La dittatura franchista (1939-1975) rappresenta uno dei periodi più bui della storia spagnola. Per quasi quarant’anni, il regime del generale Francisco Franco ha imposto un modello autoritario che ha condannato la Spagna a una profonda crisi economica, sociale e morale, le cui conseguenze sono dibattute ancora oggi.
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L’instaurazione del regime dopo la guerra civile
La dittatura franchista si instaurò ufficialmente il 1° aprile 1939, al termine di una sanguinosa Guerra Civile durata tre anni. Il generale Francisco Franco, nazionalista e conservatore, guidò il colpo di Stato contro la Seconda Repubblica Spagnola, ottenendo il supporto decisivo dell’Italia fascista e della Germania nazista. Una volta conquistata Madrid, Franco instaurò una dittatura militare personalista, basata sull’ideologia del Nationalcatolicismo, che fondeva nazionalismo spagnolo, tradizionalismo e un cattolicesimo integralista. Il regime privò le regioni autonome come la Catalogna e i Paesi Baschi della loro lingua e cultura, imponendo un’omogeneità forzata.
Le tre fasi della dittatura franchista
Il lungo periodo del franchismo viene solitamente suddiviso in tre tappe principali, caratterizzate da profonde differenze politiche, economiche e sociali.
Fase e periodo | Caratteristiche principali |
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Prima fase (1939-1950) | Politica ed economia: isolamento internazionale e autarchia. Economia al collasso, povertà e fame diffuse.
Società e repressione: repressione durissima dei “rossi”, con migliaia di esecuzioni, lavori forzati ed esilio forzato per gli intellettuali. |
Seconda fase (1950-1960) | Politica ed economia: fine dell’isolamento con il patto con gli USA e l’ingresso nell’ONU (1955). Inizio del “miracolo economico” e nascita di imprese come la SEAT.
Società e repressione: la repressione si attenua ma il controllo sociale e la mancanza di libertà persistono. |
Terza fase (1960-1975) | Politica ed economia: boom del turismo e forte crescita industriale. Il regime cerca una modernizzazione controllata ma mostra i primi segni di declino.
Società e repressione: maggiore benessere ma aumentano le proteste studentesche e operaie. Declino fisico di Franco. |
La morte di Franco e la transizione alla democrazia
Francisco Franco morì il 20 novembre 1975. Per mancanza di eredi, aveva designato come suo successore Juan Carlos de Borbón, nipote dell’ultimo re Alfonso XIII, con il titolo di re. L’intento di Franco era garantire la continuità del regime. Tuttavia, il re Juan Carlos I sorprese tutti e, anziché proseguire sulla via della dittatura, divenne il principale artefice della Transición española, il processo che portò pacificamente la Spagna alla democrazia. In pochi anni furono legalizzati i partiti politici (incluso il Partito Comunista), fu approvata una nuova Costituzione nel 1978 e si tennero le prime elezioni libere.
L’eredità del franchismo e la memoria storica
La dittatura ha lasciato ferite profonde nella società spagnola. Simboli come la Valle de los Caídos, il mausoleo monumentale dove Franco fu sepolto fino al 2019, sono stati al centro di un acceso dibattito. Negli ultimi decenni, la Spagna ha intrapreso un difficile percorso di recupero della memoria storica. Leggi come la “Legge sulla Memoria Democratica”, promossa dal governo spagnolo, mirano a rendere giustizia alle vittime della repressione, a rimuovere i simboli franchisti e a promuovere la conoscenza di quel periodo. Come riporta l’enciclopedia Treccani, il franchismo fu un regime reazionario che mirava a cancellare ogni traccia della modernizzazione repubblicana, un obiettivo la cui eredità condiziona ancora oggi il dibattito pubblico del paese.
Articolo aggiornato il: 03/10/2025