Il Natale nel Medioevo era la festività più lunga e sentita dell’anno, un periodo di dodici giorni che andava dalla Vigilia, il 24 dicembre, fino all’Epifania, il 6 gennaio. Questa celebrazione, radicata in un profondo sincretismo tra fede cristiana e antiche usanze pagane legate al solstizio d’inverno, univa l’intera società, dai nobili ai contadini, in un momento di pausa dal lavoro e di devozione. Le tradizioni erano uniche: il vischio proteggeva le case al posto dell’albero, il ceppo di Natale ardeva nei focolari e la figura di San Nicola iniziava a gettare le basi per il mito di Babbo Natale.
Indice dei contenuti
Quanto durava e come ci si preparava al natale medievale?
La durata delle festività natalizie nel Medioevo era di dodici giorni, un periodo sacro che iniziava il 24 dicembre e si concludeva il 6 gennaio. La preparazione spirituale a questo lungo evento cominciava già con l’Avvento, un tempo di digiuno e riflessione durante il quale i cristiani riducevano il consumo di cibi grassi ed evitavano feste eccessive. All’interno di questo ciclo di festività, una data importante era il 28 dicembre, dedicata ai Santi Innocenti e conosciuta come il “Natale dei bambini”. Le celebrazioni univano tutta la comunità in una sospensione dalle fatiche quotidiane, anche se le modalità variavano enormemente in base al ceto sociale.
Cosa si mangiava a natale nel medioevo tra nobili e contadini?
La tavola natalizia medievale rifletteva le profonde disuguaglianze sociali dell’epoca. I banchetti dei nobili erano spettacoli di abbondanza, con portate di carne pregiata come cinghiale, pavone farcito, selvaggina e pesce fresco. Il tutto era insaporito con spezie costose, simbolo di ricchezza, e accompagnato da vino e dolci elaborati. Per i contadini e i ceti più poveri, il Natale rappresentava comunque un’occasione di festa, sebbene più modesta. Il pasto natalizio era un’eccezione alla dieta quotidiana, spesso basata su pane, legumi e verdure, ma rimaneva un momento sacro di unione familiare. Per tutti, il Natale era un’occasione per interrompere il lavoro e celebrare insieme.
Caratteristica | Nel medioevo |
---|---|
Simbolo principale | Vischio, agrifoglio e il ceppo di natale |
Durata festa | Dodici giorni (dal 24 dicembre al 6 gennaio) |
Cibo tipico (nobili) | Cinghiale, pavone, selvaggina e spezie costose |
Figura del “dono” | Legata a san nicola (6 dicembre) e all’elemosina |
Le decorazioni e i simboli: dal vischio alla nascita del presepe
Nel Medioevo il simbolo natalizio per eccellenza non era l’albero, ma il vischio. Secondo la tradizione, questa pianta serviva a tenere lontane le streghe e a proteggere i raccolti. Insieme a ghirlande, edera e alloro, veniva usato per decorare le abitazioni. Un’altra usanza fondamentale era quella del Ceppo di Natale (o ceppo di Yule), un grande tronco di legno che veniva messo a bruciare nel focolare la Vigilia e doveva ardere per tutti i dodici giorni di festa come simbolo di buon auspicio. L’albero di Natale, come lo conosciamo oggi, diventerà un’icona della tradizione cristiana solo nel tardo Medioevo. Non si può non menzionare il presepe, che nacque proprio in questo periodo: nel 1223, San Francesco d’Assisi organizzò a Greccio una rappresentazione vivente della Natività. Da quel momento, il presepe si è diffuso in tutto il mondo cristiano, diventando una tradizione che persiste ancora oggi.
Giochi e divertimenti tra sacro e profano
Le festività natalizie medievali erano animate da numerosi divertimenti. Si beveva molto alcol, si recitavano episodi tratti dalla Bibbia e si organizzavano sfilate di carri. Un elemento tipico delle celebrazioni era l’elezione del “Signore del Caos” (Lord of Misrule), una persona di umili origini che per un giorno assumeva il ruolo di “re della festa”, presiedendo ai banchetti e sovvertendo temporaneamente l’ordine sociale. Tra gli intrattenimenti più comuni vi erano anche i giochi da tavolo, come gli scacchi e la dama, ma anche il tiro con l’arco e il calcio medievale. Alcuni giochi, come quelli d’azzardo, preoccupavano la Chiesa, che li definiva “fonte di peccato”. La musica era un elemento essenziale: nelle Chiese i cori intonavano canti natalizi e uno dei generi musicali più diffusi era la lauda, un canto devozionale in lingua volgare.
San nicola: la vera storia dietro la leggenda di babbo natale
La figura di Babbo Natale affonda le sue radici proprio nel Medioevo, grazie al culto di San Nicola. Personaggio realmente esistito, Nicola fu vescovo di Myra nel IV secolo e divenne famoso per le sue opere caritatevoli e i suoi “miracoli”. Secondo la tradizione, salvò un’intera città da una carestia, placò una tempesta in mare e divenne noto come protettore dei bambini dopo aver salvato tre fanciulle che il padre, caduto in miseria, stava per destinare alla prostituzione. San Nicola morì il 6 dicembre e, in suo onore, nel Medioevo si diffuse l’usanza di scambiarsi doni in quel giorno. Con il tempo, come analizzato anche dall’enciclopedia Treccani, la sua figura si è evoluta, trasformandosi in America in Santa Claus e arrivando in Italia come il nostro Babbo Natale.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 10/10/2025