Vigny: il poeta e drammaturgo francese

Vigny

Alfred de Vigny fu scrittore,  poeta e drammaturgo francese  di famiglia aristocratica. Facendo parte della nobiltà francese, la Rivoluzione  minò la sua condizione. 

Vigny nacque nel 1797 e cominciò a scrivere versi a metà Ottocento. La poesia fu sicuramente il genere a cui si dedicò maggiormente ma non va dimenticata l’opera in prosa, per esempio di Cinq-Mars del 1826, un romanzo storico ispirato alle vicende di Enrico di Cinq-Mars che organizzò un complotto per destituire Richelieu. Vigny lavorò con Emile Deschamps per una produzione di Romeo e Giulietta e nel 1829, rielaborò Le More de Venise. 

La prima raccolta poetica apparve nel 1822 con il titolo Poèmes, modificato con la successiva edizione del 1826 in Poèmes antiques et modernes a cui aggiunse una serie di singolari componimenti. 

Come anticipato con la collaborazione con Deschamps, Vigny sperimenta anche il teatro e, infatti, trionfa con Chatterton che fa di lui uno dei principali scrittori romantici. Inoltre, vi è anche Servitude et grandeur militaires in cui rievoca la sua lunga esperienza di soldato. 

La sua vita non fu felice: la morte della madre fu una ferita insanabile e quando ruppe i rapporti con l’attrice Marie Dorval, preferì ritirarsi dal mondo conducendo una vita da eremita. In questo periodo però compone Le Destinées che traducono a pieno la sua sofferenza.  La sua figura è da associare, in parte,  alla grande «littérature engagée». Non a caso, Vigny si impegna in società e in ambito politico, essendo favorevole alla rivoluzione del 1848. 

La sua poetica è caratterizzata dalla sua esperienza personale e dalla sua meditazione filosofica. A differenza di altri poeti romantici, Vigny poco si abbandona al lirismo, preferendo elaborazioni circa le sue riflessioni donando loro una forma concreta attraverso le symbole. Ne risulta una poesia che mette in campo un pensiero astratto sotto l’aspetto di un oggetto e questo utilizzo della simbologia conferisce ai suoi versi universalità e un rythme captivant.

La sua poesia veicola una concezione pessimista dell’esistenza, in cui l’uomo si scontra con le sue debolezze e aspirazioni. Il punto di partenza di questo combat intérieur è la tragique solitude de l’homme. L’uomo è solo e sofferente e ne emerge anche una concezione negativa del progresso. Il poeta sostiene che quest’ultimo abbia distrutto l’uomo. Vigny non si sente amato e niente può consolarlo, anche la natura appare indifferente e Dio lo abbandona. Dunque Vigny è, a ragion veduta, definito un incompreso, la sua poesia diviene emblema di uno stoicismo feroce. Un componimento emblematico attraverso il quale è possibile leggere la posizione del poeta di fronte al dolore dell’uomo,  può essere «La mort du loup» in cui il lupo diviene il simbolo dell’uomo che, con eroismo, accetta il suo destino di sofferenza. 

Inoltre, lo scrittore afferma che «la poesie est la perle de la pensée». Sceglie la perla come simbolo della poesia perché essa è pura e resta tale nonostante tutto. In questa concezione negativa del mondo e pessimistica della vita, l’unico intermediario positivo tra l’uomo e la natura è la donna

Fonte immagine: Pixabay 

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