Hortus Conclusus, l’arte e la natura si incontrano in un piccolo giardino nel cuore del centro storico di Benevento
Il termine Hortus Conclusus, che è riconducibile all’italiano “giardino recintato”, deriva dal latino ed è usato per indicare dei piccoli giardini recintati dei conventi dell’Età medievale riservati agli asceti per avvicinarsi a Dio. Tale concezione del giardino, come luogo di meditazione, è sopravvissuta nel corso dei secoli, finché l’artista beneventano Domenico Paladino, detto “Mimmo”, ha riproposto tale idea in una sua istallazione artistica.
Così nacque “il poco conosciuto” Hortus Conclusus, realizzato nel 1992 e poi ristrutturato nel 2005. Alla realizzazione dell’opera d’arte parteciparono anche gli architetti Roberto Serino e Pasquale Palmieri e il lightning designer Filippo Cannata.
Alla scoperta dell’Hortus Conclusus, il messaggio di Paladino
Cos’è l’Hortus Conclusus per Paladino ? La pagina web del Comune di Benevento riporta le seguenti parole in un articolo realizzato da Chiara Maria Pontillo:
«[…] l’Hortus è luogo di conforto dall’eterna lotta che ogni uomo vive nel mondo concreto così come nella propria interiorità, alla ricerca della pace. E’ un invito a intraprendere un personale percorso della memoria che serva a rivalutare il passato e se stessi. Paladino mostra questo suo messaggio di pace dettato dall’armonia tra l’uomo e la natura usando elementi che si rifanno al mito e alla storia di Benevento.[…] Un elemento cardine è il verde che legittima il nome Hortus. Tra gli alberi troviamo rose, gigli e palme che simboleggiano il sangue divino, la purezza e la gloria.»
Un luogo di riflessione ispirato ai giardini dei monasteri medievali, dove la natura irrompe nel “grigiore della vita quotidiana”.
La storia irrompe nel mondo contemporaneo
In realtà, i riferimenti alla storia sono importanti per comprendere l’opera di Paladino. Un cavallo di bronzo s’innalza dalle mura con una “maschera d’oro” che ricorda quella del leggendario sovrano di Micene Agamennone, un riferimento sia al Cavallo di Troia dell’Iliade di Omero ma anche al fatto che gli equini “sono considerati i migliori amici dell’uomo sui campi di battaglia”.
Inoltre, diverse statue rievocano la storia della città: a terra c’è il “Teschio di Bue”, così come i diversi elmi e scudi che proiettano lo spettatore all’epoca dei Sanniti, l’antico popolo italico che si scontrò con i Romani, i quali abitavano la piana di Maleventum. Molto importante è il ruolo giocato dal pavimento, realizzato con pietre scoscese che ricordano i sentieri dei borghi medievali. Infine, il giardino è circondato da una duplice fascia di mura, le prime che appartengono al convento di San Domenico (dove sta il cavallo con la maschera di bronzo) e altre realizzate dagli artisti che ricordano quelle dell’Età longobarda.
Le fontane dell’Hortus Conclusus, l’incontro tra arte e funzionalità
L’altra curiosità del luogo sono le fontane che si rifanno alla corrente artistica della Transavanguardia italiana; vicino al muro rosso c’è un misterioso Ominide di bronzo che si protende verso i visitatori con le braccia, dalle quali nascono altre piccole teste, oppure lo Scudo, realizzato in pietra, posto al centro della struttura:
«Il grande disco svolge una duplice funzione: utilizzato anche come fontana lascia sgorgare l’acqua che viene raccolta in un catino che sembra provenire direttamente dalla vita quotidiana dell’antichità.»
L’ultima fontana è rappresentata da un Ombrello capovolto, da esso spuntano delle misteriose teste umane immerse nell’acqua trattenuta dalla fontana.
L’istallazione di Paladino è situata a Benevento in Vicolo Noce, è aperta tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 9:00 alle 19:45 con ingresso gratuito.
Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis per Eroica Fenice