Nella vivace Alessandria d’Egitto del IV secolo, crocevia di popoli e idee, visse una donna destinata a sfidare il suo tempo: Hypatia. Figura che incarna una delle voci più luminose del pensiero antico: simbolo di emancipazione femminile e legame vitale tra il patrimonio greco e la tradizione romana.
Chi era Hypatia di Alessandria?
Hypatia nacque ad Alessandria d’Egitto, probabilmente, intorno al 360 d.C. Era figlia di Teone, un noto filosofo, matematico e astronomo, ma soprattutto un grande maestro, che si dedicò a preservare e diffondere l’opera più famosa di Euclide, pubblicando un’edizione degli Elementi. Teone era, inoltre, direttore del Museion di Alessandria, la più prestigiosa istituzione culturale del mondo antico. In questo ambiente straordinario, animato dal sapere matematico, filosofico e astronomico, trasmise a sua figlia non solo le conoscenze scientifiche e filosofiche, ma anche il metodo rigoroso della ricerca e l’amore per la verità.
Una volta cresciuta, Hypatia divenne una delle figure più brillanti del suo tempo, superando addirittura suo padre e distinguendosi come matematica, astronoma e filosofa neoplatonica. Ma Hypatia fu, innanzitutto, una maestra molto apprezzata: guidava i suoi allievi a ragionare con la propria mente, a porsi domande e a cercare la verità con spirito critico. Divenne inoltre membro di punta della Scuola Alessandrina, corrente di pensiero filosofica relativa all’ultima fase del neoplatonismo.
Hypatia tra filosofia e fede
Hypatia rimase sempre legata alla cultura pagana e al pensiero neoplatonico, per lei la filosofia non era soltanto teoria, ma un percorso spirituale capace di condurre l’anima verso il divino attraverso la conoscenza e la virtù. Allo stesso tempo, univa alla speculazione filosofica lo studio della matematica e dell’astronomia, considerate strumenti per comprendere l’armonia dell’universo. Tutto questo avveniva in un periodo storico particolarmente complesso per una donna pagana: con l’Editto di Tessalonica del 380 d.C., il cristianesimo era diventato religione di Stato, i vescovi avevano accresciuto enormemente il loro potere, e le altre comunità religiose venivano sempre più marginalizzate, se non addirittura ostacolate e danneggiate.
La tragica fine
Ad Alessandria, la vita politica e religiosa era sempre più tesa. Il vescovo Cirillo, deciso a rafforzare il potere della Chiesa, si scontrava con il prefetto romano Oreste, che cercava di mantenere l’autorità civile e l’equilibrio della città. La fama di Hypatia come filosofa e maestra, unita alla sua identità pagana, la rese un bersaglio in un periodo in cui il cristianesimo era ormai dominante. Così, nel marzo del 415, una folla di fanatici cristiani la trascinò con violenza fino all’interno di una chiesa, dove fu spogliata e brutalmente uccisa: la sua carne venne lacerata con cocci e tegole, e infine i suoi resti furono bruciati nel tentativo di cancellarne ogni memoria.
Questo delitto segnò una profonda ferita per la scienza e per la dignità stessa delle donne. La sua storia, ancora oggi, invita a riflettere su come i dogmi, religiosi, ideologici o di qualsiasi altra natura, possano diventare ostacoli alla conoscenza, alla libertà di pensiero e al progresso dell’umanità.
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