La guerra di Corea, origini e conseguenze del conflitto

La guerra di Corea, origini e conseguenze del conflitto

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la resa del Giappone, le forze politiche coreane dovettero riorganizzare e costruire un governo unitario che potesse gestire al meglio la libertà dopo gli anni di colonizzazione. L’intervento delle forze straniere tuttavia esasperò le divisioni ideologiche presenti sul territorio causando la tragedia nazionale più grande che la Corea ricordi: la guerra di Corea e la divisione del paese in due nazioni distinte.

Prima del conflitto

La situazione era rischiosa già prima della guerra di Corea, Roosvelt infatti concedeva libertà e autodeterminazione alle colonie dopo un certo periodo di tutela e la Corea veniva considerata tale in quanto colonia di un paese sconfitto. Tuttavia gli USA si aspettavano interesse da parte di URSS e Cina, infatti quando l’URSS dichiarò guerra al Giappone, avanzando verso la penisola coreana, gli americani crearono una zona di influenza e la linea di demarcazione venne fissata lungo il 38° parallelo per non lasciare campo libero a Stalin. Le truppe americane trovarono una situazione politica che si orientava verso sinistra, grazie anche al ritorno in patria degli esuli come Yi Sungman e Kim Ku, ma anche un giovane ex guerrigliero distintosi in Manciuria negli anni ’30 che presto tutti avrebbero conosciuto come Kim Ilsŏng. USA e URSS si accordarono e stabilirono per la Corea una fase di transizione di 5 anni prima dell’indipendenza, ma l’anticomunismo degli USA innescò una reazione a catena. Prima di tutto il generale Hodge, uomo ignorante e razzista, appoggiò Yi Sungman contro Kim Ku, che considerava l’accettare l’amministrazione fiduciaria un’offesa al governo provvisorio di Shanghai che aveva lottato per l’indipendenza dal 1919 ed era più aperto a un dialogo con i comunisti. Nel 1946, i sovietici crearono a Nord un ‘Consiglio popolare‘ presieduto da Kim Ilsŏng e gli americani stabilirono a sud un ‘Consiglio democratico‘ provvisorio presieduto da Yi Sungman, ponendo le basi per la successiva divisione. Per Yi il fine era la riunificazione della penisola attraverso le armi, passando per l’eliminazione dei comunisti al sud mentre al nord intanto Kim Ilsŏng tracciava le linee di quello che sarebbe diventato un vero e proprio stato. Grazie a organizzazione e indottrinamento, i cittadini del nord iniziarono ad essere allineati su un’unica idea socialista e l’esercito diventava fulcro del paese. Gli americani, temendo di perdere l’influenza sulla parte meridionale del paese, tentarono di far svolgere delle elezioni a nord e a sud, ma Pyŏngyang si rifiutò e queste si tennero solo nella zona meridionale. Il 15 Agosto 1948 a Seoul venne proclamata la Repubblica di Corea con presidente Yi Sungman e in risposta il Nord decise di convocare una conferenza di tutti i partiti di nord e sud per cercare di gettare le basi per la creazione di uno Stato unico, libero da ogni presenza militare straniera. Le modalità delle elezioni alternative che si tennero sono tutt’oggi confuse, quel che è certo è che il 9 settembre a Pyŏngyang fu ufficialmente proclamata la Repubblica Popolare Democratica di Corea, con Kim Ilsŏng come primo ministro. L’anno successivo iniziarono violenti scontri tra le truppe del nord e del sud e gli USA si schierarono militarmente dalla parte della Corea del Sud contro i comunisti.

La guerra di Corea

La guerra di Corea presenta ancora punti oscuri, anche perché su molti documenti che la riguardano grava ancora il segreto di stato. A quanto pare il 25 Giugno 1950 alle prime luci del mattino iniziarono violenti scontri di artiglieria nella penisola di Onjin e in poche ore il fronte sudcoreano venne travolto dalle armate di Kim Ilsŏng che puntavano a Seoul. Le ipotesi sull’origine del conflitto sono tre:

  • Secondo alcuni la Repubblica Popolare Democratica di Corea avrebbe attaccato per prima, con la benedizione di Stalin e Mao, per forzare la riunificazione con una guerra lampo;
  • Yi Sungman, d’accordo con gli americani, avrebbe attaccato il nord al fine di provocarne la reazione e dare luogo alla guerra;
  • Yi Sungman avrebbe agito da solo, in modo da provocare la reazione nordcoreana e mettere gli USA davanti al fatto compiuto.

