Funghi mortali: i 10 più tossici e velenosi in Italia

Funghi mortali: i 10 più tossici e velenosi in Italia

Funghi mortali: i 10 più tossici e velenosi che si trovano in Italia

Vengono considerati velenosi quei funghi che sintetizzano sostanze tossiche per l’organismo umano, causando vari sintomi che vanno da lievi malesseri fino a provocare la morte di chi li ingerisce.

L’identificazione di questi funghi non è semplice perché spesso le specie sono erroneamente confuse tra di loro e solo un occhio esperto può cogliere le sottili differenze tra un fungo velenoso e un suo parente commestibile.

Molti funghi mortali sono tali in assoluto ma per varie specie la commestibilità dipende anche dai metodi di cottura utilizzati.

I funghi velenosi sono anche protetti dalla legge italiana perché chiaramente utili e necessari alla vita dei boschi e all’ecosistema globale. Per questo ci si può imbattere in funghi velenosi in qualsiasi bosco italiano e i meno esperti potrebbero sottovalutare la pericolosità di molti esemplari.

Ecco dunque una lista dei 10 funghi mortali più pericolosi dei boschi italiani.

Specie Amanita: i funghi mortali e velenosi più noti e pericolosi

Amanita Phalloides, meglio nota come Angelo della morte. Si tratta di un fungo mortale che cresce tra l’estate e l’autunno soprattutto sotto il nocciolo, il faggio e il castagno nei boschi frondosi. Il colore del cappello varia tra grigio-giallastro a verdastro ma ci sono esemplari di questo fungo che presentano colori diversi, come il bianco. È un fungo a lamelle fitte e bianche, mente il gambo bianco presenta un anello dello stesso colore, ampio e membranoso. L’Angelo della morte è il fungo mortale per eccellenza! Cinquanta grammi di questo fungo possono rivelarsi fatali. Ecco perché, nel dubbio, è meglio non consumarlo senza prima essere certi che non si tratti di questa specie.

Amanita Verna, o Amanita di primavera. Questo esemplare di fungo primaverile ogni anno causa un alto numero di avvelenamenti perché è facilmente confuso con il Prataiolo. Cappello bianco, lamelle fitte, gambo alto e cilindrico ingrossato alla base. Le differenze con il suo gemello commestibile sono il fatto che questo fungo velenoso è completamente interrato e presenta un colore delle lamelle leggermente più scuro e la caratteristica volva. L’Amanita verna predilige i boschi di latifoglia, faggio, castagno, quercia.

Amanita Muscaria, conosciuto come Ovolo malefico o come Fungo di Biancaneve. Di certo si tratta di un fungo assolutamente riconoscibile perché è proprio il classico fungo dei cartoni animati, rosso a puntini bianchi. Questo fungo non è propriamente mortale ma la sua assunzione causa la sindrome Panterica: capogiri, barcollamento, euforia, allucinazioni e tremendi disturbi gastrointestinali. Il fungo presenta delle fitte lamelle bianche e un gambo che può raggiungere anche i 25 cm d’altezza. Cresce in estate ed autunno in boschi di latifoglia e conifera.

Amanita Virosa. È un fungo che cresce nei boschi di montagna umidi sotto abeti, betulle e faggi. Il gambo è di circa 10 cm di altezza e presenta un diametro che rimpicciolisce man mano che si avvicina al cappello. Quest’ultimo si chiude asimmetricamente sul gambo nascondendo le lamelle. Il fungo presenta anche una piccola volva e un cappello non sempre presente ma ad ogni modo piccolo e nascosto. È un fungo mortale che si trova da fine estate all’autunno.

La lista di funghi mortali, tossici e velenosi continua

Gyromitra Esculenta o Falsa spugnola. È un fungo velenoso mortale, responsabile della sindrome Gyromitrica, caratterizzata dalla comparsa di sonnolenza, contratture muscolari, anemia emolitica, danni a fegato e reni dopo ingestioni ripetute e di notevoli quantità. Si tratta di una specie tipicamente primaverile che cresce spesso vicino a ceppi o residui legnosi in boschi di conifera. È di aspetto facilmente riconoscibile: il cappello rotondeggiante e irregolare ricorda un gheriglio di noce di color bruno-rossastro ed inoltre segnalato dallo sgradevole odore intenso.

