Durante la terza edizione dell’UnArchive Filmfest si è svolto “A.I. – Archive Intelligence – Riusi d’archivio e intelligenza artificiale generativa”, un talk su come l’intelligenza artificiale stia trasformando il settore broadcast.
UnArchive: tra riusi d’archivio e IA
Il talk si è tenuto a Roma, la mattina del 31 maggio 2025, nella cornice suggestiva dell’Orto Botanico alle pendici del Gianicolo. Organizzato in collaborazione con la John Cabot University, nell’ambito del festival UnArchive, l’incontro è stato introdotto da Vincenzo Vita, presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD). A moderare il panel è stato Simone Arcagni (Università IULM), e sono intervenuti Alberto Ciprian (Centro Ricerche Rai), Donatella Della Ratta (John Cabot University), Laurence McFalls (Université de Montréal) e Teresa Numerico (Università degli Studi Roma Tre).
Vincenzo Vita, nella sua introduzione, ha ricordato: “Se non se ne occupano gli archivi, chi può occuparsi di come riempire di contenuti questo mondo che si costruisce proprio sui contenuti?”
Una domanda che ha attraversato, in forme diverse, anche gli interventi successivi, tutti accomunati dall’urgenza di interrogarsi su che tipo di memoria, conoscenza e immaginario l’intelligenza artificiale stia contribuendo a costruire.
Alberto Ciprian, IA e Archivi. Nuove strade per la creazione di contenuti
Alberto Ciprian ha fatto una panoramica su quanto sta accadendo nel mondo del broadcasting, in particolare in Rai, con l’introduzione dell’intelligenza artificiale: “Noi, come centro ricerche, abbiamo la missione di fornire soluzioni alla produzione per la generazione di nuovi contenuti e nuove forme di racconto.”
Ha parlato in particolare delle sperimentazioni in corso sul riuso degli archivi storici tramite IA. Tra i progetti illustrati, la ricostruzione digitale di Maria Callas come avatar fotorealistico: un esempio di come l’IA possa trasformare l’archivio in un laboratorio creativo, generando nuove forme di storytelling e rievocazione storica. Tuttavia, questo solleva anche interrogativi etici sull’autenticità e il consenso postumo. L’obiettivo è far conoscere personaggi del passato alle nuove generazioni in modo più innovativo.
Donatella Della Ratta, IA come archivio
Donatella Della Ratta ha proposto un intervento più teorico, riflettendo sul perché possiamo e dobbiamo considerare l’intelligenza artificiale come una tecnologia d’archivio. Due concetti che, a livello immaginario e ideologico, sembrano lontani: l’archivio richiama il passato, l’IA il futuro. Eppure, afferma, pensare l’IA come archivio implica collocarla in una visione in continuità con il passato, capace di rinnovare il modo in cui custodiamo e interpretiamo la memoria.
Laurence McFalls, La magia degli home movies, le illusioni dell’IA
Laurence McFalls ha raccontato il suo lavoro su oltre 400 ore di filmati amatoriali provenienti dalla ex Germania dell’Est, mettendo in luce le difficoltà dell’IA nel trattare materiali di rilevanza culturale come gli home movies. Secondo McFalls, l’IA possiede certamente delle potenzialità, ma è spesso intrisa di pregiudizi, e potrebbe non essere in grado di custodire l’autenticità di questi filmati.
Teresa Numerico, Generatività dell’IA e archiviazione della memoria
Teresa Numerico ha riflettuto sul rapporto tra memoria, archivio e intelligenza artificiale, analizzando come questi elementi si intreccino, si escludano o si pongano in competizione. Citando autori come Derrida, Stiegler e Fontcuberta, ha sottolineato come l’archivio sia sempre un luogo di selezione e mediazione simbolica. L’IA, in quanto tecnologia generativa, può amplificare questa funzione, ma solo se guidata da un approccio critico e relazionale.
Ha inoltre sottolineato che un archivio che conserva tutto risulta inutile per la memoria: è proprio l’atto del dimenticare a rendere significativa la conservazione.
Riusi d’archivio e IA: conclusioni
Al termine degli interventi, il pubblico ha avuto la possibilità di fare domande. Il panel ha offerto numerosi spunti di riflessione, dando vita a una discussione ricca e animata.
È emersa la necessità di ripensare il rapporto tra tecnologia e memoria, una memoria che va restituita al presente con consapevolezza.
UnArchive 2025 ha dimostrato ancora una volta come il materiale d’archivio sia fondamentale per costruire un dialogo tra passato, presente e futuro.
Fonte immagine in evidenza: sito UnArchive Found Footage Fest