Lo struppolo è una frittella campana, originaria del Sannio. La sua origine è prettamente telesina: bisogna, infatti, far affidamento alla tradizione del comune di San Salvatore Telesino.
Lo struppolo: una storia di tradizione
La particolarità dello struppolo, annoverato tra i prodotti tradizionali della Regione Campania, risiede nel fatto che le sue effettive origini non sono note. Nel comune in cui nasce, la ricetta si tramanda di generazione in generazione. Ogni famiglia ha il proprio procedimento ma in linea di massima la preparazione è simile per ogni ricetta.
La tradizione è tale che si organizzano momenti periodici di condivisone come festival o sagre. L’ultima festa, precisamente la 22º edizione della sagra dello struppolo, si è tenuta tra fine agosto e inizio settembre, a San Salvatore Telesino. Caratterizzata dalla presenza musicale, arricchita da spettacoli, stand vari e, ovviamente, innumerevoli struppoli.
Qual è la ricetta dello struppolo?
Gli ingredienti sono i seguenti:
– 1 kg di farina
– 10 uova
– 1 bicchiere e mezzo di olio extravergine di oliva
– 1 cucchiaio di sale
– Pepe q.b.
– Olio abbondante per la frittura
Ecco il procedimento
In primo luogo, bisogna disporre la farina a fontana su una spianatoia di legno. Al centro bisogna poi versare le uova, l’olio evo, il sale e il pepe. È preferibile rompere le uova con la forchetta e, prendendo man mano un po’ di farina circostante, si può iniziare ad impastare.
È necessario incorporare molta aria all’interno del composto che va, per questo, lavorato con energia costante fino a che l’impasto risulti morbido e liscio. Successivamente, si lascia riposare per mezz’ora. Passato questo tempo, gli struppoli sono pronti. Adesso si può procedere a tagliare l’impasto a tocchetti di circa 8 cm e bisogna passarli, come se fossero degli gnocchi, sopra un cestino di vimini: questo permetterà di dare loro il classico aspetto irregolare e corrugato.
A questo punto, bisogna procedere alla cottura: occorre scaldare in una padella alta e stretta, abbondante olio di semi di arachidi e, quando la temperatura dell’olio sarà elevata, si possono far immergere gli struppoli al suo interno.
Bisogna girarli nell’olio bollente fino a che avranno un colore dorato omogeneo. Una volta raggiunto il colore desiderato, bisogna scolarli per eliminare l’olio con comune carta da cucina.
Come gustare lo struppolo
Bisogna ricordare un aspetto fondamentale: la tradizione vuole che lo struppolo faccia venir sete. Lo struppolo può essere gustato da solo, dolce o con salumi e formaggi. Se si gusta in questo modo, per esempio con l’aggiunta del prosciutto crudo, l’abbinamento perfetto è sicuramente quello da associare a un vino fresco (magari la Falanghina) che possa pulire il palato e rendere l’esperienza culinaria ancora più ricca di tradizione.
Fonte immagine in evidenza: struppoli di “Non solo… struppoleria” (account Instagram nonsolo_struppoleria)