Galateo a tavola: le regole principali ancora oggi utili

Galateo a tavola, regole obsolete o ancora utili? Considerato da molti superato e da altri intramontabile, il galateo consiste nel complesso delle norme convenzionali che definiscono le aspettative di un dignitoso comportamento sociale. Si parla di galateo soprattutto per identificare una serie di prescrizioni per quanto riguarda il comportamento a tavola.

Oggi si è dinanzi al seguente dilemma: ha ancora senso rispettare certe regole sociali oppure è tempo di accantonarle per una maggiore flessibilità e spontaneità quando si tratta di intrattenere relazioni civili?

Il galateo a tavola: iniziamo dall’etimologia

Galateo, vocabolo che designa il sistema di convenzioni che determinano il corretto comportamento da osservare nelle situazioni civili e sociali, deve la propria fama a Giovanni Della Casa. Tra il 1551 e il 1555, infatti, Della Casa redasse un trattato battezzato “Galateo overo de’ costumi” in cui erano elencati consigli su come vestirsi, conversare e comportarsi a tavola e, più in generale, nelle occasioni sociali. L’idea gli era stata trasmessa da Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa (da qui il nome Galateo), come ricorda anche l’enciclopedia Treccani.

Cosa fare (le regole d’oro) Cosa non fare (gli errori da evitare)
Tenere una postura eretta e appoggiare solo gli avambracci al tavolo Appoggiare i gomiti sul tavolo
Posizionare il tovagliolo sulle gambe appena seduti Dire “buon appetito” in contesti molto formali
Spezzare il pane con le mani e portarne un pezzetto alla volta alla bocca Fare la “scarpetta” con il pane
Posare le posate parallele nel piatto (ore 18:30) per indicare di aver finito Emettere rumori durante la masticazione

Il galateo a tavola, l’ABC che ognuno dovrebbe conoscere

Prima di schierarci dalla parte di chi sostiene l’anacronismo del galateo o di chi lo addita ancora come buon costume da seguire, è opportuno conoscere l’ABC del galateo a tavola. Tutto comincia dalla postura e dal dress code: non bisogna poggiare i gomiti sul tavolo, né piegarsi verso il cibo. Solo le mani possono essere appoggiate sul tavolo, ed è conveniente spostare il cibo verso la bocca, e non la bocca verso il cibo. Il tovagliolo, invece, va posto opportunamente sulle gambe (e non legato intorno al collo per paura di macchiarsi la maglietta).

Una delle domande più comuni è: chi mangia per primo? La regola è chiara: sono i padroni di casa a dare il via. E affinché il banchetto possa avere inizio, tutti gli ospiti devono aver preso posto e devono essere stati serviti.

È vietato dire buon appetito: o perlomeno così prescriverebbe il galateo originale. Nelle cerimonie nobiliari, infatti, il cibo era considerato soltanto una cornice, mentre il fulcro era rappresentato dall’incontro sociale. Augurare un buon appetito significava ridurre l’evento a un mero atto di consumo. Chiaramente, è bene osservare questa norma solo in occasioni formali e non risparmiarsi un gioviale “buon appetito” quando si è con amici o parenti.

Apparecchiare la tavola: posate, pane e bevande

Ma giungiamo alla parte più problematica che il galateo implica: l’apparecchiamento della tavola. Le posate devono occupare il posto a lato del piatto, posizionando le forchette sulla sinistra (in ordine di utilizzo, dalla più esterna alla più interna) e sulla destra i coltelli e, più esterno, il cucchiaio. La lama del coltello deve essere rivolta verso l’interno, un’antica usanza che significava mostrare intenzioni pacifiche all’ospite. Sempre a sinistra occorre disporre un piattino per il pane, che è l’unico alimento a poter essere toccato con le mani. Esso va spezzato in bocconi e portato alla bocca, evitando di fare la famosa (ma non sempre opportuna) scarpetta.

E per le bevande? Esiste un codice anche per quelle. Se si sceglie di fare un brindisi, tutti i commensali devono portare il bicchiere alla bocca, anche senza bere. È bene inoltre versare l’acqua prima ai propri vicini e poi a se stessi, e bere solo dopo aver inghiottito il boccone.

Gli errori da non fare: i divieti più importanti

Mai chiedere stuzzicadenti, mai affidarsi all’ausilio di un cucchiaio per avvolgere gli spaghetti, mai sputare il nocciolo direttamente nel piatto, ma ricorrere a una posata per posarlo nel piatto. Mai emettere rumori nel masticamento o soffiare sul piatto per raffreddarlo. Il cucchiaio si riempie solo a metà, per non farne strabordare il contenuto, e non bisogna riempirsi il piatto di porzioni eccessive salvo poi non riuscire a terminarle: potrebbe essere interpretato come mancato gradimento della portata. Inoltre, se non si intende mangiare altro, le posate si dispongono parallele rispetto al piatto (con le punte rivolte verso l’alto, come a segnare le ore 18:30), mentre se si vuole proseguire il pasto esse vanno poste con le punte a contatto a formare un triangolo.

Il galateo oggi: un codice ancora valido?

Regole più o meno severe, dunque, caratterizzano il codice del galateo. Quello che ci domandiamo è se possono essere considerate ancora attuali, o se invece risultano obsolete e quindi ormai sorpassabili. In generale, alcune delle norme che si sono citate risultano poco consone rispetto all’evoluzione dei tempi e dei costumi, e esigerebbero una rigidità imbarazzante e fuori luogo. Altre, invece, appaiono davvero indispensabili e attuali per uno stare insieme civile, decoroso e rispettabile.
Il galateo, poi, appartiene alla storia culturale del nostro paese ed è un prezioso serbatoio di abitudini sociali che ci contraddistinguono e ci identificano, oltre a un ossequioso omaggio alle nostre più affascinanti tradizioni. Con i dovuti smussamenti e adeguamenti ai cambiamenti storici, senza doverle necessariamente sposare tutte alla lettera, le norme del galateo risultano allora davvero intramontabili, elemento imprescindibile della nostra cultura e di una convivenza armoniosa e civile.

Fonte immagine; Pixabay

Articolo aggiornato il: 12/09/2025

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