Bata, la sorprendente storia della famosa azienda di scarpe

Bata

L’insegna dell’azienda di calzature Bata non può passare inosservata: chiunque è rimasto almeno una volta affascinato da quelle semplici quattro lettere, scritte in corsivo in un rosso vivido. In pochi però conoscono la sorprendente storia che si cela dietro questo marchio, che prende il nome dalla famiglia del suo geniale fondatore.

Le tappe fondamentali della storia di Bata

Anno Evento
1894 Tomáš Baťa fonda l’azienda di calzature a Zlín, in Moravia (oggi Repubblica Ceca).
~1900 Creazione della “baťovka”, la rivoluzionaria scarpa di tela che decreta il primo grande successo.
1923 – 1932 Tomáš Baťa diventa sindaco di Zlín e la trasforma in una moderna città-fabbrica funzionalista.
1932 Morte del fondatore in un incidente aereo. La gestione passa al fratellastro Jan Antonín Baťa.
1945 Le fabbriche in Cecoslovacchia e in altri paesi dell’Est vengono nazionalizzate dal regime comunista.
Oggi Bata è una multinazionale con sede in Svizzera, presente in oltre 70 paesi con 5000 punti vendita.

Tomáš Baťa, il “re delle scarpe” e la città di Zlín

L’azienda di calzature Baťa viene fondata nel 1894 a Zlín, una piccola città nell’est della Moravia. A livello globale, il nome è stato semplificato in Bata, rimuovendo il segno diacritico sulla ‘t’ che nella lingua ceca ne modifica la pronuncia. Il successo del marchio deve moltissimo alla visione del fondatore Tomáš Baťa, una figura titanica che si guadagnò il soprannome di “re delle scarpe”.
Nato in una famiglia di calzolai, Tomáš decise nel 1894 di aprire un’azienda con i suoi fratelli. La svolta arrivò quando, per problemi economici, non potendo acquistare nuova pelle, decise di produrre scarpe di tela. Nacque così un modello mitico: la baťovka. In poco tempo, grazie a metodi di produzione innovativi e a una gestione attenta del personale, creò un vero impero. Durante la prima guerra mondiale fu il più importante fornitore di scarpe per le truppe austriache, arrivando a vendere 2 milioni di paia all’anno.
Dal 1923 al 1932, Tomáš Baťa fu anche sindaco della sua Zlín, che riprogettò come una città utopica. Oltre alle fabbriche, costruì interi quartieri per i suoi operai, con scuole, ospedali e le iconiche Case di Bata: abitazioni cubiche in mattoni con un piccolo giardino, di cui oggi ne esistono ancora più di 2000, perfettamente funzionanti.

L’impero dopo il fondatore: crisi e rinascita globale

Nel 1932 Tomáš Baťa morì in un incidente aereo. L’impero, già esteso in 3 continenti, passò nelle mani del fratellastro Jan Antonín Baťa, che commissionò la costruzione del quartier generale, il famoso grattacielo numero 21, al tempo il secondo più alto d’Europa.
Con l’invasione nazista della Cecoslovacchia la produzione subì un forte arresto. I problemi continuarono con la seconda guerra mondiale e culminarono con la nazionalizzazione dell’azienda durante l’epoca del comunismo. La famiglia Baťa fu costretta a ripartire dall’estero, spostando il centro delle operazioni prima in Canada e poi in altri paesi.
Nonostante queste difficoltà, l’azienda ritrovò le forze per rinnovarsi. Oggi Bata non è più un’azienda ceca, ma una multinazionale di proprietà della famiglia Baťa con sede legale a Losanna, in Svizzera. La produzione non è più concentrata in un unico luogo, ma è delocalizzata a livello globale per servire i diversi mercati. Con oltre 5000 punti vendita in più di settanta paesi, Bata è parte del patrimonio culturale europeo. Molti personaggi di spicco ne hanno indossato le scarpe, tra cui il maratoneta ceco Emil Zátopek, vincitore di quattro medaglie d’oro olimpiche, che in gioventù lavorò proprio come apprendista nella fabbrica di Zlín.

Immagine in evidenza: Wikimedia commons

Articolo aggiornato il: 03/09/2025

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