Russula Emetica, noto come Colombina rossa. È noto per via del suo sapore piccante. Il suo appellativo viene dal latino “emeticus” il cui significato è “ciò che provoca il vomito”. Gli effetti collaterali dell’ingerimento sono quindi chiari. La Russula emetica nasce in estate e autunno sia in boschi di conifera che di latifoglia e predilige zone umide e muschiose. È alto dai 5 ai 10 cm e presenta una cuticola di colore rosso, è slanciato e midolloso.

Cortinarius Orellanus. È un fungo mortale tardo autunnale, responsabile della sindrome Orellanica, i cui effetti si manifestano anche dopo settimane. L’intossicazione da questo fungo causa una necessaria dialisi e, in ultimo, il trapianto di rene. Il cappello, di sottilissimo spessore, è di colore rosso-bruno, le lamelle sono fitte e spesse e l’odore ricorda quello della rapa. Il gambo è slanciato e cilindrico, di colore giallognolo. Questo fungo predilige i boschi di latifoglia, in particolare castagno e faggio.

Boletus Satanas, noto come Porcino malefico per la somiglianza con il Porcino. Si tratta di un fungo tossico che provoca vomito, diarrea e dolori addominali. Il gambo è ovale, tozzo, compatto, ingrossato alla base e di un colore che progredisce dal giallo al carminio. Come habitat predilige terreni calcarei, in boschi caldi ed assolati di latifoglia.

Entoloma Situatum. Questo fungo velenoso non solo provoca danni al fegato ma può condurre anche al decesso. Questo fungo cresce in gruppi di massimo tre esemplari in boschi di latifoglia.

FAQ sui Funghi Velenosi

Quali sono i funghi più tossici?

Tra i funghi più tossici ci sono l’Amanita phalloides, l’Amanita muscaria, la Cortinarius orellanus e il Gyromitra esculenta. Questi funghi contengono composti chimici altamente velenosi, come amatossine e tossine termostabili, che possono causare gravi danni al fegato, ai reni o al sistema nervoso.

Qual è il fungo più mortale?

Il fungo più mortale è l’Amanita phalloides, noto anche come “tignosa verdognola”. Questo fungo è responsabile della maggior parte delle intossicazioni letali nel mondo. Basta ingerirne una piccola quantità per provocare gravi danni al fegato e, in molti casi, la morte.

Quali funghi sono pericolosi?

Oltre ai funghi letali come l’Amanita phalloides, anche altri funghi sono pericolosi, come l’Amanita muscaria (psicoattivo e tossico), il Cortinarius orellanus (tossico per i reni) e alcuni esemplari del genere Gyromitra, contenenti tossine cancerogene. È essenziale saperli identificare correttamente per evitarli.

Come capire se un fungo è tossico?

Non esistono metodi empirici per capire se un fungo è tossico. L’unico modo sicuro è affidarsi a un esperto micologo per l’identificazione. I “metodi casalinghi”, come osservare il colore o la reazione a determinati alimenti, sono miti e non garantiscono la sicurezza.

Come capire se i funghi sono velenosi in cottura?

La tossicità dei funghi non cambia in cottura per la maggior parte delle specie velenose, in quanto molte tossine, come le amatossine, sono termostabili e resistono al calore. Quindi, anche un fungo ben cotto può essere mortale.

Quali funghi hanno un principio tossico termolabile?

Alcuni funghi, come i Chiodini (Armillaria mellea) e le Spugnole (Morchella), contengono tossine termolabili che vengono neutralizzate con una cottura prolungata e accurata. Tuttavia, devono essere preparati correttamente per evitare effetti tossici.

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Fonte immagine per l’articolo Funghi mortali: i 10 più tossici e velenosi in Italia: https://pixabay.com/it/photos/amanita-fungo-funghi-velenosi-1784578/.

