Giovanna d’Arco, una guerriera divenuta santa

Giovanna d’Arco, una guerriera divenuta sant

Ci sono diversi personaggi femminili che hanno lasciato il segno nel corso dei secoli, per il loro valore, i loro meriti, così come per azioni negative da loro compiute. Molte sono andate incontro a una triste fine, spesso ingiustamente, e non poche volte il giudizio della storia è stato duro nei loro confronti. Possiamo affermare che ci siano state donne che hanno compiuto gesta eroiche e, pur avendo avuto un destino nefasto, sono ancora oggi ricordate come figure emblematiche. Un esempio lampante è rappresentato da Giovanna d’Arco (in francese Jeanne d’Arc), l’eroina francese che si distinse per i suoi meriti nella Guerra dei cent’anni (1337-1453), nota anche come “la pulzella d’Orléans”.

Chi era Giovanna d’Arco? Le origini della Pulzella

Il contesto storico: La Francia nella Guerra dei cent’anni

La breve vita di Giovanna d’Arco si colloca in un contesto storico di particolare difficoltà per la Francia: in quel momento la famiglia reale d’Inghilterra aveva reclamato il trono francese, a causa dei legami di parentela che intercorrevano tra il sovrano inglese Enrico III e il re Filippo IV di Francia. A ciò si aggiunse un divieto di importazione di lana da parte dei francesi, fatto per inibire lo sviluppo economico dell’Inghilterra, dando così inizio alla lunga Guerra dei Cent’anni.

A un certo punto del conflitto, tra alti e bassi, sembrava che la situazione stesse volgendo al meglio per gli inglesi, con Enrico V che arrivò a reclamare il trono francese una volta morto re Carlo VI… ma entrambi vennero a mancare nello stesso anno (1422). Questo evento fu percepito da molti francesi come un segno divino e contribuì a risollevare lo spirito nazionale. A ciò si aggiunse l’arrivo sulla scena di una giovane ragazza, Giovanna d’Arco, destinata a cambiare le sorti del conflitto.

La chiamata divina: Le voci e la missione di Giovanna d’Arco

Giovanna d’Arco nacque il 6 gennaio 1412 a Domrémy, nell’est della Francia, in una famiglia di umili contadini devoti. Intorno ai 13 anni iniziò ad affermare di sentire delle voci celestiali, identificate come quelle dell’Arcangelo Michele, di Santa Caterina d’Alessandria e Santa Margherita d’Antiochia. Queste voci, secondo il suo racconto, le rivelarono che era destinata a salvare la Francia dagli invasori inglesi e a far incoronare il Delfino a Reims. Questa profonda convinzione la portò a decidere di prendere i voti di castità (da qui il soprannome “pulzella”, ovvero “vergine”) e a cercare di unirsi alla lotta contro gli inglesi. Per cui nel 1429, superando non poche difficoltà, si presentò al cospetto del futuro re Carlo VII, all’epoca Delfino di Francia, a Chinon, e gli espose la questione, con la ferma convinzione di essere la prescelta di Dio. Egli rimase colpito dalla sua eloquenza e passione, ma, con cautela, preferì farla interrogare da un gruppo di sacerdoti e teologi a Poitiers, per assicurarsi che fosse una cristiana devota e non un’eretica o un’illusa. Solo dopo aver avuto conferma della sua ortodossia e sincerità, le concesse fiducia e la inviò a compiere la sua prima, fondamentale missione: raggiungere Orléans assediata.

Le gesta militari di Giovanna d’Arco: Da Domrémy a Reims

La liberazione di Orléans: L’impresa che consacrò l’eroina

Giovanna d’Arco ottenne così un piccolo contingente militare e una missione cruciale: quella di liberare la città di Orléans dall’assedio inglese, un evento chiave per il morale francese. Ella non partì con un comando ufficiale, ma furono il suo carisma, la sua fede e il suo fervore patriottico ad infiammare gli animi dei soldati e della popolazione francese, permettendole così di raccogliere attorno a sé un seguito crescente. Vestita con un’armatura bianca e portando con sé uno stendardo bianco con i nomi di Gesù e Maria e l’immagine di Dio Padre, simbolo di purezza e della sua missione divina, la vergine guerriera si diresse verso Orléans. Contro ogni aspettativa, la sua presenza galvanizzò le truppe francesi che ruppero l’assedio inglese l’8 maggio 1429. A soli 17 anni, Giovanna d’Arco aveva compiuto un’impresa straordinaria, guadagnandosi il soprannome di “Pulzella d’Orléans“.

