Colore rosso: simbologia, significato e sfumature

15 sfumature di rosso: dall’Amaranto al Vermiglione

Il colore rosso è uno dei tre primari colori della sintesi additiva, un colore da sempre legato alla passione, all’amore, all’intensità delle fiamme. Senza dubbio un protagonista in ogni palette cromatica, da sempre usato nell’arte e nella moda.

Simbologia e significato del colore rosso

Questo colore in natura si trova associato con la presenza di ferro e compositi. Lo ritroviamo nell’agata, l’eritrite, il berillio rosso, il rubino e il cinnabro. Nel mondo vegetale invece può essere indice della presenza di licopene, un particolare idrocarburo, anche usato come colorante alimentare. In natura ritroviamo il rosso nei frutti più estivi come fragole e ciliegie, ma anche nell’autunnale. Abbiamo poi l’archetipico colore della rosa rossa, ma anche dei tulipani. Nel mondo animale ritroviamo il rosso portafortuna della coccinella, quello dei coralli e quello dei piumaggi di particolari colorati uccelli come il pappagallo.

Infine, il rosso è il colore dell’alba e del tramonto.

Nella simbologia rosso è potere, un colore dominante che esprime emozioni forti: pericolo e passione, sessualità e, in generale, ogni forma d’amore – si pensi al filo rosso dell’amore.

