Test d’ingresso per Medicina abolito: parla una studentessa

Il test d’ingresso per medicina è stato ufficialmente abolito: l’11 marzo 2025 la Camera dei deputati ha approvato la legge che elimina il test. La legge prevede l’accesso al primo semestre in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria senza dover sostenere il test solo per i primi sei mesi. Per accedere al secondo semestre, ci sarà una selezione stilata in base ai risultati universitari ottenuti nel primo semestre.

Si tratta di una legge che divide l’opinione pubblica e che ha spiazzato gli studenti e le studentesse iscritte alle varie facoltà di Medicina in Italia. Abbiamo intervistato Alice, una giovane studentessa di Medicina dell’Università San Raffaele di Milano, per dare voce ai veri e propri protagonisti di questa storia.

Cosa pensi dell’abolizione del test d’ingresso per accedere alla facoltà di Medicina in Italia?

In realtà non si può propriamente parlare di “abolizione” del test, al contrario di quanto vogliano pubblicizzare, perché anche se il test ministeriale che si teneva negli scorsi anni non c’è più, viene mantenuto alla fine il numero chiuso, quindi si tratta solo di un nuovo criterio di selezione.

Ritieni che l’abolizione del test possa portare a una maggiore equità nell’accesso agli studi di Medicina oppure potrebbe introdurre delle problematiche?

Assolutamente no, anzi, il test che era ritenuto da molti ingiusto era in realtà molto più equo rispetto a questa nuova modalità perché teneva conto di quella che era una conoscenza generale di vari argomenti, mentre in questo caso si dovrebbe basare sulla media degli esami svolti nel primo semestre. Partendo dal presupposto che ogni facoltà ha dei programmi leggermente diversi, dei professori più o meno esigenti, e delle modalità di esame differenti che renderebbero impossibile una standardizzazione dei voti ottenuti dagli studenti, a mio parere questa modalità mette anche in difficoltà uno studente, appena uscito dal liceo, che magari non ha ancora la consapevolezza di come effettivamente affrontare degli esami universitari e come organizzarsi, e non avrà il tempo di capirlo da solo prima di essere effettivamente valutato su questo.

L’abolizione potrebbe ridurre la selettività necessaria per garantire l’ingresso di candidati davvero preparati?

Non penso che in qualche modo possa ridurre la selettività sia a livello di conoscenze, perché gli argomenti su cui verteva il test d’ingresso sono più o meno gli stessi trattati con le materie del primo semestre in maniera più specifica, richieste appunto da quest’anno, sia perché i posti disponibili resteranno bene o male gli stessi quindi verrà fatta comunque una selezione, e non a mio parere nel migliore dei modi.

Gli studenti temono che l’abolizione del test possa portare a un sovraffollamento delle aule, riducendo così la qualità dell’insegnamento?

Sicuramente eliminare un qualche tipo di selezione per medicina è impossibile, proprio per questo hanno cercato di cambiare modalità ma senza ottenere risultati. Il problema principale non sono le aule, che comunque scarseggiano, e in cui già ora gli studenti in molte sedi si trovano a fare lezione in condizioni poco confortevoli (basti pensare che all’università di Foggia che è l’esempio più vicino a noi, gli studenti seguono le lezioni nelle sale del cinema, con il professore in proiezione). Questi problemi non sono nulla in confronto alla tematica dei tirocini. Se la facoltà fosse a numero aperto, le richieste attuali si aggirano a circa 40mila studenti, non si hanno le strutture ma soprattutto il personale per istruire un numero tale di persone. Il rischio maggiore è di compromettere l’apprendimento durante i tirocini, che è essenziale sia pratico e ben seguito. Uno specialista per 30/40 ragazzi non è sufficiente, 10 minuti di turnazione in sala operatoria non sono sufficienti. Non si può seguire un intervento a 10 minuti alterni, non si imparerebbe nulla.

Secondo te, come dovrebbe essere strutturato un sistema alternativo di selezione per l’ingresso in Medicina?

Secondo me, per cercare di superare il problema del basso numero di specialisti in Italia, che è poi il motivo base per cui si sta cercando di modificare le modalità di ingresso, non bisognerebbe agire al principio, quindi sul test di ingresso, ma alla fine, stimolando i giovani medici a restare in Italia dopo la laurea e investendo i fondi in questo modo. Quindi tornare al vecchio test, seppur nemmeno quello sia capace di valutare al 100% la capacità dello studente mi sembra l’opzione migliore

Questo sembra essere il pensiero generale sul test d’ingresso abolito, che pervade le facoltà di Medicina negli ultimi giorni. Chissà se questa legge riuscirà a riscattarsi o confermerà i dubbi di molti studenti e docenti. 

Test d’ingresso per Medicina abolito: parla una studentessa

Fonte Immagine: Pixabay

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