Mori Ōgai è noto per essere stato uno degli scrittori giapponesi del Novecento che più di tutti ha cercato di introdurre la letteratura e la cultura occidentale in Giappone. Ha infatti fondato un gruppo di intellettuali, lo Shinseisha (Società delle voci nuove), per raggiungere questo obiettivo. Questi hanno anche dato vita a un giornale, lo Shigarami zoshi, in cui traducevano opere poetiche occidentali, soprattutto tedesche, come quelle di Goethe, ma anche inglesi, come di Lord Byron e Shelley, quindi appartenenti al Romanticismo europeo. Questo ha influenzato la produzione di dello scrittore giapponese, che nei suoi racconti presenta questo tipo di atmosfera, la quale si esprime soprattutto attraverso le figure femminili: le donne in Mori Ōgai sono spinte dalle passioni e seguono un certo idealismo nei loro principi e nel modo di agire.
L’esperienza tedesca di Mori Ōgai e la trilogia romantica
Il contatto dell’autore con l’Occidente è avvenuto grazie al suo viaggio in Germania, dove ha vissuto per quattro anni. Qui si crea un circolo di amicizie e coltiva la cultura, frequenta assiduamente i teatri e il mondo intellettuale. Ha anche un rapporto con una donna, che trasfigura artisticamente in due opere nello specifico. Al ritorno scrive tre racconti, identificati come “trilogia romantica”, ovvero Maihime (La ballerina), Utakata no ki (Ricordi di una vita effimera) e Fumizukai (Il messaggero). Fra queste tre, nella prima vi è una figura femminile che incarna i valori sopracitati, che tanto avevano influenzato la produzione di Ōgai.
Maihime: l’archetipo delle donne in Mori Ōgai
La ballerina è basato sull’esperienza personale da Ōgai, per quanto la sua storia non sia tragica come quella di questo racconto: c’è infatti una rivisitazione in chiave narrativa. È la storia del protagonista, Ōta Toyotarō, con una ragazza tedesca, più precisamente una ballerina, di nome Elise. La storia comincia con lui a bordo di una nave mentre sta tornando in Giappone dopo aver trascorso 5 anni in Germania. Questo inizio preclude a un flashback, che è il racconto vero e proprio.
Trama e personaggi del racconto: l’esperienza biografica di Ōgai trasfigurata
Dopo essere arrivato in Germania per studiare scienze politiche ed essersi reso conto dell’insoddisfazione che il suo stile di vita gli crea, Toyotarō, una sera, incontra una ragazza, appunto Elise: la vede davanti a una chiesa mentre piange e le si avvicina per chiederle cosa sia successo. La giovane risponde che è morto suo padre, ma che non ha i soldi per pagargli il funerale. Egli, preso da un impeto, non avendo soldi con sé, le dà un orologio costoso. Lei lo ringrazia e dopo diverso tempo i due iniziano a frequentarsi. La coppia inizia a vivere una vita da bohemién, il che è un modo per il protagonista di rinnegare il proprio passato, il mondo tradizionale giapponese, caratterizzato da rigide regole sociali. Ma dopo un po’ di tempo inizia ad avere dei ripensamenti, soprattutto nel momento in cui gli viene offerta la possibilità di tornare a vivere in Giappone. Elise, che nel mentre resta incinta, afferma di essere disposta a seguirlo, ma lui sente che non ci sarebbe posto per lei in quel tipo di vita. Questo desiderio di libertà che aveva provato nel mondo giapponese si è placato e vuole tornare alla vita borghese di prima. Alla fine dell’opera lui parte, lei impazzisce e quando è sulla nave di ritorno rievoca questa storia, sentendosi in colpa, ma anche rassicurato per il fatto di tornare alla sua vecchia vita.