Vittorie decisive e l’incoronazione di Carlo VII a Reims

Successivamente alla liberazione di Orléans, Giovanna d’Arco guidò l’esercito francese in una serie di altre importanti vittorie nella Valle della Loira, inclusa la decisiva battaglia di Patay. Il suo successo più significativo fu la rapida avanzata verso Reims: qui, infatti, nella cattedrale, era tradizione che venissero incoronati i sovrani francesi e la presenza di guarnigioni nemiche lungo la strada impediva che il Delfino Carlo fosse ufficialmente consacrato Re. Ancora una volta, la Pulzella d’Orléans si lanciò all’attacco, aprendo la via per Reims. Riuscì a raggiungere la città, entrando trionfante il 16 luglio 1429. Il giorno seguente, il 17 luglio 1429, il Delfino poté essere finalmente incoronato come re Carlo VII di Francia nella Cattedrale di Reims, con Giovanna d’Arco al suo fianco. Si creò così un’immagine quasi leggendaria di invincibilità intorno alla figura della giovane, e si racconta che sul campo di battaglia molti nemici fuggissero da lei, percependola come spinta da una forza sovrannaturale. Ma questa gloria fu di breve durata.

La cattura, il processo e la condanna di Giovanna d’Arco

La cattura a Compiègne e la consegna agli inglesi

Spinta dal suo ardore religioso e patriottico, Giovanna d’Arco era decisa a proseguire nelle spedizioni militari, puntando persino a liberare Parigi. Il re Carlo VII e i suoi consiglieri, però, iniziarono a mostrare un atteggiamento più cauto e distaccato nei suoi confronti, preferendo tentare la via diplomatica e forse temendo l’influenza e l’incontrollabile fervore della fanciulla. Mentre difendeva il borgo di Compiègne da un attacco congiunto degli inglesi e dei loro alleati Borgognoni nel maggio del 1430, Giovanna d’Arco fu catturata da questi ultimi durante una sortita. Dopo alcuni mesi di prigionia, fu consegnata agli inglesi dietro pagamento di una ingente somma di denaro.

Il processo per eresia a Rouen contro Giovanna d’Arco

Gli inglesi trasferirono Giovanna d’Arco a Rouen, all’epoca sotto il loro controllo, e la posero sotto processo ecclesiastico per eresia e stregoneria, presieduto dal vescovo filo-inglese Pierre Cauchon. L’obiettivo politico era chiaro: condannandola come strega o eretica, puntavano a screditare le sue vittorie e, di conseguenza, a dichiarare illegittima l’incoronazione di Carlo VII, avvenuta, secondo loro, con l’aiuto di un’agente del diavolo. Fu anche per questo calcolo politico, oltre alla sua posizione precaria, che il sovrano francese Carlo VII non intervenne energicamente per salvarla. Il processo fu lungo e complesso; Giovanna d’Arco, nonostante fosse analfabeta, rispose con coraggio e acume alle accuse riguardanti le sue voci, il vestire abiti maschili e la sua obbedienza diretta a Dio piuttosto che alla Chiesa terrena.

La condanna al rogo: La tragica fine della Pulzella

Nonostante la sua difesa, sotto la pressione degli accusatori e dopo una momentanea abiura poi ritrattata, Giovanna d’Arco fu dichiarata colpevole di eresia recidiva. Fu condannata a morte e bruciata viva sul rogo nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen il 30 maggio 1431. Morì all’età di soli 19 anni, tenendo secondo le cronache gli occhi fissi su un crocifisso e invocando il nome di Gesù. La sua tragica fine segnò profondamente l’immaginario collettivo.

L’eredità di Giovanna d’Arco: Riabilitazione e mito

Impatto sulla Guerra dei cent’anni e l’orgoglio francese

Nonostante l’infausto destino toccato alla giovane eroina, il suo sacrificio e il suo eroismo instillò negli animi dei francesi un rinnovato senso di unità e un orgoglio nazionale che si rivelarono determinanti. La sua figura divenne un simbolo della resistenza francese e contribuì a spingere il Paese verso la vittoria finale nella Guerra dei cent’anni nel 1453.

La riabilitazione postuma e la canonizzazione di Santa Giovanna d’Arco

Venticinque anni dopo la sua morte, una volta che Rouen tornò sotto il controllo francese, lo stesso Carlo VII sollecitò la revisione del processo. Nel 1455 Papa Callisto III autorizzò l’apertura di un nuovo processo, detto “di nullità” o “di riabilitazione“. Questo riesaminò le accuse e le procedure del primo processo, ascoltando numerosi testimoni. Nel 1456, il tribunale dichiarò nullo il processo di condanna del 1431 e riabilitò pienamente la figura e la memoria di Giovanna d’Arco, riconoscendola come martire. In più, alla fine del XIX secolo, la Chiesa Cattolica intraprese le pratiche per la sua canonizzazione. Una volta concluse, nel 1920, la Pulzella d’Orléans fu ufficialmente dichiarata santa e proclamata una delle sante patrone della Francia. Ancora oggi Santa Giovanna d’Arco è considerata un’eroina nazionale e una figura universale, fonte di ispirazione e ammirazione per il suo coraggio, la sua fede e la sua determinazione.

Fonte immagine: Wiki Commons

 

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