Infezioni alimentari o tossinfezioni: le 4 più pericolose

Le infezioni più pericolose trasmesse da alimenti

Le infezioni alimentari e le tossinfezioni rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica a livello globale. Ogni anno, milioni di persone si ammalano a causa del consumo di alimenti contaminati da microrganismi patogeni, tra cui batteri, virus, parassiti e tossine. Distinguere tra infezioni alimentari e tossinfezioni è fondamentale: le prime derivano dall’ingestione di microrganismi vivi che si moltiplicano nell’organismo, mentre le seconde, le tossinfezioni, sono causate dall’ingestione di tossine prodotte dai microrganismi, anche se questi non sono più presenti nell’alimento. Entrambe, sia le infezioni alimentari che le tossinfezioni, possono avere conseguenze gravi.

Questo articolo approfondirà quattro delle infezioni alimentari batteriche più pericolose, fornendo informazioni dettagliate su cause, sintomi, prevenzione e, ove applicabile, trattamento. Ricordiamo che sia le infezioni alimentari che le tossinfezioni necessitano di attenzione e prevenzione.

Salmonellosi: un pericolo stagionale (infezioni alimentari)

La salmonellosi è una delle infezioni alimentari più diffuse, causata da batteri del genere Salmonella. Esistono diverse specie di Salmonella, ma le più comuni associate a infezioni umane sono Salmonella enterica e Salmonella typhimurium. Uno studio dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) stima che la salmonellosi causi decine di migliaia di casi ogni anno nell’Unione Europea (fonte: Rapporti EFSA sui pericoli zoonotici). L’incidenza da Salmonella aumenta tipicamente durante i mesi estivi a causa delle temperature più elevate che favoriscono la proliferazione batterica negli alimenti.

Come avviene la trasmissione della salmonellosi?

La trasmissione  della salmonellosi avviene principalmente attraverso l’ingestione di alimenti contaminati, tra cui:

Uova crude o poco cotte: la contaminazione può avvenire già all’interno dell’uovo (contaminazione transovarica), un fattore di rischio per le infezioni alimentari. Carne cruda o poco cotta, in particolare pollame: la contaminazione avviene durante la macellazione o la lavorazione delle carni, contribuendo all’insorgere di infezioni alimentari. Latte non pastorizzato e derivati: la pastorizzazione è un processo termico che distrugge la Salmonella, prevenendo le infezioni alimentari. Frutta e verdura contaminate: la contaminazione può avvenire attraverso l’acqua di irrigazione contaminata da feci animali o durante la manipolazione post-raccolta, rappresentando un rischio per le infezioni alimentari.

La contaminazione crociata in cucina, ad esempio l’utilizzo degli stessi utensili per tagliare carne cruda e verdura che verrà consumata cruda, è un’altra via di trasmissione importante per le infezioni alimentari.

Quali sono i sintomi della salmonellosi?

I sintomi tipici di questa infezione alimentare compaiono entro 6-72 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato e includono:

Diarrea, spesso acquosa e talvolta con presenza di muco o sangue. Crampi addominali. Nausea e vomito. Febbre. Mal di testa e dolori muscolari.

La maggior parte dei casi di questa infezione alimentare si risolve spontaneamente in pochi giorni, ma la disidratazione dovuta alla diarrea e al vomito può rappresentare un rischio, soprattutto per bambini, anziani e persone con sistema immunitario compromesso. In rari casi, la Salmonella può diffondersi al sangue causando batteriemia e infezioni in altri organi, aggravando il quadro delle infezioni alimentari.

Come prevenire la salmonellosi ?

La prevenzione di questa infezione alimentare si basa su:

Cottura completa degli alimenti, in particolare carne, pollame e uova (temperatura interna superiore a 70°C). Corretta conservazione degli alimenti in frigorifero a temperature inferiori a 4°C. Igiene delle mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti. Prevenzione della contaminazione crociata in cucina, utilizzando taglieri e utensili separati per carne cruda e altri alimenti. Consumo di latte pastorizzato.

