Età vittoriana: storia, società e contraddizioni di un’epoca

età vittoriana

L’età vittoriana, un periodo storico che prende il nome dalla regina Vittoria, sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dal 1837 al 1901, e imperatrice dell’India dal 1876, rappresenta un’epoca di grandi trasformazioni, contraddizioni e progresso. Durante il suo lungo regno, la Gran Bretagna consolidò la sua posizione di potenza imperialista, vivendo una fase di espansione coloniale, sviluppo industriale e cambiamenti sociali senza precedenti.

La regina Vittoria e l’ascesa dell’Impero britannico

Vittoria, figlia di Edoardo, duca di Kent, e nipote di re Giorgio III, salì al trono a soli 18 anni. Rimasta orfana a pochi mesi dalla nascita, ricevette un’educazione rigorosa sotto la guida del tutore Leopoldo di Sassonia (poi re del Belgio). Inizialmente vicina al partito whig (liberale) grazie all’influenza di Lord Melbourne, il suo primo ministro, la regina modificò il suo orientamento politico dopo il matrimonio nel 1840 con il cugino Alberto di Sassonia. Il principe consorte ebbe un ruolo significativo nel plasmare la visione politica di Vittoria, orientandola verso posizioni più conservatrici.

La regina, profondamente influenzata dal marito, cercò di esercitare un ruolo attivo nella politica estera britannica, entrando spesso in conflitto con i suoi primi ministri, in particolare con H. Palmerston e, successivamente, con W.E. Gladstone. Tuttavia, il sistema politico britannico, caratterizzato da una forte tradizione parlamentare, limitò il potere effettivo della monarchia. La vita politica dell’epoca fu segnata dall’alternanza tra i whigs (liberali), guidati da figure come Palmerston e Gladstone, e i tories (conservatori), guidati da Disraeli, che introdusse importanti riforme sociali.

Riforme sociali e contraddizioni nell’età vittoriana

Nonostante l’apparente stabilità e il benessere economico, l’età vittoriana fu caratterizzata da profonde contraddizioni sociali. Mentre le classi più abbienti vivevano nel lusso, nell’eleganza e nella fiducia nel progresso, gran parte della popolazione, in particolare la classe operaia, affrontava condizioni di vita estremamente difficili.

La morale puritana e la vita quotidiana delle classi agiate

La società vittoriana delle classi medie e alte era permeata da una morale puritana e severa. Il padre era la figura dominante della famiglia, mentre le donne erano relegate a un ruolo subordinato, con il compito di occuparsi della casa e dell’educazione dei figli. L’abbigliamento femminile era estremamente conservatore, con abiti che coprivano interamente il corpo. L’educazione dei bambini delle famiglie benestanti era spesso affidata a governanti o a istituti scolastici privati (collegi).

Moda vittoriana femminile: l’evoluzione

Povertà, workhouses e la dura realtà delle classi lavoratrici

Per le classi lavoratrici la realtà era ben diversa. Molti vivevano in quartieri operai sovraffollati e insalubri, caratterizzati da povertà, malattie e criminalità. Il lavoro minorile era diffuso, con bambini impiegati in fabbriche, miniere o come spazzacamini. Per coloro che non riuscivano a trovare lavoro o erano troppo anziani o malati per lavorare, l’unica alternativa era spesso rappresentata dalle workhouses, istituzioni create con il Poor Law Amendment Act del 1834. Queste case di lavoro, progettate per essere luoghi di disciplina e rigore, offrivano un rifugio ai più poveri, ma a costo di condizioni di vita estremamente dure. Lo scrittore Charles Dickens, nei suoi romanzi come Oliver Twist, offre una vivida rappresentazione delle condizioni di vita nelle workhouses e della povertà diffusa nell’Inghilterra vittoriana. Approfondisci il Poor Law Amendment Act su Britannica.

Le workhouses erano luoghi di segregazione, dove le famiglie venivano separate: uomini, donne e bambini vivevano in aree diverse dell’edificio e avevano contatti limitati. Il lavoro era obbligatorio e spesso consisteva in attività ripetitive e poco gratificanti, come la sfilacciatura della stoppa o la macinazione delle ossa. Il cibo era scarso e di bassa qualità, e le condizioni igieniche erano precarie.

L’età vittoriana e il progresso: invenzioni e innovazioni

Nonostante le disuguaglianze sociali, l’età vittoriana fu un periodo di straordinario progresso scientifico e tecnologico. La rivoluzione industriale, iniziata nella seconda metà del XVIII secolo, ebbe un impatto profondo sulla società britannica, trasformando l’economia da agricola a industriale. Tra le invenzioni più significative di questo periodo ci sono il telegrafo elettrico, che rivoluzionò le comunicazioni, l’illuminazione a gas e, successivamente, le lampadine elettriche, che migliorarono la qualità della vita nelle città, la fotografia, che cambiò il modo di rappresentare la realtà, e i treni a vapore, che resero i trasporti più veloci ed efficienti. La prima grande Esposizione Universale, tenutasi a Londra nel 1851, fu una vetrina di queste innovazioni e del progresso tecnologico dell’epoca. L’esposizione si svolse nel Crystal Palace, un imponente edificio in vetro e ferro progettato appositamente per l’evento.

L’espansione coloniale fu un altro aspetto fondamentale dell’età vittoriana, strettamente legato al progresso economico e alla ricerca di nuovi mercati e materie prime. L’Impero britannico raggiunse la sua massima estensione, comprendendo territori in tutti i continenti. Questa espansione, se da un lato portò ricchezza e potere alla Gran Bretagna, dall’altro fu caratterizzata da sfruttamento e oppressione delle popolazioni colonizzate.

L’eredità dell’età vittoriana

L’età vittoriana ha lasciato un’impronta duratura sulla società britannica e sul mondo. Molte delle istituzioni, delle infrastrutture e dei valori che caratterizzano ancora oggi il Regno Unito hanno le loro radici in questo periodo. La morale vittoriana, con la sua enfasi sul lavoro, la disciplina, la famiglia e il rispetto delle regole, ha influenzato profondamente la cultura britannica. Sebbene molte delle contraddizioni sociali dell’epoca siano state superate, l’eredità dell’età vittoriana continua a essere oggetto di dibattito e di riflessione. Il vittorianesimo, inteso come un insieme di valori, atteggiamenti e costumi, è ancora oggi un termine utilizzato per descrivere un certo tipo di mentalità conservatrice e moralista.

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Fonte immagine: Wikipedia

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