I gatti nella storia: un percorso affascinante tra arte e cultura

I gatti, creature sinuose, silenziose e affascinanti, rientrano nel folclore di diversi popoli e hanno imposto la loro presenza nel mondo dell’arte: dalla scrittura alla pittura, dalla scultura al disegno, nessuno resiste a questi animali dalla storia antica ed intricata.

Gatti nell’arte: un connubio tra fascino e mistero

Da sempre i gatti esercitano un fascino particolare sugli esseri umani, e la loro presenza nel mondo dell’arte è una costante che attraversa i secoli e le culture. Simbolo di indipendenza, mistero, eleganza e a volte anche di forze oscure, i gatti sono stati fonte di ispirazione per artisti di ogni epoca.

Il gatto nella storia: da divinità a simbolo del mistero

Per comprendere appieno il ruolo dei gatti nell’arte, è utile ripercorrere brevemente la loro storia e il loro impatto sulle civiltà del passato.

I gatti nell’antico Egitto: venerazione e culto

Le prime testimonianze relative a questi felini risalgono all’antico Egitto, al 3000 a.C. circa. In tale periodo i gatti venivano venerati come divinità e considerati l’incarnazione di Bastet, dea della guerra, della casa, delle donne, dei gatti, della fertilità e delle nascite. Secondo Erodoto, nell’antico Egitto i gatti erano così importanti che quando una casa egiziana prendeva fuoco, gli abitanti si preoccupavano prima di mettere al sicuro i propri gatti e poi di spegnere l’incendio. Inoltre, quando un gatto di famiglia veniva a mancare, si osservavano gli stessi rituali che accompagnavano la scomparsa di un membro della famiglia: i gatti venivano mummificati con stoffe di lino di pregiata fattura. L’antenato dell’odierno gatto domestico è il cosiddetto Felis Lybica, il gatto selvatico nordafricano. Quest’ultimo, nel corso del tempo si è unito ad altre specie di felini, come il Felis Chaus, gatto della giungla, creando un materiale genetico vario e resistente.

Gatti in Grecia e nell’antica Roma: apprezzati ma non divinizzati

In Grecia e a Roma il gatto fu apprezzato, ma non ottenne mai lo stesso trattamento che gli riservarono gli egiziani. In Grecia veniva impiegato nella lotta ai parassiti e come animale domestico, mentre a Roma ricoprì il ruolo di animale da compagnia, come testimoniano le tombe romane che mostrano i proprietari di questi felini in preda al dolore.

Il declino nel Medioevo: l’associazione con l’oscurità

Nel Medioevo, tra il 470 e il 1500 circa, il gatto perse il suo prestigio, la sua immagine fu associata all’oscurità, alla negatività, alle forze occulte e alla stregoneria. Con la diffusione del cristianesimo, i gatti furono considerati “famigli” delle streghe, degli spiriti diabolici, demoni minori che prendevano parte alle malefatte dell’incantatrice.

Gatti nell’arte: fonte di ispirazione per artisti e poeti

Nonostante le alterne fortune, i gatti hanno mantenuto un ruolo di primo piano nel mondo dell’arte. Pittori, scultori, scrittori e poeti hanno trovato in questi felini una fonte inesauribile di ispirazione, catturandone l’eleganza, il mistero e l’indipendenza in opere di grande valore artistico.

Capolavori felini: analisi di alcune opere d’arte con gatti

Gatto con un trancio di salmone, due sgombri e un mortaio e pestello di Jean-Baptiste-Siméon Chardin

Il dipinto Gatto con un trancio di salmone, due sgombri e un mortaio e pestello di Jean-Baptiste-Simèon Chardin rappresenta la realtà in maniera chiara, semplice e inequivocabile, senza dare spazio a interpretazioni o simbolismi. Nella scena il felino è ritratto mentre tiene la zampa su un corposo trancio di salmone, guardando con disappunto un eventuale rivale fuori campo. L’opera, realizzata nel XVIII secolo, si inserisce nel contesto della pittura di genere, che si concentra sulla rappresentazione di scene di vita quotidiana.

Ritratto di Armellino gatto con sonetto: un’ode al gatto

Ritratto di Armellino gatto con sonetto risale alla metà del Settecento, è conservato a Roma, a Palazzo Braschi. Il dipinto mostra un gatto con cuscino rosso e collare pregiato. Il sonetto alle sue spalle è una vera e propria ode al gatto, composta per la poetessa romana Alessandra Forteguerra e per il suo Armellino. Quest’opera testimonia l’affetto e la considerazione di cui godevano i gatti in alcuni ambienti aristocratici del XVIII secolo.

La ragazza con gatto nero di Giovanni Boldini: un gioco di contrasti

Nel dipinto La ragazza con gatto nero, Giovanni Boldini esalta la bellezza della figura femminile presente sulla tela, in un gioco di contrasti che coinvolge il rosso dello sfondo che si differenzia dal nero lucido del manto dell’animale. La scena ha due protagonisti, la modella e il felino, che danno vita ad un connubio molto interessante. L’opera, realizzata a fine Ottocento, si inserisce nel contesto della Belle Époque, periodo caratterizzato da un’intensa vita mondana e da una grande attenzione all’estetica.

Gatto e uccello di Paul Klee: astrazione e amore per i felini

Gatto e uccello di Paul Klee è un’opera atipica, irregolare e originale, dove l’intensità cromatica si mescola con l’astrattezza delle forme e delle misure. Oltre a rappresentare egregiamente le ricerche svolte dall’autore sulla luce e sul colore, questo dipinto esprime pienamente l’intenso amore di Klee per i suoi gatti. L’opera, realizzata nel 1928, si inserisce nel contesto dell’arte astratta, di cui Klee fu uno dei principali esponenti.

Gli amanti di mia moglie di Carl Kahler: l’amore per i gatti di Kate Birdsall Johnson

Gli amanti di mia moglie di Carl Kahler è un’opera che esprime pienamente l’amore intenso, incontenibile e totalizzante della signora Kate Birdsall Johnson, che ospitava circa 350 gatti nella sua residenza di Buena Vista, in California. A fine Ottocento la signora assunse il pittore di cavalli Carl Kahler, quest’ultimo se la cavò meravigliosamente con i nuovi soggetti e diede vita a un’opera di grande spessore. Il dipinto raffigura molti dei gatti della signora Johnson, ed è una testimonianza dell’eccezionale passione di questa donna per i felini.

Il simbolismo dei gatti nell’arte

I gatti, con la loro natura enigmatica e il loro comportamento indipendente, hanno assunto diversi significati simbolici nel corso della storia dell’arte. Spesso associati alla femminilità, alla sensualità e al mistero, i gatti possono rappresentare anche la libertà, l’indipendenza e la saggezza. La loro presenza in un’opera d’arte aggiunge sempre un elemento di fascino e di mistero, invitando lo spettatore a riflettere sul significato più profondo dell’opera stessa. La rappresentazione dei gatti nell’arte, in definitiva, è un tema vasto e affascinante, che riflette il complesso rapporto tra l’uomo e questi animali enigmatici.

Fonte immagini: pixabay.com, wikioo.org, wikipedia.rg, wikipedia.

 

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