Autori coreani: 5 scrittori del ‘900

5 autori coreani da conoscere

Se siete appassionati di cultura coreana, non potete perdervi 5 dei più famosi autori coreani del secolo scorso, figure che hanno influenzato in modo decisivo la letteratura della Corea moderna. Attraverso le loro opere, hanno raccontato un paese in perenne trasformazione, segnato dal colonialismo, dalla guerra e dalla lotta per la democrazia, offrendo una prospettiva unica sulla complessa identità nazionale.

Autori coreani del ‘900: una guida rapida

Autore e periodo storico di riferimento Contributo principale e opera iconica
Yi Gwangsu (dominazione giapponese) Padre del romanzo moderno coreano, ha usato la letteratura per educare la nazione. Opera iconica: Senza cuore (1917).
Kim Tong-in (dominazione giapponese) Ha promosso l’“arte per l’arte”, focalizzandosi sul realismo e la purezza stilistica. Opera iconica: Patata (1925).
Yun Dong-ju (fine dominazione giapponese) Poeta simbolo della resistenza passiva, ha espresso la sofferenza e la speranza di un popolo oppresso. Opera iconica: Cielo, vento, stelle e poesie.
Ko Un (guerra di Corea e dittature) Testimone poetico delle lotte per la democrazia, spesso candidato al premio Nobel. Opera iconica: Maninbo (diecimila vite).
Kim Hyesoon (democratizzazione e modernità) Voce rivoluzionaria della poesia femminista, usa un linguaggio sperimentale per esplorare l’identità femminile. Opera iconica: Autobiografia di morte.

1. Yi Gwangsu (1892-1950): il pioniere del romanzo moderno

Yi Gwangsu vedeva la letteratura come uno strumento per illuminare ed educare il popolo, con l’obiettivo di modernizzare una Corea ancorata alla morale confuciana. La sua opera più importante, “Senza cuore” (Mujeong, 1917), è considerata il primo romanzo moderno coreano. Racconta la storia di un giovane insegnante di Seoul in bilico tra tradizione e modernità, diviso tra un matrimonio combinato e il desiderio di un amore autentico, riflettendo le tensioni di una nazione in cambiamento.

2. Kim Tong-in (1900-1951): il sostenitore dell’arte per l’arte

In opposizione all’approccio didattico di Yi Gwangsu, Kim Tong-in sosteneva il principio dell’“arte per l’arte”. Per lui, la letteratura doveva essere pura, estetica e non servire a scopi morali o politici. La sua opera più famosa è il racconto “Patata” (Gamja, 1925), una cruda rappresentazione del determinismo sociale e del naturalismo. La protagonista, Pongnyŏ, da figlia di contadini ligi alla morale, viene venduta in sposa e la povertà la spinge in una spirale di degrado che la porterà alla prostituzione e a una fine tragica.

3. Yun Dong-ju (1917-1945): il poeta della resistenza e della coscienza

Morto in una prigione giapponese a soli 27 anni per le sue attività indipendentiste, Yun Dong-ju è uno dei poeti più amati della Corea, simbolo di purezza e sacrificio. Le sue poesie, raccolte postume in “Cielo, vento, stelle e poesie”, sono cariche di angoscia per il destino del suo popolo sotto la dominazione giapponese, ma anche di speranza e di una profonda riflessione sulla propria identità. Per lui, il ruolo del poeta era dare sollievo alla sua nazione attraverso versi carichi di onestà e introspezione, come confermato dalla sua biografia sulla Encyclopædia Britannica.

4. Ko Un (1933-vivente): la voce della lotta per la democrazia

La vita di Ko Un è un romanzo essa stessa. Ex monaco buddista, è diventato uno dei più importanti attivisti per la democrazia durante le dittature militari, subendo arresti e torture. La sua vastissima produzione letteraria, per la quale è stato più volte candidato al Premio Nobel, è una testimonianza delle sofferenze e delle speranze del popolo coreano. La sua monumentale opera “Maninbo” (Diecimila vite) è un progetto epico che mira a dare un nome e una storia a tutte le persone, famose o sconosciute, che ha incontrato o immaginato nel corso della sua vita.

5. Kim Hyesoon (1955-vivente): la rivoluzionaria della poesia femminile

Kim Hyesoon è una delle figure centrali della poesia contemporanea e una delle più importanti voci femministe a livello mondiale. Il suo linguaggio è sperimentale, a tratti violento e grottesco, e lo usa per decostruire l’ordine sociale patriarcale e criticare la Corea industrializzata. La sua opera, come documentato da enti quali il Literature Translation Institute of Korea, si fa portavoce delle donne che cercano di creare un nuovo linguaggio, libero dai vincoli imposti da una tradizione letteraria dominata dagli uomini. La sua raccolta “Autobiografia di morte” ha vinto il prestigioso Griffin Poetry Prize.

Fonte immagine: tampigns su Pixabay

Articolo aggiornato il: 19/09/2025

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A proposito di De Fenzo Benedetta

Benedetta De Fenzo (1995) studia Coreano e Giapponese presso l'Università di Napoli L'Orientale. Nel tempo libero si dedica alle sue passioni principali: la cucina, la musica, gli animali e la letteratura.

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