“Storie della buonanotte per bambine ribelli”, delle autrici italiane Elena Favilli e Francesca Cavallo, è vietato ai minorenni in Turchia perché “potrebbe avere un’influenza dannosa sui giovani”.
Il bestseller che ha venduto milioni di copie nel mondo, tradotto in 47 lingue, secondo il Governo turco va trattato come un porno e, pertanto, censurato. Il “board per la protezione dei minori dalle pubblicazione oscene” ha disposto che il libro sia venduto solo ai maggiorenni e non esposto dagli scaffali nei negozi. Per l’associazione degli editori turchi, però, la decisione “rappresenta un pericolo per la libertà di espressione e di stampa, oltre che una minaccia ai principi della società democratica”.
“Storie della buonanotte per bambine ribelli”, uscito in una prima edizione nel 2016 grazie a un crowdfunding, racconta la vita di 100 donne straordinarie, dall’artista messicana Frida Kahlo alla chimica Marie Curie, da Coco Chanel a Beyoncé, da Serena Williams a Malala, da Rita Levi Montalcini a Michelle Obama.
Storie, accompagnate da meravigliose illustrazioni di ben sessanta artiste diverse, che descrivono le vite di figure femminili come poetesse, giudici, sollevatrici di pesi, astronaute, pittrici, rock star, scienziate e giornaliste, che con le loro idee e le loro azioni hanno cambiato il mondo. Donne straordinarie del passato e del presente che possano rappresentare un modello positivo per le bambine.
Alcune, addirittura sono sconosciute anche agli adulti, come Maria Sibylla Merian, la scienziata tedesca che nel XVII secolo è partita con la figlia su una nave per andare nel Suriname, in Sudamerica, dove ha scoperto la metamorfosi delle farfalle. O Hatshepsut, la primissima faraona egiziana, vissuta molti secoli prima di Cleopatra.
Anche per Elena Favilli, l’altra autrice, il fatto che il governo di Erdogan abbia censurato il testo “è la prova che il libro è diventato un simbolo di libertà e resistenza. Infatti le vendite in Turchia erano sempre a andate benissimo. Un incentivo a scriverne altri”.
Per Murat Celikkan, dell’associazione dei diritti dell’uomo ad Istanbul, “trovare pericolose le donne che hanno superato gli ostacoli di un mondo dominato dagli uomini dà l’idea dello stato d’animo in cui si trovano i dirigenti Turchi”.
Benissimo!