Erasmus a Murcia: la mia esperienza

Erasmus a Murcia: la mia esperienza

L’Erasmus è una grande opportunità, offerta e finanziata dall’Unione Europea, per cambiare un attimo aria e vivere una nuova esperienza al di fuori della propria zona di comfort. È fondamentale saper scegliere la destinazione in base alle proprie esigenze e al tipo di attività che si vuole svolgere, ma, a mio modesto parere, le città piccole, universitarie e con prezzi accessibili rimangono sempre un’opzione preferibile alle grandi metropoli, ove diventa sempre più impegnativo trovare affitti sostenibili per il budget di uno studente. Io, personalmente, ho scelto di trascorrere il mio soggiorno Erasmus a Murcia, in Spagna, e nel bene e nel male è un luogo in cui ho lasciato una parte di me e che ha contribuito enormemente alla mia crescita in quanto individuo. 

Qualche dato su Murcia

Murcia è una città a cavallo tra l’Andalusia e la Comunità Valenciana, sita nel sud-est della Spagna e capoluogo dell’omonima Región de Murcia. È il settimo comune spagnolo per popolazione e vanta 462.979 abitanti distribuiti in un’estensione territoriale di 881 km quadri. È una città molto vasta in quanto posta nel cuore della Huerta de Murcia, una fertilissima valle irrigata dal fiume Segura che la attraversa separando il centro storico (dove è sita la meravigliosa e imponente cattedrale in stile barocco) dal quartiere semi-periferico del Carmen. Uno dei simboli della città è la sardina, tant’è vero che, passeggiando per il lungofiume, è possibile intravedere nel Segura una costruzione a forma dell’animale, a cui è dedicata una delle due feste principali della città, l’Entierro de la Sardina, che si svolge ogni anno il sabato successivo alla domenica di Pasqua e prevede una processione di carri allegorici che termina con l‘incendio di una statua raffigurante, appunto, una sardina. L’altra importantissima festività, da non perdere durante un Erasmus a Murcia, è il Bando de la Huerta, durante il quale i murciani si travestono da contadini indossando abiti tradizionali. 

 Cosa ho apprezzato di più 

-È una città universitaria e, in quanto tale, è progettata ad hoc per gli studenti. La vita universitaria ruota attorno alla centralissima Plaza de la Merced, enorme piazza semi-circolare sede di uno dei due campus dell’UMU, università pubblica della città (l’altra, privata, è la UCAM). La piazza racchiude, inoltre, innumerevoli bar con tavolini all’aperto, per tomar un tinto o una cerve con i propri amici, oltre che locali nelle immediate vicinanze per trascorrere una serata un po’ diversa dal solito;
-È una città a misura d’uomo: il centro cittadino è piccolo e, a prescindere dal quartiere in cui ci si trova, si dispone di tutti i comfort possibili e immaginabili a soli due passi. Ricordo che individuavo market che vendevano la qualsiasi anche a distanza di poche decine di metri l’uno dall’altro; 
Si mangia divinamente. Murcia è conosciuta come “l’orto d’Europa” per la sua posizione geografica privilegiata, e offre ottima cucina mediterranea. Da non perdere assolutamente la marinera (una tapa composta da un’insalata russa con verdure, tonno, patata e maionese con un’acciuga sopra e una sorta di grissini come base), il pastel de carne (pasta sfoglia con ripieno di carne di vitello, chorizo, pancetta, prosciutto, uovo, pepe e altre spezie) e le migas (briciole di pane avanzato condite in vari modi, tipiche anche di alcune province andaluse). Non dovrei raccomandarvi tutti questi piatti in quanto vegetariano, ma se non seguite regimi alimentari particolari sono importanti per un Erasmus a Murcia che si rispetti;
-I murciani sono i nostri fratelli: il senso di ospitalità e la voglia ininterrotta di far festa mescolando sacro e profano, tradizioni e modernità, mi hanno ricondotto immediatamente alla mia terra d’origine, il sud Italia; 
-È circondata da paesaggi mozzafiato che ricordano molto quelli dell’Africa settentrionale, da cui poco dista in linea d’aria;
-È una città a buon mercato: gli affitti sono accessibilissimi e ci si diverte con pochi soldi. I turisti non si vedono neanche con il binocolo, e pertanto la gentrificazione risulta assente. 

Cosa ho apprezzato di meno nel mio Erasmus a Murcia

-Essendo una città piccola, spesso si finisce per svolgere le stesse attività e vedere le medesime persone, sentendosi intrappolati nella monotonia. In generale, una cosa che raccomando molto quando si va in Erasmus è viaggiare e scoprire anche altri posti;
-Nelle zone dove è più concentrata la movida universitaria, ad esempio nei dintorni della Merced e di Santa Eulalia, spesso ci si può imbattere in persone e situazioni un po’ spiacevoli. Non consiglio, inoltre, di girare di notte per La Fama, quartiere abbastanza malfamato pur situandosi in pieno centro cittadino;
-È una città industriale che ha subito un enorme processo di urbanizzazione, per cui la maggior parte degli edifici risale forse agli anni ’60 dello scorso secolo, e, sfortunatamente, i siti di interesse storico-artistico sono talmente pochi da contarsi sulle dita di una mano. Si impiega, dunque, un po’ di tempo per apprendere ad apprezzare Murcia e a vederne il “bello”; 
-Il clima è mite, ma preparatevi a una sofferenza infernale durante l’estate: quello del calor murciano è il periodo in cui uscire di casa senza un ventilatore attaccato addosso equivale ad andare incontro a morte certa, ma quantomeno si ha a disposizione spiagge come Cartagena, Águilas e Alicante a nemmeno un’ora di pullman. 

Dunque, questo è il bilancio complessivo della mia esperienza Erasmus a Murcia. Quel che mi ha sorpreso di più di questa città è il suo forte senso identitario, oltre che l’orgoglio per la propria terra d’origine che contraddistingue i murciani, malgrado l’assenza di una storia chissà quanto importante alle loro spalle. Questo, da solo, è già un motivo più che valido per darle una piccola chance. 

Fonte immagine: Wikimedia Commons (nesimo)

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