Arnolfo scultore toscano del 200: fra noviziato e maturità

Arnolfo scultore toscano del 200

Arnolfo scultore toscano del 200: uno fra i grandi artisti del XIII secolo.

Arnolfo di Cambio, scultore e architetto toscano del XIII secolo, nacque a Colle di Val d’Elsa (in provincia di Siena) intorno alla prima metà del 1200. Non sono state ritrovate, allo stato attuale delle ricerche, testimonianze dirette o indirette che possano rendere possibile una datazione più precisa; in ogni caso, prendendo come termine di riferimento una lettera in cui Arnolfo di Cambio è definito discipulus di Nicola Pisano, sembrerebbe possibile datare la nascita di Arnolfo di Cambio intorno agli anni 30-40 del 1200.

Arnolfo scultore toscano del 200: i maestri

Arnolfo di Cambio fu scultore e architetto; artista “completo”, che ricevette la propria formazione artistica nella bottega di Nicola Pisano: con il suo maestro, inoltre, fra il 1265 e il 1267 lavorò alla costruzione del pulpito nel Duomo di Siena (realizzato, fra l’altro, insieme al figlio di quegli, Giovanni Pisano) mostrando, benché ancora discipulus, alcune scelte artistiche riguardanti rigore volumetrico e panneggi che si distanziano dall’operato del maestro. Proprio queste particolari concezioni volumetriche fanno ipotizzare una formazione artistica, oltre che nella bottega di Andrea Pisano, in una scuola cistercense; vicinanze col maestro, invece, si notano nell’uso particolarissimo dei fregi di trascrizioni antiche. Successivo è il monumento funebre del cardinale Guglielmo De Braye (realizzato nella Chiesa di San Domenico, ad Orvieto), ove si riscontrano numerosi elementi arnolfiani: uno fra tutti, la lavorazione cava del marmo ottenuta a scalpello. Oltre agli influssi e stilemi traditi dal noviziato con Andrea Pisano e dalla possibile esperienza cistercense, Arnolfo di Cambio mostra, nella realizzazione delle proprie opere, tracce visibili di tecniche cosmatesche, stili ornamentali che sembrerebbero legare Arnolfo di Cambio a collaboratori romani.

Se Arnolfo ebbe un illustre maestro artistico quale Andrea Pisano, allo stesso modo, in un cerchio d’armonie artistiche, egli stesso fu “maestro” (e “allievo”) di un altro illustre artista: Giotto. L’occasione in cui i due, Arnolfo e Giotto, si furono potuti “confrontare” e “scambiare” visioni artistiche potrebbe essere stata data dai lavori ad Assisi o a Roma; il dato artistico-filologico che appare termine di sicurezza dello “scambio mutuo” stilistico dei due artisti sembra ravvisarsi nelle modificate concezioni volumetriche corporali dei soggetti rappresentati da Arnolfo di Cambio: esempi visivi di questo, fra gli altri, sono offerti dal ciborio di Santa Cecilia, a Roma (realizzato nel 1293) e dal monumento a Bonifacio VIII.

Arnolfo di Cambio: le opere

Fra le opere attribuite ad Arnolfo di Cambio, oltre ai già citati lavori al Pulpito del Duomo di Siena (12651267), al monumento funebre del cardinale De Braye (Duomo di Orvieto, intorno al 1282), al Ciborio di Santa Cecilia (a Trastevere, Roma, nel 1293)  si ricordino: intorno al 1277 la statua del Campidoglio per Carlo d’Angiò (la cui realizzazione attribuita ad Arnolfo è però, ad onor del vero, ancora dubbia); fra il 1277 e il 1281 la fontana minore a Perugia; nel 1282 il Ciborio di San Paolo, a Roma; intorno ai primi anni del 1290 la realizzazione del monumento funerario ad Annibaldi (nella Chiesa di San Giovanni Laterano); e il Presepe per la Chiesa di Santa Maria Maggiore: Arnolfo di Cambio, fra le numerose opere realizzate, infatti, fu autore anche di una sacra rappresentazione che costituirebbe una fra le primissime rappresentazioni presepiali moderne; il complesso scultoreo in questione fu realizzato per la Cappella di Santa Maria Maggiore a Roma e può essere pressoché identificato in Natività e Adorazione dei Magi: lo spazio è organizzato in maniera tale per cui fra punti d’osservazioni diagonali e curve ritmiche le singole sculture “accordano” quel tacito parlare proprio dell’intensa espressività artistico-figurativa.

Sono ipotizzate, inoltre, in affiancamento alla sua attività scultorea, realizzazioni pittoriche (assimilabili all’esperienza di “confronto” con Giotto) da vedersi all’interno delle Storie di Isacco nella Basilica Superiore di San Francesco, ad Assisi e attività architettoniche ravvisabili nella Chiesa di Badia, a Firenze, nel Palazzo Vecchio e nella Chiesa di Santa Croce (ancora a Firenze).

Fonte immagine di copertina: https://it.wikipedia.org/wiki/Arnolfo_di_Cambio#/media/File:Francobollo_Arnolfo_di_Cambio0001.JPG (di R. Morena)

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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