Volantino sessista. Ancora discriminazione femminile

manifesto sessista

Ci sono giorni in cui oramai non ti meravigli più di nulla. Se una persona afferma che la terra è piatta, che i vaccini fanno più male che bene o che il riscaldamento globale è colpa del diavolo, non ti incavoli più di tanto. Sì, ti arrabbi e vorresti entrare nella testa di coloro che elaborano queste teorie che, se non fosse per la pericolosità con cui girano sul web e di come abbiano reso più labile il confine tra verità e falsità, ci sarebbe da ridere. Ma non si può per nessuna ragione sorridere o chiudere un occhio sull’ennesima forma di discriminazione e intolleranza a cui, più che mai, i tempi odierni ci hanno abituato: il volantino sessista pubblicato da una sezione regionale della Lega.

Il deprecabile messaggio del volantino sessista

Non ci sembra doveroso soffermarci più di tanto molto sul contenuto del volantino sessista, pubblicato dalla sezione giovanile della Lega di Crotone (Calabria). Esordendo con la domanda “Chi offende la dignità della donna?”, il manifesto sessista si fa portavoce di un’idea della donna all’interno della società che rasenta il primitivo più assoluto.

Risulta invece utile riportarne integralmente il testo in modo da comprendere il motivo per cui ha fatto infuriare tutti, sia donne che uomini. Ad offendere la sopracitata “dignità” della donna sarebbero:

“Chi sostiene una cultura e promuove iniziative favorevoli alla vergognosa e ignominiosa pratica dell’utero in affitto;

Chi sostiene proposte di legge (anche a livello regionale) che tendono ad imporre la neo-lingua che sostituisce i termini “mamma e papà” con “genitore 1 e genitore 2”;

Chi ritiene che la donna abbia bisogno di “quote rosa” per dimostrare il proprio valore;

Chi sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata e assoluta autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell’uomo;

Chi contrasta culturalmente il ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia;

Chi strumentalizza la donna, come anche i migranti e i gay per finalità meramente ideologiche al solo scopo di fare la “rivoluzione” e rendere sempre più fluida e priva di punti di riferimento certi la società.”

Dopo questo discutibile delirio, il volantino sessista si chiude con quella che sembra essere una presa in giro:

“La lega Salvini Premier di Crotone è convinta che la donna ha una grande missione sociale da compiere per il futuro e la sopravvivenza della nostra nazione, non sia, pertanto, mortificata la sua dignità da leggi e atteggiamenti che ne degradano e ne inficiano il suo infungibile ruolo.”

Quale idea si può mai ricavare dalla lettura? Di certo non positiva. Il volantino sessista è l’idea anacronistica e stereotipata della donna, sottomessa al marito e a cui viene preclusa ogni forma di indipendenza. Si giustifica così un J’accuse farcito di pura imbecillità, in cui si punta il dito contro i nemici che vogliono minare il ruolo tradizionale della donna: gli omosessuali, i migranti, i sostenitori dell’utero in affitto, le quote rosa. Tutte cose da considerare alla stregua di peccati mortali e innominabili.

Non dobbiamo ricordare nemmeno l’ondata di polemiche che il volantino sessista ha suscitato nel mondo politico e non: dalla dissociazione dello stesso ministro dell’interno Salvini ai rappresentanti del governo, passando per le opposizioni e gli utenti dei social. Quello che invece ci preme sottolineare è che gli autori di questo volantino sessista sono giovani, gente che dovrebbe usare le proprie energie per cambiare in meglio questo mondo sempre di più avvolto in una spirale di odio ed intolleranza e che invece trasporta sulle proprie spalle idee retrograde e di dubbia moralità. Per loro la dignità della donna quale sarebbe? Quella di trattarla come un trofeo da esibire, subordinata agli obblighi e piaceri maschili?  