Elise e Toyotarō: il contrasto tra idealismo occidentale e pragmatismo giapponese
Vediamo quindi la differenza sostanziale tra Toyotarō ed Elise: se le donne in Mori Ōgai hanno uno spirito romantico, la giovane ballerina lo incarna sicuramente: spinta dalla passione e dall’amore incondizionato nei confronti dell’uomo, è addirittura disposta a trasferirsi dall’altra parte del mondo pur di stare con lui e perde la testa quando è costretta a lasciarlo. Lui, dall’altro canto, mantiene una certa freddezza e un distacco che lo portano a decidere di abbandonare la vita che si era costruito con Elise pur di tornare nel suo Paese: un contrasto che simboleggia metaforicamente le differenze tra il mondo occidentale, rappresentato dalla ragazza e che in quel momento era intriso dei valori romantici, e quello giapponese, incarnato da Toyotarō, rigido nei dettami sociali da rispettare.
Fushinchū: il confronto culturale attraverso le donne in Mori Ōgai
Tra le donne in Mori Ōgai è impossibile non citare la protagonista femminile di Fushinchū (In ricostruzione), racconto anch’esso ispirato all’esperienza dell’autore. Si narra la vicenda di un uomo che ha vissuto per un certo periodo in Germania, è tornato in Giappone e riceve qui la visita di una donna tedesca con cui ha avuto una relazione, una cantante. Ella gira il mondo, è una donna libera, che però va a Tokyo a trovare questo suo ex-amante, sperando di riallacciare la relazione. Lui però si comporta in maniera piuttosto fredda. I due si recano in un locale che è in corso di ricostruzione, in quanto l’intento è quello di realizzare un ristorante in stile occidentale, ma risulta un po’ pasticciato, indice del fatto che non abbiano bene in mente le abitudini occidentali per quanto si sforzino. Mori Ōgai coglie quindi l’occasione per fare un confronto tra il Giappone e l’Occidente, il che viene esplicitato da un’interazione tra i due personaggi: a un certo punto lei gli chiede di dargli un bacio e lui, molto tristemente, le dice: Koko wa Nihon da. (qua siamo in Giappone/ questo è il Giappone). Se in Germania, sull’onda dell’entusiasmo, avrebbe volentieri scambiato un bacio con lei, qua si tiene sulle sue. Questo evidenzia quindi le differenze culturali tra i due Paesi, ma anche tra i caratteri dei due personaggi: lei è più sentimentale, romantica, ma lui è piuttosto freddo, esprimendo sempre quei valori giapponesi, molto rigorosi.
Gan: la figura femminile idealizzata nell’opera di Ōgai
Gan (L’oca selvatica) è uno dei racconti più significativi dello scrittore giapponese, in cui è presente il concetto del bokansha, l’osservatore, un personaggio che racconta dal suo punto di vista le vicende del protagonista. Questo tema è ricorrente anche in opere della letteratura occidentale, come Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Qui seguiamo la storia di Okada, giovane studente di medicina, intelligente, atletico e che ama vagare per la città. In una di queste sue passeggiate, a un certo punto si imbatte in una donna, che lo colpisce: è molto graziosa e desidera rivederla, per cui torna spesso in quella zona. Veniamo a sapere che si chiama Otame e che vive come amante, mantenuta da un uomo di nome Suezo, un usuraio, una figura abbasta negativa nella narrazione. Prima di lui, aveva avuto una relazione con un poliziotto, che però la ingannava: sembra quindi che lei non riesca ad avere una storia d’amore che la soddisfi. Tra le donne in Mori Ōgai è sicuramente una di quelle più emblematiche: ella vede in Okada un cavaliere che potrebbe salvarla dal suo triste destino. Percepiamo un certo idealismo romantico, il desiderio di una storia di una d’amore con un giovane che all’epoca poteva incarnare tutte le virtù di un “principe azzurro”. Ma in realtà questo ragazzo si rivela essere abbastanza freddo, c’è un gioco di sguardi che però non porta ad alcun risvolto.
Fonte immagine: Wiki Commons
Fotografo: Ohashi Otowa