Sleipnir è il leggendario cavallo a otto zampe del dio Odino, una delle figure centrali della mitologia norrena. Considerato il migliore di tutti i cavalli, questo destriero è un simbolo della potenza divina e della connessione tra i mondi. La sua storia, che intreccia l’inganno di Loki con la necessità degli dei, è narrata in fonti primarie della cultura germanica, come l’Edda in prosa e l’Edda poetica.
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Chi è Sleipnir: il destriero che attraversa i nove mondi
Sleipnir è descritto come un magnifico cavallo dal manto grigio, la cui caratteristica più straordinaria sono le sue otto zampe. Questa peculiarità gli conferisce una velocità ineguagliabile e la capacità di viaggiare attraverso terra, aria e mare, ma soprattutto di attraversare i confini dei Nove Mondi che compongono il cosmo norreno, da Asgard a Hel. Sleipnir è uno dei molti animali totemici legati a Odino, insieme ai suoi due corvi, Huginn (il pensiero) e Muninn (la memoria), e ai suoi due lupi, Geri e Freki. La sua presenza è attestata in numerose fonti, tra cui la Saga di Hervör e la Gesta Danorum, confermandone l’importanza nel corpus mitologico nordico.
Le origini di Sleipnir: il racconto di Snorri Sturluson
La nascita di Sleipnir è narrata in dettaglio nel Gylfaginning, una sezione dell’Edda in prosa scritta dallo storico islandese Snorri Sturluson nel XIII secolo. Il mito ha inizio con la necessità di proteggere Asgard, la dimora degli dei.
Il patto per costruire le mura di Asgard
Secondo il mito, un costruttore si offrì di erigere un’imponente fortezza attorno ad Asgard in soli diciotto mesi, per proteggere gli dei dai loro nemici, i giganti. In cambio, chiese una ricompensa altissima: il Sole, la Luna e la mano della dea Freya. Spinti da Loki, gli dei accettarono il patto, convinti che l’impresa fosse impossibile. Tuttavia, il costruttore, aiutato dal suo possente stallone Svaðilfœri, procedeva a una velocità prodigiosa. A soli tre giorni dalla scadenza, le mura erano quasi completate.
L’inganno di Loki e la nascita del destriero
Presi dal panico, gli dei costrinsero Loki a trovare una soluzione per sabotare il lavoro. Il dio dell’inganno, maestro della trasformazione, escogitò un piano singolare: si trasformò in una bellissima giumenta e si presentò davanti a Svaðilfœri. Lo stallone, attratto dalla cavalla, abbandonò il lavoro e la inseguì nel bosco per un’intera notte. In seguito a questa unione, Loki stesso partorì un puledro grigio con otto zampe. Questo puledro era Sleipnir, che Loki donò a Odino. Il costruttore, senza l’aiuto del suo cavallo, non riuscì a completare il muro in tempo. Furioso, rivelò la sua vera natura di gigante, venendo prontamente ucciso da Thor con il suo martello, Mjöllnir.
| Personaggio / Entità | Ruolo nella nascita di Sleipnir |
|---|---|
| Loki | Si trasforma in giumenta per sedurre lo stallone Svaðilfœri, dando poi alla luce Sleipnir. È tecnicamente la “madre” del cavallo. |
| Svaðilfœri | Lo stallone del gigante costruttore, che interrompe il suo lavoro per seguire la giumenta. È il “padre” di Sleipnir. |
| Il Costruttore (Gigante) | Il proprietario di Svaðilfœri, il cui patto con gli dei crea la situazione che porta all’intervento di Loki. |
| Odino | Il destinatario finale del dono. Riceve Sleipnir da Loki, facendone il suo destriero personale. |
Il significato del nome e il simbolismo delle otto zampe
Il nome Sleipnir in norreno significa “colui che scivola” o “il veloce”, un chiaro riferimento alla sua incredibile velocità. Il simbolismo delle otto zampe è stato oggetto di dibattito tra gli studiosi. Una delle interpretazioni più accreditate, come riportato in diverse analisi sulla mitologia germanica, lega Sleipnir alle pratiche sciamaniche. Le otto zampe rappresenterebbero la velocità soprannaturale con cui uno sciamano (ruolo spesso incarnato da Odino) viaggia tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Un’altra teoria collega la figura a riti funerari, dove una bara viene portata da quattro persone, per un totale di otto gambe che trasportano il defunto nel suo ultimo viaggio.
Sleipnir in altri miti: il viaggio verso Hel
Oltre alla sua nascita, Sleipnir gioca un ruolo fondamentale in un altro mito importante: la morte del dio Baldr. Dopo l’uccisione del figlio prediletto di Odino, il dio Hermóðr si offre volontario per cavalcare fino al regno dei morti, Hel, e implorare la sua liberazione. Per compiere questa impresa impossibile, Odino gli presta Sleipnir. Grazie alla sua abilità di attraversare i mondi, il cavallo riesce a superare i cancelli di Hel, permettendo a Hermóðr di negoziare (anche se senza successo) il ritorno di Baldr. Questo episodio consolida ulteriormente lo status di Sleipnir come il destriero per eccellenza, l’unico in grado di connettere il regno degli dei a quello dei morti.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 02/10/2025

