Le rapsodie in prosa sulla Roccia Rossa: di che si tratta

Le rapsodie in prosa sulla Roccia Rossa: di che si tratta

In epoca Song (960-1279 d.C.) si affermano le rapsodie in prosa, Wen Fu 文賦: un genere poetico in cui gli intermezzi in prosa diventano più lunghi e la tematica passa dalla celebrazione dell’impero a temi più intimistici e filosofici. Un esempio perfetto sono le due rapsodie sulla Roccia Rossa di Su Shi.

Il contesto storico: la battaglia della Roccia Rossa

Le opere sono ispirate a un luogo lungo il Fiume Azzurro, teatro nel III secolo di una grande battaglia navale. Durante la battaglia di Chibi (“parete rocciosa”), come documentato da fonti storiche come l’Enciclopedia Britannica, il comandante del nord Cao Cao fu sconfitto da Sun Quan e Liu Bei. Questa battaglia segnò la divisione della Cina in tre regni e divenne un evento iconico nella storia cinese.

Elemento a confronto Analisi e significato
Atmosfera (prima rapsodia) Serena e conviviale, per poi diventare malinconica e riflessiva.
Atmosfera (seconda rapsodia) Ostile, misteriosa e quasi onirica, in netto contrasto con la precedente.
Tema filosofico (prima rapsodia) La transitorietà umana contro la permanenza della natura; il cambiamento come unica costante.
Tema filosofico (seconda rapsodia) Il mistero inesplicabile dell’esistenza e della trasformazione silenziosa.
Conclusione (prima rapsodia) Consolatoria: l’uomo può partecipare all’eternità accettando il mutamento.
Conclusione (seconda rapsodia) Aperta e interrogativa: il vero mistero non può essere spiegato con le parole.

La prima rapsodia (autunno): riflessioni sul cambiamento

La prima rapsodia ritrae una gita autunnale in barca tra amici. L’atmosfera è serena, ma una melodia malinconica suonata al flauto evoca la grandezza passata di Cao Cao e la piccolezza dell’uomo di fronte al tempo. Su Shi, un gigante della letteratura cinese, risponde offrendo una riflessione sulla transitorietà. Spiega che non bisogna guardare l’aspetto mutevole delle cose, ma quello permanente: la natura solo apparentemente cambia (come la luna con le sue fasi), ma in realtà permane. Il cambiamento è l’unica cosa che non cambia, e noi possiamo partecipare all’eternità proprio accettando questo flusso.

La seconda rapsodia (inverno): il mistero dell’esistenza

La seconda rapsodia ha un tono diverso. La gita in barca avviene in inverno, in un paesaggio ostile con scogli che sembrano mostri. Su Shi scende e si avventura tra le rocce, ma non riesce a sostarvi. Durante la notte, una gru passa sopra la barca e in sogno gli appare un immortale taoista. Su Shi gli chiede se fosse lui la gru, ma non riceve risposta. Il finale è incentrato sul mistero dell’esistenza e del mutamento silenzioso, che forse è inesplicabile. Come recita il Daodejing: «il dao che può essere nominato, non è il dao eterno»; il vero mistero non si può spiegare con il linguaggio.

Fonte immagine di copertina: Wikimedia commons

Articolo aggiornato il: 06/09/2025

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