Sebbene il tè sia spesso associato all’Inghilterra, è l’Asia il vero cuore della sua cultura millenaria, con Cina e Giappone in prima linea. Il tè cinese, in particolare, non è solo una bevanda, ma un universo di storia, filosofia e benessere. Scopriamo le sue origini, le varietà e i rituali che lo circondano.
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Tè cinese: tra storia, leggenda e medicina
Al tè cinese sono associate proprietà quasi magiche sin dai tempi antichi. Una delle leggende più note è quella di Bodhidharma (Da Mo in cinese), fondatore del buddismo Chan (Zen). Per punirsi dopo essersi addormentato durante la meditazione, si strappò le palpebre e le gettò a terra. Da esse nacque una pianta le cui foglie, se infuse, avevano il potere di allontanare la stanchezza. Un’altra leggenda, prettamente cinese, attribuisce la scoperta del tè all’imperatore Shennong, che lo utilizzava come antidoto e medicina. Storicamente, la pianta del tè (Camellia Sinensis) era già coltivata nel Sichuan e, in origine, le sue foglie venivano pestate per creare unguenti medicinali, non per essere infuse.
Le tipologie di tè cinese: il segreto dell’ossidazione
Tutte le varietà di tè provengono dalla stessa pianta. Ciò che le differenzia è il processo di lavorazione a cui vengono sottoposte le foglie dopo la raccolta, in particolare il livello di ossidazione, una reazione chimica che ne cambia colore e sapore. Le principali categorie sono sei, ognuna legata a una specifica regione. È importante notare che quello che in Occidente chiamiamo “tè nero”, in Cina è chiamato tè rosso (hong cha), per il colore dell’infuso.
| Tipologia di tè e regione | Caratteristiche e processo di lavorazione |
|---|---|
| Tè verde (Jiangnan) | Non ossidato. Le foglie vengono riscaldate subito dopo la raccolta per bloccare l’ossidazione, mantenendo il colore verde e un sapore fresco ed erbaceo. |
| Tè bianco (Fujian) | Leggermente ossidato. Prodotto solo con le gemme e le prime foglie, che vengono appassite ed essiccate. Ha un sapore delicato e dolce. |
| Tè oolong (Fujian/Guangdong) | Parzialmente ossidato (dal 10% al 80%). È la categoria più complessa, con un’enorme varietà di sapori, dal floreale al tostato. |
| Tè rosso (Yunnan) | Completamente ossidato. È il “tè nero” occidentale. Il processo di ossidazione conferisce un colore scuro alle foglie e un sapore robusto e maltato. |
| Tè nero / puerh (Yunnan) | Post-fermentato. Unico nel suo genere, subisce una fermentazione microbica dopo l’ossidazione e viene spesso invecchiato. Ha un sapore terroso e complesso. |
Evoluzione e diffusione: come si preparava il tè nelle dinastie
La diffusione del tè come bevanda tra i nobili iniziò intorno al IV-V secolo, ma era più simile a un decotto, bollito con zenzero e cipolle. Fu durante la dinastia Tang (618-907 d.C.) che il tè divenne un bene prezioso, tanto da poter sostituire la valuta. Secondo il Classico del Tè di Lu Yu, le foglie venivano pressate in mattoncini, polverizzate e poi cotte. In epoca Song (960-1279), la polvere veniva mescolata con acqua calda e amalgamata con un frustino di bambù, una tecnica conservata in Giappone per il tè matcha. Fu solo con la dinastia Ming (1368-1644) che si affermò il metodo dell’infusione delle foglie intere in acqua bollente (泡 pao), la tecnica più comune oggi in Cina.
La cerimonia del tè: il rito del Gong Fu Cha
La cerimonia del tè cinese, o Gong Fu Cha (che significa “preparare il tè con abilità”), è un vero e proprio rito che esalta le qualità delle foglie, in particolare dei tè Oolong. A differenza della cerimonia giapponese, più meditativa, quella cinese si concentra sull’apprezzamento del sapore, dell’aroma e dell’estetica del tè attraverso infusioni multiple, brevi e concentrate. Si utilizzano piccoli strumenti, come una teiera d’argilla (Yixing) e tazzine minuscole, per gustare ogni sfumatura della bevanda, un’esperienza che unisce convivialità e rispetto per la tradizione, come sottolineato anche da istituzioni come l’Asia Society.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 07/10/2025

