Cos’è la procrastinazione, perché e come combatterla

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In questo articolo parleremo di una tematica molto comune: procrastinazione, l’abitudine di rimandare a tempo indefinito attività importanti da svolgere, che a lungo andare può causare problemi importanti alla salute psicofisica e difficoltà alla realizzazione del sé.

Cos’è la procrastinazione

Quante volte ci è capitato di dire “dai, lo faccio domani” oppure “ho ancora tempo, posso farlo più in là” riguardo alle nostre attività quotidiane? Allenarsi, studiare, finire un lavoro, pulire casa…
Ci è facile prendere un gran numero di cose, impacchettarlo e rimandarlo, se ne occuperà il “me” del futuro; ecco cos’è la procrastinazione, una parola proveniente dal latino che significa più o meno “portare avanti al domani”. Certo, c’è sicuramente chi può e riesce a fare tutto ciò che deve fare, chi completa tutte le sue task, ma secondo la American Psychological Association circa il 20% della popolazione statunitense è cronicamente procrastinatrice, e la categoria vincitrice è quella degli studenti: circa il 90% procrastina, almeno non in modo continuo.

Perché procrastiniamo?

Le cause della procrastinazione possono essere molteplici, ma secondo il dottor Hershfield della UCLA è una predisposizione umana quella di concentrarsi sui nostri bisogni a breve termine rispetto a quelli futuri; secondo la sua ricerca, vediamo i “futuri noi stessi” più come degli estranei che come parte di noi ed è come se le nostre task non appartenessero a noi, ma a qualcun’altro.

Ancora, tra le motivazioni possono esserci stress, ansia, noia, sentimenti negativi legati a quell’attività stessa; in questo caso, mettere da parte quella faccenda diventa una forma di ricompensa che, ripetuta nel tempo, diventa abitudine e quindi procrastinazione cronica. Anche chi soffre di ADHD (cioè il disturbo da deficit di attenzione), di OCD (disturbo ossessivo-compulsivo) o di depressione è incline a soffrire di procrastinazione cronica.

È importante capire che il problema non è la pigrizia; procrastinare non è una caratteristica della personalità, ma è un meccanismo di coping che riguarda l’emotività: quali sono le emozioni che ruotano attorno a determinate attività o faccende e come le affrontiamo.

Rimandare ogni volta può portare a seri problemi di salute psicofisica, come dimostrato dalla Association for Psychological Science, che svela la correlazione tra la procrastinazione cronica e problemi di autocontrollo, abuso di sostanze stupefacenti, problemi di gestione dell’umore…

Sul lungo termine, il legame tra procrastinazione cronica e depressione si rafforza, incrementando problemi di bassa autostima e negative thoughts, così come una mancanza di compassione verso sé stessi. Anche la memoria e l’elasticità mentale vengono compromesse da questa condizione.

Consigli utili dagli esperti

Il McLean Hospital riporta cinque consigli per cercare di superare questo ostacolo:

  1. Qualunque cosa sia, meglio iniziarla
  2. Spezzettare l’attività in compiti più piccoli e facilmente gestibili
  3. Organizzarsi meglio
  4. Essere più motivati
  5. Capire che il problema non è essere pigri

Questi consigli, basati su varie ricerche di psicologi come Joseph Ferrari o Timothy Pychyl, puntano soprattutto sull’accettazione di momenti di procrastinazione come normali per ridurre sempre meno la loro frequenza. Per il dottor Judson Brewer della Brown University è utile ricorrere al sistema “Bigger Better Offer” o “B.B.O.”, trovare qualcosa che ci possa “ricompensare” all’interno di ciò che dobbiamo fare. È un metodo difficile poiché la soluzione non proviene dall’esterno, ma va trovata internamente, in noi o nella faccenda in esame.

Infine, per il New York Times vi sono alcuni metodi salutari per combattere la procrastinazione: coltivare curiosità riguardo le proprie emozioni, considerare i passi successivi per poter completare un’attività e rendere le proprie tentazioni più sconvenienti da raggiungere.

 

Fonte immagine: Freepik

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