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Ci ritroviamo impreparati dinanzi ad un mistero che da sempre l'uomo ha cercato di spiegare attraverso la musica, la poesia, il cinema ma in fondo nessuno sarà mai in grado di spiegare in modo oggettivo cosa sia l'amore, bisogna sperimentare, scoprire e affidarsi al proprio istinto. È a quel punto che entra in gioco la seconda fase, quella dell’amore vero e proprio. Amore: un sentimento profondo e duraturo che va oltre la passione L’amore prevede affetto per una persona, non si può amare qualcuno senza prima volerlo bene. Ma tutto ciò implica la stima, l’ammirazione e il rispetto per una persona che, a nostro parere, pensiamo di amare. L'amore, a differenza dell'innamoramento, si fonda su basi più solide, su un legame più profondo e radicato. E' un sentimento che cresce nel tempo, si nutre di conoscenza reciproca e di condivisione di valori e obiettivi. L'amore vero va oltre l'attrazione fisica e l'idealizzazione, abbracciando anche le imperfezioni e le fragilità dell'altro. Le fondamenta dell'amore: affetto, stima e rispetto reciproco Amare qualcuno significa guardarlo negli occhi e sorridere al solo pensiero di stargli vicino, amare significa avvertire il bisogno di avere accanto a quella persona “nella buona e nella cattiva sorte”. L'amore non è solo un'emozione, ma anche un impegno, una promessa di fedeltà e supporto reciproco. E' la capacità di vedere l'altro nella sua interezza, accogliendolo con i suoi pregi e i suoi difetti, e offrendogli un porto sicuro in cui potersi esprimere liberamente. La complessità dell'amore: gioia, malinconia e l'inevitabile nostalgia Ma bisogna ammetterlo, amare è anche sinonimo di sofferenza. Drammi, tradimenti, litigate è a questo che stai pensando? Beh no, non quel tipo di sofferenza. Piuttosto si tratta di una sorta di malinconia, che si traduce col tempo in un’insensata nostalgia dello stare bene. Quando ami qualcuno e riesci finalmente a raggiungere lo stato massimo di benessere ti risulta naturale pensare che quel tipo di sensazione sia difficile da raggiungere con qualcun altro. È da ciò che nasce la nostalgia dello stare bene, perché in fondo l’amore prevede spensieratezza e chi ne farebbe a meno? La malinconia nell'amore non è una debolezza, ma la testimonianza della profondità del legame. È la consapevolezza che un sentimento così intenso non è scontato, ma un dono prezioso che va custodito con cura. Le basi scientifiche dell'amore e dell'innamoramento: cosa dice la neuroscienza La neuroscienza ci offre un'ulteriore chiave di lettura per comprendere la differenza tra amore e innamoramento. L'innamoramento, infatti, è caratterizzato da un aumento di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina, che generano euforia, desiderio e ossessione verso l'altro. L'amore, invece, coinvolge l'attivazione di aree cerebrali legate all'attaccamento, alla fiducia e all'empatia. 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Amore vs innamoramento: sfide, difficoltà e crescita personale Sia l'innamoramento che l'amore, pur essendo esperienze meravigliose, possono presentare sfide e difficoltà che mettono alla prova la nostra capacità di amare e di relazionarci con l'altro. L'idealizzazione tipica dell'innamoramento può scontrarsi con la realtà, e l'amore, con il passare del tempo, può essere messo in discussione dalle routine e dalle vicissitudini della vita. Affrontare questi momenti critici con consapevolezza, apertura al dialogo e impegno reciproco, ci permette di crescere personalmente e rafforzare il legame con il partner. Conclusioni: abbraccia l'esperienza, senza cercare etichette Amare, quindi, è condivisione, gioia, passione ma anche tristezza e malinconia. Amare è contraddizione. L’innamoramento richiede spontaneità ma allo stesso tempo consapevolezza, l’amore invece è incontrollabile, ti sconvolge l’anima e ti sorprende.  Amore o innamoramento? Sarai in grado di distinguerlo? 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A proposito di Federica Grimaldi

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