Quando si pensa alle fiabe il primo pensiero va alle principesse, ai cavalieri, alle streghe, ma le fiabe kirghise non sono solo i semplici racconti a cui siamo abituati. Sono molto di più, perché raccolgono un insieme di insegnamenti che sono stati tramandati per secoli tra le montagne del Kirghizistan: questi racconti spiegano il clima, il paesaggio e la storia di questo paese diventando così un vero e proprio patrimonio culturale. Le fiabe kirghise sono state tramandate a voce da una generazione di artisti chiamati manaschi e riflettono la vita nomade vissuta dal popolo kirghiso: infatti, i protagonisti sono per lo più pastori, cacciatori e cavalieri che affrontano avventure e sfide.
Le fiabe kirghise e la natura
I luoghi in cui sono ambientate le fiabe kirghise sono posti magnifici e isolati: i laghi, le montagne e le rocce del Kirghizistan hanno dato origine a numerose leggende e fiabe e tra queste spiccano le leggende di Issy-Kul, Sary Chelek e Jeti Oguz. La leggenda di Jeti Oguz, ad esempio, narra di due khan rivali: la bellissima moglie del primo khan fece infatuare il secondo, che decise così di rapirla scatenando una vera e propria guerra. Il secondo khan allora, chiese consiglio ad un anziano saggio che gli suggerì di uccidere la donna per impedire al primo khan di reclamarla e per fare ciò, decise di organizzare un festival durante il quale vennero sacrificati sette tori. Alla fine dell’evento, il khan ordinò l’uccisione della donna e il sangue della donna si mescolò al sangue dei tori, trasformandoli in rocce rosse oggi conosciute come “Jeti-Oguz”, che significa appunto “sette tori”.
Il significato del cavallo
Le fiabe kirghise hanno quasi sempre tra i protagonisti i cavalli, che non solo nei racconti, ma anche nella cultura kirghisa sono animali profondamente celebrati e vengono considerati dei veri e propri amici. Infatti, in tutto il paese esistono manifestazioni in cui vengono eseguite acrobazie a cavallo ed eventi come l‘oodarysh (cioè un match di wrestling in sella), oltre che numerosi piatti a base di cavallo e latte di cavallo. Addirittura, quando in passato un cavaliere moriva, egli non poteva essere diviso dal suo cavallo; quindi molto spesso venivano anche sepolti insieme e se qualcuno rubava un cavallo veniva punito con la morte. Tutt’oggi, i cavalli sono fondamentali per la pastorizia e come mezzo di trasporto nelle aree rurali del Kirghizistan.
L’epopea di Manas
L’epopea di Manas è il poema epico più lungo e centrale della cultura kirghisa, tanto da essere ufficialmente riconosciuta dall’UNESCO il 28 settembre del 2009. È stata scritta solo nel XIX secolo e possiede molte versioni, poiché è stata tramandata oralmente dai manaschi che molto spesso aggiungevano anche un tocco personale. La sua importanza si può notare ovunque all’interno della cultura e dell’identità kirghisa: nei 40 raggi della bandiera nazionale che simboleggiano le tribù che ha unito Manas, nell’aeroporto di Bishkek e in un picco montuoso (che portano entrambi il suo nome) e in altri luoghi naturali come la Manas Bowl.
Le fiabe kirghise in libreria
Le fiabe kirghise, purtroppo, rappresentano in libreria ancora qualcosa di raro e prezioso. Infatti, risultano alquanto difficili da trovare anche in lingua inglese, però non è del tutto impossibile. Se si ha voglia di scoprire questa cultura, ancora così poco conosciuta, è infatti possibile trovare alcune versioni dell’Epopea di Manas. Genitori e insegnanti si impegnano oggi a creare quanti più libri in lingua kirghisa possibile e questo può rappresentare un’ottima opportunità per editori, librerie e lettori che hanno voglia di scoprire qualcosa di diverso dal solito.
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