15 sfumature del colore rosso e dove trovarle

  • Amaranto: è un rosso cupo, simile a un granata, una versione scura tra scarlatto e cremisi. È il colore tipico del fiore dell’amaranto, da cui prende nome. È associato alla famiglia dei Medici di Firenze ed è presente nel loro stemma. È anche il colore ufficiale del Livorno, che spesso lo utilizza negli sport. È anche il colore della squadra di calcio dell’Arezzo e della Reggiana, mentre nelle università lo vediamo spesso ad indicare le facoltà letterarie.
  • Bordeaux: è un rosso scuro mescolato con viola e marrone. Il nome viene dal famoso vino francese omonimo, prodotto nella stessa città. È una tonalità scura e decisa, spesso abbinata a tessuti come il velluto, che ne esaltano il pregio e l’autorevolezza. Non a caso è il colore di Eroica Fenice!
  • Cadmio: pigmento di origine inorganica (solfuro di cadmio), è un rosso tendente al porpora dall’aspetto brillante. Dal cadmio si ricavano anche il giallo cadmio e l’arancione cadmio, colori abitualmente impiegati dagli artisti. Il nome richiama all’antica città di Tebe, fondata dall’eroe mitico Cadmo e luogo in cui il pigmento poteva essere estratto. Il cadmio ha sostituito alcuni colori al cromo per gli artisti ma a sua volta è stato al centro di diversi dibattiti perché ritenuto pericoloso per la salute degli artisti.
  • Carminio: un rosso scuro che prende nome da un colorante naturale derivato dall’acido carminico contenuto nel corpo disseccato dell’insetto cocciniglia. Gli Aztechi conoscevano la proprietà dell’insetto da secoli e, quando gli spagnoli conquistarono il Messico nel 1521 appresero il metodo. Il carminio caratterizzò la Spagna nel suo ruolo di superpotenza economica e la nazione divenne una delle principali esportatrici di cocciniglia.
  • Cinabro: pigmento antico di origine inorganica estratto dal solfuro di mercurio (motivo per cui è da considerarsi tossico) e di tonalità simile al Vermiglio. Anche in Italia ci sono giacimenti di cinabro, nella zona del Monte Amiata. Il cinabro è un prodotto dell’attività vulcanica secondaria, ossia un complesso insieme di fenomeni che interessano il territorio attorno al vulcano, legati alla presenza di magma a vari stadi di temperatura.
  • Corallo: è un rosso leggermente sbiadito, con delle sfumature di arancione, sebbene i coralli abbiano in natura a loro volta diverse sfumature. È un colore estivo e fresco, che abbiamo sempre osservato nelle tinte dell’alba e del tramonto. Secondo le credenze più antiche aveva potere di connettere l’uomo con la divinità: in Egitto e in Grecia il corallo polverizzato veniva cosparso sui campi per proteggere il raccolto. Per i romani la polvere di corallo era usata come rimedio per l’epilessia. È stato protagonista delle passerelle nel 2019.
  • Cremisi: rosso molto luminoso e chiaro che ricorda però anche il porpora perché contiene una percentuale di blu. Il nome viene dall’arabo, che poi tradotto in varie lingue ci riconduce al Kermes Vermilio, insetto dal quale veniva estratto il colorante. Troviamo questo colore nel gonfalone di San Marco a Venezia. Dal cremisi viene il nome Alchermes, liquore dello stesso colore.
  • Granata: è un rosso scuro e il suo nome viene dai chicchi della melagrana. È un colore molto scelto dalle squadre da calcio, tra cui sicuramente il Torino e la Salernitana. Esiste anche una pietra di questo colore, il Granato rosso, particolare proprio per il so colore rosso intenso. I vichinghi usavano gioielli con i Granati come ornamenti funerari – la melagrana è miticamente associata agli inferi e a Persefone -, mentre i crociati decoravano le loro armature con questa gemma per acquistare più coraggio in battaglia.
  • Minio: un rosso aranciato, derivato dall’ossido di piombo è in uso fin dal Medioevo per la colorazione di disegni su manoscritti, su cui si elaboravano le cosiddette miniature. Per la sua tossicità, in epoca moderna l’utilizzo del minio è stato notevolmente ridotto: fino al XIX secolo, era sfruttato come base antiruggine per prodotti in ferro e oggi se ne può ritrovare qualche traccia in smalti ceramici.
  • Pompeiano: è un’ocra rossa, una tonalità più leggermente più scura e meno satura di origine inorganica naturale, composta da ossido di ferro e chiaramente riconducibile agli affreschi pompeiani. Nell’antica Roma era conosciuto come sinopsis, per la città di Sinope, dove fu rinvenuto per la prima volta. È conosciuto anche come Rosso di Ercolano e Terra di Pozzuoli. Inizialmente era preparato con gli scarti della lavorazione del cinabro: per i motivi legati alla presenza del mercurio è stato poi gradualmente sostituito dal vermiglione.
  • Porpora: è un rosso scuro molto antico il cui pigmento si ricava dal mollusco Murice. Si usava per tingere le vesti dei personaggi più altolocati: in età imperiale rappresentava il colore per eccellenza. Per riuscire a tingere una sola veste di porpora erano necessari migliaia di esemplari di Murice, ragion per cui era un colore d’élite, riservato al mondo sacerdotale e regale. I primi a produrre la porpora furono i Fenici e questo pigmento fu fortuna delle città di Tiro e Sidone.
  • Rosso di Garanza, estratto dalla Rubia tinctorum, tende di più al fuxia. È una gradazione di rosso noto anche come Alcanna vera e Rubea. Si tratta di un pigmento di origine organica e vegetale che deriva appunto dalla pianta di rubia. È una delle lacche più stabili e tra le più trasparenti ed è ricavabile anche da legni di minor pregio.
  • Rosso di Persia: una profonda tonalità tra l’arancione e il rosso. Il pigmento proviene dal Golfo Persico, da cui il nome. Prima della caduta della monarchia iraniana nel 1979, esisteva l’organizzazione “Leone rosso e il sole”, l’equivalente iraniano della Croce Rossa. In Iran, infatti, il simbolo dell’organizzazione era la figura di un leone e un sole color Rosso Persia.
  • Scarlatto: rosso leggermente tendente all’arancione. Si tratta di un colore associato al sangue vivo e alle fiamme. Il nome potrebbe venire dal latino astacus, granchio. Lo scarlatto indica spesso gli abiti accademici per i dottori in medicina. A renderlo eterno è anche stato il romanzo La lettera scarlatta (1850) in cui la lettera A scarlatta sul petto della condannata era segno di adulterio. Infine, non a caso, lo scarlatto compone anche il nome di Scarlett O’Hara – italianizzata in Rossella – in Via col vento (1939).
  • Vermiglione: tra l’arancione e il porpora. Il nome viene da Kermes Vermilio, l’insetto da cui si estrae il pigmento. Questo colore è anche conosciuto con il nome di sangue di drago. Ha un notevole potere coprente e reagisce bene alla luce.

