Nella mitologia greca Rea è considerata la dea della fertilità e della maternità. La sua figura è spesso identificata con l’antica divinità anatolica Cibele, dea della terra e madre universale. Una contiguità tra le due dee è evidente nelle rappresentazioni artistiche: così come Rea, anche Cibele è stata spesso ritratta su un carro trainato da due leoni. Nata dall’unione di Urano (il cielo) e Gea (la terra), Rea faceva parte dei dodici Titani, le antichissime divinità che simboleggiavano le forze primordiali della natura. Approfondiamo insieme la sua storia.
Indice dei contenuti
Attributo | Descrizione |
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Genitori | Urano (cielo) e Gea (terra) |
Consorte e fratello | Crono (dio del tempo) |
Figli (i primi Olimpi) | Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus |
Simboli principali | Leoni, luna, cigno, corona turrita |
Corrispettivo romano | Opi (o Ops), dea dell’abbondanza |
Il mito di Rea: la sposa di Crono e madre degli dei
Nella mitologia greca Rea è una titanide, sorella e moglie di Crono. Dalla loro unione nacquero i primi sei dei dell’Olimpo: Ade, Demetra, Era, Estia, Poseidone e Zeus. I figli di Rea, tuttavia, erano accomunati da un tragico destino: venivano divorati dal padre Crono, re dei Titani, a causa di una profezia rivelatagli da Urano, secondo cui sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi stessi figli.
Il piano per salvare Zeus
Stremata dal vedere i propri figli morire, Rea decise di salvare almeno l’ultimo, Zeus, chiedendo aiuto ai propri genitori. Questi le consigliarono di partorire in segreto sull’isola di Creta. La dea si rifugiò quindi nella grotta di Psychro, sul Monte Ditte. Secondo il mito, per alleviare i dolori del parto, Rea immerse le dita nel terreno, dando vita ai Dattili, creature che l’aiutarono a mettere al mondo il futuro re degli dei. Dopo il parto, la dea mise in atto il piano ai danni di Crono: quando il titano la raggiunse per divorare anche l’ultimo nato, Rea gli consegnò una pietra avvolta in fasce. Crono cadde nell’inganno e la ingoiò, permettendo a Zeus di crescere al sicuro. Anni dopo, Zeus, con l’aiuto dei Ciclopi e degli Ecatonchiri, detronizzò il padre durante la grande battaglia nota come Titanomachia, costringendolo a rigurgitare i fratelli e le sorelle.
Il culto della dea Rea e il sincretismo con Cibele e Opi
Il culto di Rea era associato a zone montuose, in particolare quelle della Frigia e della Lidia, nell’attuale Turchia. Questa localizzazione geografica ha favorito la sua fusione con la figura di Cibele, la “Grande Madre” anatolica, il cui culto era caratterizzato da riti orgiastici e processioni, come descritto anche dall’Enciclopedia Britannica. Nella mitologia romana, invece, la storia della dea Rea la portò ad essere assimilata alla dea Opi (Ops in latino), sposa di Saturno (il corrispettivo di Crono) e divinità che personificava la terra e l’abbondanza agraria.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 10/09/2025