La cultura materiale dell’antica Cina è dominata da due materiali carichi di un profondo valore simbolico e rituale: la giada e il bronzo. Sebbene entrambi fossero associati alle élite e al potere, i loro ruoli, significati e contesti d’uso erano nettamente distinti, definendo epoche e pratiche culturali che hanno plasmato la civiltà cinese per millenni.
Indice dei contenuti
Giada e bronzo a confronto: tabella riassuntiva
Aspetto | Giada (nefrite) | Bronzo |
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Simbolismo primario | Purezza, virtù, immortalità, collegamento con il cielo. | Potere politico, autorità religiosa, legame con gli antenati. |
Uso principale | Oggetti rituali funerari (dischi bi, tubi cong), amuleti personali. | Vasi cerimoniali per offerte di cibo e vino agli spiriti degli antenati. |
Periodo di apogeo | Tardo neolitico (cultura liangzhu) e dinastie successive. | Dinastie shang (ca. 1600-1046 a.c.) e zhou (ca. 1046-256 a.c.). |
La giada: simbolo di immortalità e virtù
Nella cultura cinese, la giada (in cinese 玉, yù) è venerata come in nessun’altra civiltà. Il materiale utilizzato nell’antichità era principalmente la nefrite, una pietra estremamente tenace la cui importanza nel tardo Neolitico fu tale da definire una vera e propria ‘età della giada’. La sua durezza, resistenza e bellezza traslucida la resero il materiale prediletto per la creazione di oggetti di culto e ornamenti. Si credeva che la giada possedesse poteri magici, in particolare nel culto dei morti. Nei sepolcri dell’età del Bronzo, gli oggetti di giada venivano posti sul corpo del defunto, spesso inseriti negli orifizi, con lo scopo di preservare il corpo dalla decomposizione e garantire l’immortalità dell’anima. Con strumenti di precisione venivano realizzati oggetti rituali complessi come i dischi bi (simbolo del cielo) e i tubi quadrangolari cong (simbolo della terra). Ancora oggi, la giada è considerata un potente amuleto, simbolo di perfezione e status sociale.
Il bronzo: il metallo del potere rituale e politico
Se la giada era la pietra dell’essenza spirituale, il bronzo era il metallo del potere terreno e religioso. Questa lega, formata da rame e stagno, divenne il materiale per eccellenza per la produzione di vasi rituali durante le dinastie Shang e Zhou. Questi manufatti, come tripodi (ding), coppe e caraffe, non erano semplici contenitori, ma strumenti fondamentali per i riti in onore degli spiriti degli antenati, che garantivano la stabilità e la prosperità del regno. Possedere questi bronzi significava detenere il potere politico e il diritto di governare. L’arte cinese del bronzo si distingue per la complessità della tecnica a fusione in stampi a sezioni e per le elaborate decorazioni. Durante l’epoca Shang, i motivi erano perlopiù zoomorfi, dominati dalla misteriosa maschera taotie: un volto stilizzato, spesso descritto come una creatura vorace e fantastica, con una funzione probabilmente apotropaica, come evidenziato da fonti accademiche quali l’Enciclopedia Treccani. In epoca Zhou, i vasi iniziarono a riportare lunghe iscrizioni che commemoravano eventi importanti, come vittorie militari o nomine ufficiali, trasformandoli in veri e propri documenti storici, come testimoniano i numerosi esempi conservati presso istituzioni come il British Museum.