Tuttavia è complesso avere una certezza su quale sia stata effettivamente la causa scatenante. Ciò che è certo è che l’esercito sudcoreano non sarebbe mai stato in grado di vincere senza l’aiuto americano. Truman infatti ordinò alle truppe USA di intervenire e dopo pochi giorni sia la Cina che l’URSS iniziarono a parlare di ‘aggressione americana‘ e dopo i vari consigli di sicurezza delle nazioni Unite ben 17 paesi si trovarono a combattere la guerra di corea dalla parte dei sudcoreani. Il 7 ottobre le truppe della coalizione invasero il nord e il 20 entrarono a Pyŏngyang ma Mao Zedong decise di intervenire rovesciando sulla penisola un’orda di 200.000 militari cinesi che spinsero le truppe nuovamente verso sud. Negli USA la preoccupazione era crescente e il generale MacArthur propose addirittura di utilizzare l’atomica anche sulla Cina, ma fortunatamente gli alleati rifiutarono e MacArthur venne sostituito con il generale Ridgway. La guerra di Corea entrò in fase di stallo e la linea del fronte finì per attestarsi più o meno sulle posizioni di partenza prima dello scoppio delle ostilità. A questo punto era necessario negoziare ma anche qui si giunse a un punto morto. Nel 1952 gli alleati tentarono ancora una volta di risolvere militarmente il conflitto con incursioni aeree nel nord e bombardamenti a tappeto, ma il nord resistette e questo provocò ancor di più il risentimento degli statunitensi. La morte di Stalin, il 5 marzo 1953, cambiò l’attitudine dei sovietici in merito alle trattative per un armistizio della penisola coreana. Fu così così che il 30 marzo Zhou Enlai, ministro degli esteri cinese, accettò la proposta di procedere prima allo scambio dei prigionieri infermi o feriti e poi di consegnare a delle nazioni neutrali i prigionieri che si rifiutavano di rimpatriare. Alla fine il 27 Luglio 1953 a Panmunjŏm, poco a sud di Kaesŏng, venne firmato l’armistizio alla cui stipula non parteciparono i sudcoreani.

Cosa accadde dopo la guerra di Corea

La guerra di Corea ha causato circa 3 milioni di morti e la divisione di una nazione ed è stato il primo conflitto post-coloniale oltre che il primo teatro armato della guerra fredda. Le città del nord vennero distrutte, gli USA usarono addirittura il napalm e furono accusati anche di guerra batteriologica tramite insetti e altri materiali organici non autoctoni. Sulla politica internazionale la guerra di Corea ebbe notevoli ripercussioni, favorendo il riarmo degli USA e i suoi alleati contro il comunismo. Il 26 aprile 1954 a Ginevra si tenne la Conferenza sulla Corea del dopoguerra. I nordcoreani proposero lo sgombero delle forze straniere dalla penisola entro sei mesi e nuove elezioni per la creazione di un governo nazionale mentre gli americani non volevano rinunciare alla loro presenza militare in Corea del Sud e il 15 giugno la conferenza si chiuse con nulla di fatto, ribadendo la divisione in due parti impossibilitate ad avere ogni rapporto con l’altra.

Nel decennio successivo la guerra di Corea, in Corea del Sud il governo sviluppò un’economia che controllava le importazioni investendo pesantemente sullo sviluppo dell’industria privata. Intorno agli anni ’70 l’attenzione si spostò su un’economia maggiormente orientata sulle esportazioni. La Corea del Sud facilitò lo sviluppo delle esportazioni attraverso incentivi, agevolazioni fiscali alle aziende, e incoraggiando la crescita di giganteschi conglomerati industriali chiamati chaebol. La Corea del Sud è ora uno dei maggiori Paesi per quanto riguarda le esportazioni, ed è sede di chaebol internazionali come la Samsung o la Hyundai.
La Corea del Nord, invece, ha basato la sua economia principalmente sull’agricoltura e, a peggiorare le cose, nel 1997 una terribile carestia causata dalla fine dell’appoggio economico sovietico, da disastri naturali e dall’isolamento e dall’arretratezza tecnologica colpì il paese, che ancora oggi è caratterizzato da un’economia stagnante, piccola e carente ed ha una delle società più povere, chiuse e rigide a livello mondiale.

Fonte immagine: Wikimedia

A proposito di De Fenzo Benedetta

Benedetta De Fenzo (1995) studia Coreano e Giapponese presso l'Università di Napoli L'Orientale. Nel tempo libero si dedica alle sue passioni principali: la cucina, la musica, gli animali e la letteratura.

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