Il duplice volto del vino: tra benefici e rischi

Il duplice volto del vino

Il vino ha una storia millenaria essendo stato sin dall’antichità una bevanda preziosa e un elemento cardine della convivialità. Da sempre, al centro degli usi e dei costumi di numerose culture, rappresenta un simbolo di unione e condivisione. Tuttavia, il suo fascino racchiude anche un lato oscuro: se consumato in eccesso, può trasformarsi in una potenziale fonte di pericolo. Bisogna, quindi, stare attenti al duplice volto del vino.

L’origine del vino

Accurate ricerche ci suggeriscono che a maneggiare per primi l’inebriante bevanda ricavata dalle viti furono gli abitanti della costa meridionale del Mar Nero, dove, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, cresceva spontaneamente la vite selvatica; da queste zone la vite si diffuse nel bacino del Mediterraneo tramite i mercanti, e pare che in Grecia furono piantate le prime coltivazioni di vite: da qui la leggenda greca sull’origine del vino secondo cui fu il dio Dioniso a trovare per primo la vite, a imparare a coltivarla e a ricavarne, dalla fermentazione del frutto, una gustosa bevanda di cui fece dono a tutte le popolazioni del mondo.

Pharmakon e hybris: il duplice volto del vino

Per gli antichi greci è stata una bevanda sacra, infatti già a partire dal 1600 a.C. era usata a scopi rituali e religiosi, fungendo in questo modo da strumento di aggregazione e cultura di cui il simposio ne è la manifestazione più evidente. Le prescrizioni di Ippocrate e Galeno testimoniano, inoltre, che veniva spesso usato a scopi curativi e anche come ingrediente per la preparazione di medicinali. Non solo: era lo strumento col quale si festeggiava una vittoria, col quale si sugellava un’amicizia o si stringeva un patto. Rappresentava l’identità dei greci perché gli permetteva di distinguersi dai barbari, dagli ubriaconi di birra, caratterizzando anche l’identità del singolo perché «In vino veritas» e quindi attraverso il suo effetto inebriante l’uomo si rivela per ciò che è realmente.

Alla sua preziosità si affianca però un altro aspetto che costituisce l’altra faccia della medaglia: infatti, se da un lato è una sostanza benefica che, in dosi non eccessive, allenta la sofferenza e toglie l’affanno dal cuore costituendo quindi un pharmakon ma, in quanto tale, può essere anche veleno, come ogni farmaco assunto immoderatamente. Abusandone si inciampa nelle controindicazioni, ciò che in greco veniva definito hybris, un errore che si fa ogni volta che si supera il giusto limite.

Il consumo di alcol oggi

Negli ultimi anni, il lato oscuro del consumo di alcol è emerso con crescente intensità, spingendo diverse autorità nazionali a prendere provvedimenti significativi per limitarne l’abuso, che in alcuni Paesi, come l’Irlanda, è considerato una vera e propria emergenza sanitaria. L’Irlanda, in particolare, è stata la prima a introdurre, con l’approvazione dell’UE, un sistema di etichettatura per le bottiglie di alcolici, volto a informare i consumatori sugli effetti nocivi per la salute. Anche l’OMS ha recentemente affermato che la scelta più salutare sarebbe astenersi completamente dal consumo di bevande alcoliche, poiché non esistono prove scientifiche che dimostrino dei benefici per la salute legati all’assunzione moderata di alcol, contraddicendo così il noto monito dei nostri nonni, secondo cui «Un bicchiere di vino a pasto fa bene al cuore».

Fonte immagine: Pixabay

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