Il Teatro Trianon Viviani riaprirà. Lo ha comunicato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha incontrato Nino D’Angelo, per fare il punto della situazione. Da tempo, ormai, Nino si batte per la riqualificazione di questo teatro. Appena pochi giorni prima dell’incontro era ritornato sull’argomento, sperando di smuovere qualcosa. Il Trianon, primo teatro popolare campano, è il simbolo della doppia identità di Napoli, una città che è culla dell’arte ma che, spesso, è lasciata a se stessa. Rappresenta la Napoli che soffre e che alla fine vince le sue battaglie. Il teatro, che per molti anni è rimasto chiuso a causa dei numerosi debiti contratti sia nei confronti di enti pubblici, tra cui l’Inps, sia privati, si avvia ora ad una fase di riqualificazione. È stato persino messo all’asta più volte a partire dal 2013, svenduto a prezzi ridicolmente bassi, eppure mai acquistato. Per la sua rinascita la gente del quartiere ha sempre combattuto. Come nel 2014, quando si rischiava che il teatro diventasse un supermercato e l’intera Forcella si portò in strada per difendere il suo palazzo.
Oggi, finalmente, la svolta
Come si legge nel comunicato stampa del 15/06 relativo all’incontro tra De Luca e D’Angelo, l’obiettivo comune è lavorare alacremente perché sia possibile la riapertura dello storico teatro entro l’anno, in modo da garantire il mantenimento dei posti di lavoro ai tanti funzionari che da tempo non percepiscono stipendio.
“Lavoriamo su tutti i fronti – ha detto De Luca – per garantire i lavoratori, il futuro del Trianon e la riapertura del teatro già dal prossimo autunno, quando saranno ultimati gli interventi di adeguamento degli impianti alle normative di sicurezza e di manutenzione ordinaria e straordinaria, per i quali appena ieri abbiamo ottenuto dai Vigili del Fuoco l’ok al progetto. Manteniamo gli impegni assunti, e un investimento pluriennale che garantirà la svolta per il teatro”.
Non sono solo parole: la giunta regionale ha deliberato, facendo seguito alla richiesta della Società Trianon Viviani Spa, il contributo regionale 2016 di 300mila euro, destinati alla ristrutturazione del teatro con l’obiettivo «di rendere più celere possibile la riapertura e la piena fruizione della storica struttura del quartiere Forcella». E così, grazie allo stanziamento dei fondi regionali e all’approvazione del piano sicurezza da parte delle autorità competenti, per il Trianon sembra allontanarsi lo spettro dell’ennesima vendita all’asta, che priverebbe Napoli, e in particolare il quartiere Forcella, di un suo simbolo.
Il Teatro Trianon, anima di un quartiere
Il Teatro Trianon fu edificato nel 1911 nel cuore del centro storico di Napoli, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, in piazza Vincenzo Calenda. Nel gennaio del 1912 viene inaugurato artisticamente con Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Fin da subito il teatro è diventato punto di riferimento per i grandi artisti della scena napoletana, puntando principalmente sulla tradizione della canzone napoletana. Molti grandi nomi hanno calcato il palcoscenico del Trianon: dagli Scarpetta ai De Filippo, dai Viviani ai Taranto, dai Maggio ai Di Maio, nonché di attori come Nicola Maldacea e Totò e cantanti come Elvira Donnarumma, Mario Pasqualillo, Salvatore Papaccio. Insomma, il meglio di ciò che la talentuosa Napoli aveva da offrire è passato per questo teatro.
Passa il tempo e la città si trasforma. Il Teatro Trianon cambia con essa e, negli anni Quaranta, acquistato da Gustavo Cuccurullo, diventa cinema, il cinema “Splendore”. Manterrà questa funzione durante il regime fascista e anche dopo, fino al 2002 quando, ormai divenuto cinema a luci rosse, il Trianon verrà riconvertito in teatro e, nel 2006, diverrà struttura pubblica con il nome di «Trianon Viviani». La direzione artistica è affidata a Nino D’Angelo, che rimane in carica fino al 2010. È questo il periodo in cui il teatro inizia ad accumulare debiti finché, il 17 giugno 2014, viene messo all’asta con un prezzo di partenza di 4,5 milioni di euro. L’asta, però, è deserta. Da questo momento in poi, il Teatro Trianon e il popolo di Forcella inizieranno la loro lotta per sopravvivere. Per non perdere la dignità antica.
Il Trianon Viviani riaprirà. E questo rende felici i napoletani, non solo perché tante famiglie dipendono da questo teatro, ma soprattutto perché esso è parte di loro, è parte della loro anima e della storia culturale dell’intera città.