Listeriosi: un’insidia per le categorie vulnerabili 

La listeriosi è causata dal batterio Listeria monocytogenes, un patogeno ubiquitario presente nell’ambiente. Sebbene meno comune della salmonellosi, la listeriosi è particolarmente pericolosa per donne in gravidanza, neonati, anziani e persone immunocompromesse. Studi epidemiologici mostrano un aumento dei casi di listeriosi in alcune fasce di popolazione (fonte: Rapporti EFSA e Istituto Superiore di Sanità). La listeriosi è una delle infezioni alimentari che desta maggiore preoccupazione.

Come avviene la trasmissione della listeriosi?

Gli alimenti più frequentemente  sono:

Latte crudo e formaggi freschi o a pasta molle. Carni crude o poco cotte, in particolare insaccati crudi. Pesce affumicato. Verdure crude, soprattutto se coltivate in terreni concimati con letame. Alimenti trasformati refrigerati, come insalate pronte al consumo.

*Listeria* è in grado di moltiplicarsi anche a basse temperature (refrigerazione), rendendo la conservazione degli alimenti una sfida per prevenire le infezioni alimentari.

Quali sono i sintomi della listeriosi?

I sintomi di questa infezione alimentare variano a seconda del soggetto:

Persone sane: sintomi lievi simil-influenzali, disturbi gastrointestinali. Donne in gravidanza: l’infezione può essere asintomatica per la madre, ma può causare aborto spontaneo, parto prematuro, infezione neonatatale (meningite, setticemia), configurandosi come una grave complicanza delle infezioni alimentari. Neonati: setticemia, meningite. Persone immunocompromesse: meningite, encefalite, setticemia, forme gravi di infezioni alimentari che possono mettere a rischio la vita.

Come prevenire la listeriosi?

Le misure preventive includono:

Cottura accurata degli alimenti, in particolare carne e pollame. Evitare il consumo di latte crudo e formaggi non pastorizzati. Lavare accuratamente frutta e verdura. Rispettare le date di scadenza degli alimenti. Mantenere pulito il frigorifero.

Shigellosi: un’infezione altamente contagiosa 

La shigellosi è un’altra delle infezioni alimentari causata da batteri del genere Shigella, altamente contagiosi e responsabili di epidemie, soprattutto in contesti con scarse condizioni igieniche. La trasmissione avviene prevalentemente per via oro-fecale.

Quali sono i sintomi della shigellosi?

I sintomi principali di questa infezione alimentare sono:

Diarrea, spesso con presenza di sangue e muco (dissenteria bacillare). Crampi addominali intensi. Febbre. Tenesmo rettale (sensazione di bisogno impellente di defecare).

Come prevenire la shigellosi?

La prevenzione si basa su:

Igiene delle mani, soprattutto dopo l’uso del bagno e prima di maneggiare alimenti. Corretta gestione delle acque reflue. Controllo delle epidemie attraverso l’isolamento dei soggetti infetti.

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Colera: una malattia legata all’acqua

Il colera è un’infezione alimentare batterica acuta causata da Vibrio cholerae, un batterio Gram-negativo che produce una potente enterotossina. Questa tossina provoca una massiccia secrezione di acqua ed elettroliti nell’intestino, causando la caratteristica diarrea profusa. Il colera è strettamente legato a scarse condizioni igienico-sanitarie e alla contaminazione delle risorse idriche. Le epidemie di colera rappresentano ancora oggi un grave problema di salute pubblica in diverse parti del mondo, soprattutto in Africa, Asia e America Latina (fonte: OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità). Il colera rientra tra le gravi infezioni alimentari.

Come avviene la trasmissione del colera 

La trasmissione di questa infezione alimentare avviene principalmente attraverso l’ingestione di:

Acqua contaminata da feci di persone infette: questa è la via di trasmissione più comune, soprattutto in contesti con sistemi di depurazione delle acque inefficienti o assenti. Alimenti contaminati, in particolare frutti di mare crudi o poco cotti, verdure crude irrigate con acqua contaminata e altri alimenti che vengono a contatto con acqua contaminata durante la preparazione o la conservazione.