C’è addirittura chi sui social ha parlato del volantino sessista come di un ritorno al medioevo. Chi dice questa cosa però si dimentica di un dato fondamentale: in quelli che ingiustamente rinominati come “secoli bui” la donna aveva ben altra considerazione. Pensiamo a Dante e agli stilnovisti che la rendono un tramite per Dio o all’amor cortese delle poesie trobadoriche e dei romanzi cavallereschi, dove i vari Lancillotto e Tristano superano ostacoli di ogni tipo per ambire all’amore di colei che li amano. La donna è il cuore pulsante della vita, il motivo per cui tutti questi eroi si sacrificano e a cui ambiscono.

Non è un paese per donne

I moderni e civili uomini dei tempi odierni invece hanno un pensiero diverso di te, donna. Tu non hai alcun diritto, se non quello di stare zitta e muta in casa a pulire, cucinare e stirare. Sarebbe poi cosa gradita se ti concedessi al tuo fidanzato/marito anche quando non ne hai voglia, altrimenti potresti ritrovarti con il naso rotto o i lividi su tutto il corpo se non lo fai. L’importante è che tu sia sempre pronta ad accoglierlo ai riti dell’accoppiamento (per dirla in termini schietti: devi essere un buco da riempire aperto ad ogni ora).

E non sia mai se ti venga voglia di essere indipendente, di gestire un negozio o un’azienda o di dare vita a qualunque progetto lavorativo o ricreativo. Tu sei e rimani una donna e come tale devi comportarti: devi posare nuda, con chili di rossetto e di phard sul viso, vestita con pezzi di lingerie e ti devi mettere in posizioni che ammicchino costantemente alla sessualità, all’erotismo. E sai perché? Perché tutte le donne in tv, su internet e sulle riviste fanno così. Se non lo fai gli uomini ti fanno scherzi come il dedicarti una bambola gonfiabile che poi bruciano davanti ai loro amici. Se dici una parola di troppo ci sta il simpaticone che, magari non più virile e costretto a prendersi il viagra, indica ai propri simili il luogo in cui ti trovi in modo che possano stuprarti oppure ti invita ad aprire le gambe per i migranti (e se un migrante abusa di te, è pronto a rimangiarsi le parole e a difenderti dagli africani “brutti e cattivi”, per poi lasciarti in balia di te stessa quando ad abusare di te è un uomo di pura razza italiana).

Dimenticati pure il privilegio di avere un cervello, donna. Butta via quel libro e corri a preparare la cena al tuo uomo. E non concederti nemmeno il lusso di cedere al romanticismo guardando uno di quei film sull’amore. Piuttosto lascia lo spazio sulla poltrona al tuo uomo, deve vedersi la partita di calcio. Non interromperlo, altrimenti ti manda a quel paese. Ricorda, tu sei un oggetto e il tuo regno è delimitato dalle mura domestiche. Oltre quelle il tuo diritto si estingue.

E se un giorno dovessi scoprire di amare persone del tuo stesso sesso o di non sentirti bene all’interno del tuo corpo, sappi che avrai il mondo intero contro di te. C’è chi pensa che, a causa di questi “vizi”, tu sia ancor più inferiore di quanto non lo sei in questo momento. Tu sei e rimani una donna, comportati come tale e non fare storie.

Il deprecabile e squallido atto del volantino sessista non deve fermare le donne

La cosa che rende più disprezzabile il messaggio veicolato dal volantino sessista è il fatto che sia stato pubblicato a due giorni dalla giornata della donna. Una giornata in cui si celebrano le idee, le conquiste e la forza delle donne, al di là di ogni teoria femminista.

La morale della favola che si ricava da questa vicenda deve infatti andare oltre ogni movimento sociale/ideologico e politico. Mai come in questi tempi il sonno della ragione sta generando mostri abominevoli e spaventosi, pronti a distruggere e divorare qualunque libertà e qualunque diritto di un mondo libero. La discriminazione contro le donne è solo uno dei tanti, emblema della discriminazione globale contro le minoranze, contro ogni anomalia contro “l’ordine delle cose”.

Stiamo vivendo in un brutto sogno, un’orribile allucinazione che incute sempre più timore. Ma come ogni brutto sogno, anche questo finirà e allora scopriremo di vivere in un mondo giusto e uguale per tutti.

Fonte immagine copertina: https://www.repubblica.it/politica/2019/03/06/news/8_marzo_lega_salvini_di_crotone-220829168/

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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