Ma ci sono anche il rosso ciliegia, terracotta, ruggine, il rosso Veneziano, il rosso Tiziano, il rosso Ferrari e così via.

Il colore rosso nella moda

“Il rosso è un colore affascinante; è vita, è il sangue della morte, è la passione, è l’amore, è il perfetto antidoto alla tristezza” (dal film Valentino, 1996)

Negli anni 80 la first lady Nancy Reagan era così innamorata degli abiti dello stilista americano James Galanos che gli commissionò il suo intero guardaroba: li indossava nelle serate di gala e alle Cene di Stato. Reagan è stata un’icona di stile, tanto da dare il proprio nome al suo colore preferito, il Rosso Reagan, che divenne simbolo di potere, conservatorismo, democrazia.

Allo stilista statunitense Bill Blass si deve la frase “Nel dubbio vestitevi di rosso”. Lo stilista, uno dei re della Settima Avenue, conquistò le signore americane con questo rosso che era cura definitiva per la tristezza.

Nel 1999 Alexander McQueen, che all’epoca disegnava per Givenchy, creò un bustier in High Risk Red. Il corpetto aderente, provocatorio ed inquietante, era realizzato in cuoio pressato ed era tinto in un rosso diabolico con chiari richiami sessuali.

Valentino creò una nuance tutta sua, il Rosso Valentino, che fonde il colore primario con “sfumature di arancio intenso per intensificare il tono e l’impatto”. Nel 1949 lo stilista si infatuò di questo colore durante un soggiorno a Barcellona e ne fece un’ossessione. Dieci anni dopo fece sfilare il suo primo vestito rosso “Fiesta”, un abitino da cocktail senza spalline in tulle drappeggiato e decorato da quattro file di coccarde sulla gonna.

Un’altra tonalità di rosso che ha fatto la storia è il color melagrana. Ricordiamo l’abito in Mandarin Red tempestato di strass proposto nel 1926 da Jean Charles Worth – che riusciva a camuffare eventuali schizzi di bevande alcoliche – e l’abito dall’orlo sfumato che sembrava intinto nello sciroppo di Grenadine, protagonista del film Ti amavo senza saperlo (1948).

Elio Fiorucci tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80 trasformò le galosce da pioggia in oggetto di culto. Tagliati poco sopra la caviglia e con il piccolo tacco a rocchetto i “Love Boots” in color Fiesta divennero famosissimi.

Protagonista delle passerelle dell’autunno 2004 è invece stata una tonalità più scura si rosso che richiamava alle ampie cappe, i mantelli e i cappucci dei crociati, ai colori della mitologia e gli arazzi rinascimentali. Gli stilisti Douglas Hannant e Max Azria si sono lasciati ispirare dalle gemme più sfavillanti, come i rubini. Lusso, opulenza, glamour, teatralità.

Una curiosità. Dal 2000 il Pantone Color Institute ha decretato ben 4 sfumature assimilabili al rosso come colori dell’anno: True Red (2002), Chili Pepper (2007), Marsala (2015) e Living Coral (2019).

Fonte immagine: Flickr

A proposito di Federica Grimaldi

Ventenne appassionata di arte e letteratura. Entra a far parte del team di Eroica per dedicarsi alla stimolante attività della scrittura.

Vedi tutti gli articoli di Federica Grimaldi

Commenta