Quali sono i sintomi del colera?

Il sintomo cardine del colera è una diarrea acquosa profusa, spesso descritta come “acqua di riso”, a causa del suo aspetto chiaro e della presenza di fiocchi biancastri. Altri sintomi includono:

Vomito. Rapida disidratazione, che si manifesta con sete intensa, secchezza delle mucose, riduzione della produzione di urina, crampi muscolari, debolezza e, nei casi più gravi, shock ipovolemico. Squilibri elettrolitici, che possono causare aritmie cardiache e altre complicanze.

La rapidità con cui si manifesta la disidratazione è la principale causa di mortalità per colera. In assenza di un rapido trattamento reidratante, la morte può sopraggiungere in poche ore, rendendo il colera una delle infezioni alimentari più pericolose.

Come prevenire il colera?

La prevenzione si basa su:

Miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, con la costruzione di latrine e sistemi di smaltimento delle acque reflue. Accesso ad acqua potabile, attraverso la clorazione, la bollitura o la filtrazione dell’acqua. Corretta igiene personale, con particolare attenzione al lavaggio delle mani con acqua e sapone, soprattutto prima di mangiare e dopo l’uso del bagno. Corretta preparazione e conservazione degli alimenti, evitando il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti e lavando accuratamente frutta e verdura. Vaccinazione contro il colera: esistono vaccini orali contro il colera che possono fornire una protezione efficace, soprattutto in aree endemiche o a rischio di epidemie.

Conclusioni: la prevenzione è la chiave contro infezioni alimentari e tossinfezioni

Le infezioni alimentari e le tossinfezioni rappresentano un problema di salute globale, ma la maggior parte dei casi può essere prevenuta attraverso l’adozione di semplici misure igieniche e la corretta manipolazione degli alimenti. La cottura completa degli alimenti, la corretta conservazione, l’igiene delle mani e la prevenzione della contaminazione crociata sono i pilastri fondamentali per proteggersi da queste insidie, sia che si tratti di infezioni alimentari che di tossinfezioni.

È importante ricordare che alcune categorie di persone, come bambini, anziani, donne in gravidanza e persone con sistema immunitario compromesso, sono particolarmente vulnerabili alle complicanze delle infezioni alimentari e delle tossinfezioni. In questi casi, è fondamentale prestare ancora maggiore attenzione alle pratiche preventive e consultare tempestivamente un medico in caso di comparsa di sintomi. La distinzione tra infezioni alimentari e tossinfezioni, pur essendo importante a livello scientifico, non cambia le misure preventive da adottare.

La consapevolezza dei rischi e l’adozione di comportamenti responsabili sono le armi più efficaci per combattere le infezioni alimentari e le tossinfezioni e proteggere la nostra salute e quella della comunità.

FAQ:

Quali sono i sintomi più comuni delle infezioni alimentari e delle tossinfezioni? I sintomi variano a seconda del patogeno coinvolto, ma i più frequenti includono nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, febbre e, in alcuni casi, sintomi neurologici. La gravità delle infezioni alimentari e delle tossinfezioni può variare da lievi disturbi a condizioni potenzialmente letali.

Come si contraggono le infezioni alimentari e le tossinfezioni? La contaminazione può avvenire in qualsiasi punto della filiera alimentare: durante la produzione primaria (allevamento, agricoltura), la trasformazione, la distribuzione, la preparazione e la conservazione domestica. Fattori come scarsa igiene, temperature di conservazione inadeguate e cottura insufficiente degli alimenti giocano un ruolo cruciale nella diffusione delle infezioni alimentari e delle tossinfezioni.

Come possiamo prevenire le infezioni alimentari e le tossinfezioni? La prevenzione si basa su rigorose pratiche igieniche, la corretta conservazione degli alimenti a temperature appropriate e la cottura completa degli alimenti, soprattutto carne, pollame, uova e pesce. La separazione tra alimenti crudi e cotti è altrettanto importante per evitare la contaminazione crociata, un fattore che può contribuire all’insorgere di infezioni alimentari e tossinfezioni.

Fonte immagine: Wikipedia

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