27 settembre 1917: prima un soggiorno a Roma che lo mise in contatto per la prima volta con l’arte italiana, in particolare Raffaello e Botticelli, allo scopo di studiare l’arte antica e i maestri del Rinascimento. 

Continua a Napoli, quando soggiorna dal nonno presso il Palazzo Pignatelli di Monteleone e durante il quale dà vita ai suoi primi grandi ritratti, come Il ritratto di famiglia, e ancora a New Orleans, viaggio intrapreso col proprio fratello, dove dipinge i suoi primi quadri: Alessandro e il bucefalo, le Giovanette di Sparta o le Sciagure d’Orléans.  

Edgar Degas: dall’Impressionismo al 27 settembre 1917 

Verso la fine del 1865 Edgar Degas si legò ad un gruppo di artisti che periodicamente si riunivano al Cafè Guerbois. Essi, capitanati da Éduard Manet, avevano lo scopo di esprimere la propria arte senza limiti. È così che nacque la rivolta contro l’accademismo. 

Inizialmente egli continuò ad esporre le proprie opere ai Salons ufficiali, con Le Femme aux mains Jointes, ritratto di M.me Camus, l’Orchestra e la Donna con crisantemi, ma ciò non durò poi a lungo. 

Il gruppo sopracitato, capitanato da Manet e formato da Monet, Renoir, Cézanne, Picasso e tanti altri, era mosso dal desiderio di libertà d’espressione. 

Si rinnegava la rigidità dei Salons, e di conseguenza nacque in loro la volontà di disertare le esposizioni ufficiali laddove boicottati, ed esporre autonomamente le proprie opere.  

È così che nasce il movimento impressionista, non tanto perché riunisse i suoi membri data l’omogeneità di stile, ma per uniformità di intenzioni: spezzare le regole, ribaltare la rigidità scolastica ed esprimere ognuno a proprio modo la visione della realtà. 

Tale corrente artistica si basa sull’idea per cui la percezione della realtà non può essere esente dall’impressione che ognuno di noi ha della realtà stessa.  

Degas, al suo interno, era noto per essere un solitario, che spesso ignorava i circoli sociali organizzarti dai suoi colleghi; difatti la scelta di rimanere prettamente in solitudine e quindi di lavorare all’interno del suo studio, non adottando mai il metodo en plein air, è chiara: i soggetti dei suoi quadri sono prettamente illuminati da una luce artificiale, e sono spesso rappresentati in luoghi chiusi. 

Al contrario dei suoi colleghi, per il quale il bianco e il nero venivano considerati non colori, Degas non rinunciava ad essi, ed anzi si serviva della fotografia, nata proprio in quegli anni, per catturare il momento e rappresentarlo nel dettaglio all’interno del suo studio. Non è un caso, infatti, che i suoi dipinti abbiano ritagli fotografici. 

Un chiaro esempio di tali caratteristiche è l’Assenzio, lontano dallo stile poetico e vivace del gruppo, e anzi, molto più cupo e tetro. 

L’artista del 27 settembre 1917 apportò numerose innovazioni al movimento impressionista che andarono a rompere definitivamente con la scuola tradizionale. 
Tra queste la lavorazione degli scorci arbitrari, ad intendere l’esposizione di evidenza e rilievo di una data immagine, da accentuare tramite l’illuminazione a gas, i lumi delle ribalte e i lampioni multicolori.  

Ciò è perfettamente visibile in uno dei suoi quadri più rinomati: Le Ballerine. 

La decisione di voler ritrarre tali soggetti è sicuramente economica, perchè in voga in quegli anni, ma anche legata alla volontà del pittore di raffigurare il movimento.  
Non solo, egli si rivela essere particolarmente attento a tutto ciò che avviene prima di andare in scena, ed è per tale ragione che spesso tali danzatrici assumono volti stanchi o goffi nelle sue rappresentazioni. 

Degas, in questo modo, ha portato alla luce tutto ciò che avviene dietro uno spettacolo: dalle prove, al riscaldamento, a riprova della versatilità delle prime che possono assumere pose più spontanee o meno artificiose in base all’occasione.  
  
Ne emerge un’eterogeneità di origini: dalle più nobili alle più umili, che vedevano in tali occasioni delle vere e proprie possibilità di riscatto sociale. 

Una in particolare è conosciuta per aver posato proprio per il pittore del 27 settembre 1917: Marie Geneviève van Gothem. 

Col desiderio di diventare una étoile, ella debutta sul palcoscenico nel 1880, il che le permette di farsi conoscere, diventando la modella preferita dell’artista.  È così che si presta per essere da lui raffigurata per la scultura Le petite danseuse de 14 ans.  
Ella appare minuta, la testa leggermente piegata, lo sguardo stanco e le gambe in quarta posizione. 

Nonostante le critiche di quei tempi che la consideravano un’opera adatta ai musei di antropologia, essa oggi è esposta alla National Gallery of Art di Washington.  

La giovane Marie appare anche in una delle opere più famose di Degas, La lezione di danza, raffigurandosi per la fanciulla seduta sul pianoforte intenta a grattarsi la schiena. 

Tutte le ballerine raffigurate, comunque, sono catturate in attimi relativi alla naturalezza del momento, tra chi si fa aria col ventaglio o chiacchiera con un’amica o si riscalda in attesa di iniziare nuovamente le prove. 

Tale dipinto è stato realizzato in ben due anni, e seppur il lungo lasso di tempo trascorso, ne evince una rappresentazione di un’istantanea fotografica. 

Degas cominciò a cessare di esporre nel 1893 a causa della misantropia che aumentò la malattia agli occhi.  

Egli si spense il 27 settembre 1917, ma ancora oggi è ricordato come egli stesso citò: mi chiamano il poeta delle ballerine; non capiscono che per me la ballerina è un pretesto per rappresentare il movimento. 

Fonte Immagine Articolo “27 settembre 1917: un addio al poeta delle ballerine”: Wikipedia

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A proposito di Marianna Piroddi

Classe 1998, nata e cresciuta a Napoli. Da sempre amante della scrittura, sento di aver vissuto in più mondi: dalla musica, all’arte, fino ad arrivare al cinema, alle serie tv e ai libri. Tutti estremamente importanti per la realizzazione della mia persona, senza la quale non avrei potuto viaggiare e vivere più vite simultaneamente. Da poco laureata magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università la Sapienza di Roma.

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