La dottrina patristica: evoluzione ed esponenti

La dottrina patristica: evoluzione ed esponenti

La filosofia cristiana dei primi secoli che nasce dall’esigenza di elaborare razionalmente le credenze religiose del Cristianesimo e di difendere la dottrina cristiana dagli attacchi dei pagani e dal pericolo delle eresie: questo è tutto ciò di cui si occupa la dottrina patristica.

L’evoluzione della patristica

Secondo gli studiosi l’origine della dottrina patristica risale al II secolo dopo Cristo quando l’Impero romano assorbì tanto la Grecia quanto la Cananea. Questa condizione storico-politica è fondamentale per la comprensione dei cambiamenti culturali di tale periodo: proprio l’incontro delle due civiltà sottomesse dal popolo latino determina questi nuovi sviluppi nell’ambito filosofico-religioso. Nel mondo greco, infatti, la filosofia conobbe un alto livello di sviluppo: passando dalla filosofia naturale ionica, al pitagorismo, all’atomismo, allo studio sull’Essere, alla sofistica, al socratismo, arrivando poi a Platone e Aristotele. Così come per la cultura greca, anche la cultura ebraica conobbe numerose fasi: secondo gli studiosi è possibile definire l’ebraismo di questo periodo storico, giudaismo. Si tratta di una tradizione fortemente legata al mondo religioso poiché in origine gli ebrei erano distinti in dodici tribù, mentre ora si riconoscono in una sola, quella di Giuda, a cui appartiene la loro stirpe regale. Dunque, anche se con il termine “patristica” intendiamo opere fondanti il pensiero cristiano, è importante sottolineare che in questo filone rientrano anche testi oggi considerati apocrifi ossia testi che la Chiesa esclude dal canone della Bibbia cristiana. Un esempio di testo apocrifo è il Pastore, a cura di Erma che è un testo appartenente solo alle più antiche versioni del Nuovo Testamento.
Secondo gli studiosi la dottrina della patristica ha conosciuto e vissuto tre diverse fasi cronologiche: la prima è quella del suo primo secolo di vita, successivamente vi è la fase che arriva fino al 450 dopo Cristo, in cui compaiono i primi grandi sistemi di filosofia cristiana e infine l’ultima fase, che raggiunge il 700 dopo Cristo, che consiste in una rielaborazione delle tematiche precedenti. Ma oltre ad una differenziazione cronologica, è bene tener conto anche della differenziazione geografica poiché la patristica dell’Europa occidentale risulta diversa da quella orientale: mentre in alcune regioni dell’Impero come la penisola italiana gli scritti patristici sono in latino, in Grecia essi sono in greco, con tutte le implicazioni concettuali che questa differenza linguistica comporta.

Gli esponenti della dottrina patristica

Seguendo le tre fasi cronologiche della dottrina patristica è possibile distinguere i diversi esponenti: alla prima fase della patristica appartengono quei pensatori oggi noti come padri apologisti la cui sfida era presentare il cristianesimo non più a un pubblico popolare, bensì a classi agiate e intellettuali. Inizialmente, infatti, i primi cristiani erano ebrei convertiti o persone di basso ceto sociale, ora il cristianesimo si rivolge a persone di qualsiasi culto religioso che possiedono una cultura perlopiù di stampo greco. I loro principali argomenti vertevano sull’esposizione della reale dottrina e condotta di vita cristiane, sulla critica della religione pagana e sulla dimostrazione che la corretta ricerca dei pensatori pagani si risolve nel cristianesimo. Tra i principali padri apologisti è possibile ricordare Ignazio di Antiochia e Giustino, i quali riflettono sull’identità di Dio, Taziano che identifica la figura del Padre con il Logos e ancora Atenagora, il quale considerava il Verbo Figlio di Dio e tramite esso Dio creava e governava il mondo e infine l’alessandrino Teofilo il quale riteneva che lo Spirito Santo coincidesse con la Sapienza e Barnaba secondo cui lo Spirito è l’ispiratore dei profeti.
La seconda fase della dottrina patristica corrisponde all’ultima fase dell’Impero romano e tra i principali pensatori è possibile riconoscere Agostino d’Ippona, noto come Sant’Agostino. Egli è autore di un’opera importantissima Confessioni in cui descrive la sua conversione al cristianesimo e presenta la sua vita come un’exempla di vita cristiana, alla costante ricerca della verità. Un altro noto esponente di questa fase della dottrina patristica è Origene di Alessandria, il quale spiega come i Testi Sacri possiedono due chiavi di lettura: quella letterale e quella allegorica. E ancora Clemente Alessandrino che credeva nella forza della conciliazione tra la ricerca della verità e il sentimento d’amore che spinge le azioni della vita di un vero cristiano e crede nella natura triadica dell’essenza divina.
La terza e ultima fase della dottrina patristica vede come suo maggior esponente Severino Boezio che visse tra il 400 e il 500 d. C., ed è autore dell’opera La consolazione della filosofia, scritta durante la sua prigionia. Questo è il periodo in cui il cristianesimo si è ormai affermato, in tutte le sue declinazioni, come prima religione di tutte quelle regioni che un tempo appartenevano all’Impero romano: lo scopo della patristica può dirsi raggiunto e quindi concluso.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.

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