Benevento, capoluogo dell’omonima provincia campana, è una città ricca di storia e leggende che vanno oltre il suo ruolo geografico. Le sue vicende millenarie, dai Sanniti ai Romani, dai Longobardi al dominio papale, hanno lasciato un’eredità di racconti e monumenti unici.
In questo approfondimento:
- Curiosità su Benevento: i fatti in breve
- 1. Il nome: da cattivo presagio a buon augurio
- 2. La leggenda della fondazione e l’eroe Diomede
- 3. La città delle streghe: le janare e il noce
- 4. L’arco di Traiano: un capolavoro quasi intatto
- 5. Il liquore Strega: un sorso di leggenda
- 6. Lo scontro sul ponte delle Serretelle
- 7. Il dialetto beneventano
Curiosità su Benevento: i fatti in breve
Curiosità | Il perché in sintesi |
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Il nome | Chiamata “Maleventum” dai romani dopo una sconfitta, fu ribattezzata “Beneventum” per celebrare una vittoria successiva. |
Le streghe (janare) | La leggenda nasce dai riti pagani dei longobardi, che si riunivano attorno a un noce sacro lungo il fiume Sabato. |
L’arco di Traiano | È uno degli archi trionfali romani meglio conservati al mondo, grazie alla sua posizione e ai materiali usati. |
Il liquore Strega | Creato a metà ‘800, il suo nome si ispira direttamente alla famosa leggenda delle streghe della città. |
1. Il nome: da cattivo presagio a buon augurio
Inizialmente chiamata “Malies” dalle popolazioni sannite, la città fu denominata dai romani “Maleventum”. Questo nome, dal suono infausto (“cattivo evento”), è probabilmente legato alla dura sconfitta che subirono qui contro Pirro nel 275 a.C. Dopo aver finalmente sconfitto l’esercito epirota, i Romani ribattezzarono la città in “Beneventum” (“buon evento”) per celebrare la vittoria e trasformarla in un presidio strategico, come documentato da fonti storiche come l’enciclopedia Treccani.
2. La leggenda della fondazione e l’eroe Diomede
Secondo la leggenda, la città fu fondata da Diomede, l’eroe acheo che combatté nella guerra di Troia. Al termine del conflitto, Diomede avrebbe viaggiato fino in Italia, portando con sé la civiltà greca. A testimonianza di questo mito, il gonfalone di Benevento raffigura un cinghiale, a ricordo di quello che l’eroe avrebbe ucciso per liberare le campagne dalla sua furia.
3. La città delle streghe: le janare e il noce
Benevento è universalmente conosciuta come “la città delle streghe”. Questa fama deriva dai riti pagani praticati dai Longobardi, che si svolgevano vicino al fiume Sabato. Si narra di cerimonie attorno a un albero di noce sacro, con guerrieri a cavallo e donne urlanti, interpretate dalla popolazione locale come sabba diabolici. Da qui nasce la figura della “janara”, la strega beneventana, una creatura solitaria che di notte si intrufolava nelle stalle per rapire le giumente e intrecciarne le criniere.
4. L’arco di Traiano: un capolavoro quasi intatto
Una delle curiosità più notevoli di Benevento è possedere uno degli archi trionfali romani meglio conservati al mondo. L’Arco di Traiano, eretto tra il 114 e il 117 d.C., è un capolavoro scultoreo che celebra le imprese dell’imperatore. Il suo incredibile stato di conservazione, come attestato dal Ministero della Cultura, è dovuto al fatto che fu inglobato nelle mura della città durante il Medioevo, proteggendolo così da spoliazioni e crolli.
5. Il liquore Strega: un sorso di leggenda
Non molti sanno che il celebre liquore Strega è un prodotto tipico di Benevento. Creato nel 1860, il suo nome si ispira direttamente al folklore locale. Composto da circa 70 erbe, ha una gradazione alcolica del 40% ed è considerato un digestivo. Il suo caratteristico colore giallo è dovuto alla presenza dello zafferano.
6. Lo scontro sul ponte delle Serretelle
Nei pressi della città sorge un ponte di origine romana, il Ponte delle Serretelle, ricordato per un episodio di scontro avvenuto nel 1113 tra i Normanni e i Beneventani, allora sotto il dominio papale. Durante una scaramuccia, il connestabile beneventano tese un’imboscata a cinquanta uomini del conte Roberto di Alife, prevalendo ancora una volta e catturando dieci prigionieri.
7. Il dialetto beneventano
L’ultima curiosità riguarda il dialetto beneventano che, pur appartenendo al gruppo dei dialetti meridionali, si differenzia per alcuni aspetti dal napoletano. Una particolarità fonetica evidente è la desinenza dei verbi della prima coniugazione, che non è “-are” ma “-ane”: un esempio è “fravecàne” (lavorare, dal latino *fabricare*).
Articolo aggiornato il: 14/09/2025