Christmas Kids è il quinto singolo dall’album I Can’t Handle Change del progetto indie pop ROAR, il cui unico membro è Owen Richard Evans. L’artista ha iniziato a produrre musica nel 2010, diventando celebre per il brano I Can’t Handle Change. Nel 2023, Christmas Kids torna in auge grazie a TikTok, permettendo al brano di entrare nella Official Singles Chart.
Chi è Ronnie Spector?
Ronnie Spector, nata Veronica Yvette Bennett, è stata una cantante pop, leader del girl group The Ronettes. Il gruppo, avviato grazie al produttore discografico Phil Spector nel 1957, comprendeva inizialmente Ronnie al microfono, sua sorella Estelle e tre cugine, due delle quali abbandonarono dopo il loro primo insuccesso. Divenuto un trio, le Ronettes iniziarono a collaborare con Phil Spector nel 1963 e in quello stesso anno venne realizzata una delle più iconiche canzoni romantiche, diventata un simbolo nella cultura pop tanto da essere parte di colonne sonore di film colossali come Dirty Dancing. Be My Baby ottenne una fama internazionale tale da essere inserita nella Lista dei 500 migliori brani musicali secondo Rolling Stone. In quegli anni Ronnie iniziò a frequentare Spector, e i due si sposarono nel 1968; tuttavia, il rapporto teso fra i due divenne la causa dello scioglimento del gruppo nel 1967, in quanto Phil era preoccupato che il successo globale del trio potesse sovrastare la sua stessa fama.
Christmas Kids: una prigione d’amore
Christmas Kids racconta la storia del matrimonio tra i coniugi Spector, raffigurati nella copertina dell’album, dal punto di vista di Phil: sin dalla prima strofa è chiaro il comportamento manipolatorio e abusivo nei confronti della moglie “Ronnette, my dear, don’t ever disappear”. Nel 1990, Ronnie affermò di essere stata vittima di abusi psicologici e minacce da parte del marito. Viveva in una condizione di prigionia, dove le era concesso di uscire solo in rarissime occasioni e scortata da un fantoccio con le fattezze del coniuge. Spector aveva inoltre recintato la loro villa con del filo spinato e dei cani da guardia.
“The Christmas kids were nothing but a gift“: il titolo deriva da un evento realmente accaduto. Nel 1971, Phil diede a Ronnie come regalo di Natale due gemelli di 5 anni, Louis e Gary, che aveva adottato senza chiederle il suo consenso. La coppia aveva inoltre già adottato nel 1969 un altro bambino, Donté, e quando nel 2018 fu chiesto alla cantante cosa avesse provato per quel regalo, ella rispose di essersi sentita sconvolta per l’azione imprevedibile: <<nessuna donna vorrebbe dei bambini in carne e ossa come regalo a sorpresa>>. Purtroppo, anche i ragazzi furono vittime dei soprusi dell’ex produttore dei Beatles, relegati anch’essi nelle loro camere.
“If you ever try to leave me, I’ll find you, Ronnie“. Phil Spector non solo minacciava ripetutamente Ronnie di ucciderla se mai fosse scappata, ma conservava addirittura una bara dorata con il coperchio in vetro, così che, se fosse dovuto ricorrere all’omicidio, avrebbe potuto tenerla d’occhio anche da morta.
Nella seconda parte della canzone è invece Ronnie a parlare, raccontando della sua fuga aiutata dalla madre: nel 1972, a piedi scalzi, passando attraverso una finestra minuscola, riuscì a fuggire dal marito lasciando ogni avere in quella prigione. “I’m leaving, Phil, I’m leaving now, I’m going to escape, but you won’t know how“. ROAR fa anche riferimento all’alcolismo della pop star, “I’ll drink myself to death inside this prison cell”, visto come unica forma di liberazione dalla sua condizione. La storia di Ronnie non si esaurisce qui: dopo una lunga battaglia legale, come descritto nella sua autobiografia “Be My Baby”, ottenne giustizia e ricominciò una nuova vita fino al decesso, avvenuto nel 2022 dopo una lotta contro il cancro.
Un inno alla sopravvivenza
Christmas Kids racconta poeticamente una storia di abusi, soprusi e lotta; la storia di una donna che è riuscita a salvarsi, la storia di Ronnie, ma anche di tante altre donne che, proprio come lei, sono ancor’oggi vittime di mariti violenti e possessivi.
Fonte Immagine: screenshot realizzato da Giorgia Manzo tratto dall’EP I Can’t Handle Change di ROAR – © Owen Richard Evans / ROAR