Storia della lingua spagnola: origini, curiosità, evoluzione e diffusione
La lingua spagnola o castigliano nasce come dialetto dal latino ed è a partire dal X secolo che incontriamo le prime parole scritte in castigliano.
Le origini della lingua spagnola: dal latino al castigliano del X secolo
In alcuni documenti latini ritrovati nel Monastero de Silos e de San Millán de la Cogolla, appaiono alcune annotazioni in lingua romanza che servono per fare chiarezza su termini latini poco conosciuti e ci mostrano la lingua parlata nella zona compresa tra Cantabria, La Rioja e Burgos.
Le prime testimonianze scritte e l’influenza del latino
Imposto dai Conquistadores, il latino eliminò gradualmente le lingue pre-romaniche, di cui è sopravvissuto solo “el vascuence” (il basco), parlato da un piccolo numero di persone che si stabilirono nella zona cantabrico-pirenaica.
Le influenze linguistiche sullo spagnolo: basco, visigoto e arabo
All’influenza vasca si deve la scomparsa della lettera “f” come iniziale nelle parole latine, che nella lingua spagnola fu inizialmente sostituita dalla “h” aspirata e poi muta.
L’impronta basca: la scomparsa della “f” iniziale
Il frutto dell’invasione visigota sono le parole appartenenti alla terminologia militare come “guerra, yelmo, espuela” e parole di uso quotidiano come “blanco, falda”.
Parole visigote nel lessico militare e quotidiano
Durante l’invasione musulmana, più di 4000 termini di origine araba si sono ramificati nella lingua spagnola, molte appartengono al mondo dell’agricoltura come “arroz, berenjena, zanahoria”, dell’economia e del commercio (“aduana, tarifa”), di matematica e scienze (“cero, cifra, cenit”), di architettura (“arquitecto, alcoba”).
L’eredità araba: oltre 4000 termini in vari ambiti
Dal XII secolo al XVII secolo: l’influenza del francese e la standardizzazione del castigliano
Nel XII secolo entrano nella lingua spagnola molti prestiti provenienti dal provenzale e dalla francese, dovuti in gran parte ai pellegrinaggi a Santiago de Compostela. Si tratta di termini come “doncel, linaje, monje” che si incorporano al lessico della lingua spagnola tutt’oggi.
I prestiti linguistici dal provenzale e dal francese
Grazie al lavoro di Alfonso X detto “el sabio”, il quale voleva che le sue opere fossero in “castellano drecho” ossia corretto, e della Scuola dei Traduttori di Toledo, nel secolo XIII si fissano le regole ortografiche che resteranno quasi invariate fino al secolo XVII.
Alfonso X il Saggio e la Scuola dei Traduttori di Toledo
Caratteristiche del castigliano medievale
Alcuni dei tratti del castigliano medievale sono:
Fonologia: la pronuncia della “x”, della “z” e delle due “esse”
A livello fonologico: la x si pronunciava come sc, la z come dz. C’erano due “esse” una sorda e una sonora.
Morfologia: l’articolo, l’uso di “essere” e “haber”
A livello morfologico: si inizia ad usare l’articolo, anche davanti ai possessivi, si continua ad usare il verbo essere come ausiliare e il participio passato nei verbi composti richiede l’accordo. Il verbo “haber” si inizia ad utilizzare con il significato del nostro verbo italiano avere, il futuro e il condizionale sono utilizzati maggiormente per comporre perifrasi.
Dal 1492 a oggi: l’affermazione della lingua spagnola nel mondo
Nel 1492 appare la prima Grammatica della lingua castigliana grazie all’umanista spagnolo Elio Antonio de Nebrija, che ha avuto una grande influenza nel mondo spagnolo ed europeo.
La prima grammatica di Elio Antonio de Nebrija
Ma sarà, solo in seguito, con Carlos I e la sua politica imperialista che la lingua spagnola passa ad essere considerata una lingua “degna di essere rispettata e conosciuta” grazie anche al lavoro di grandi scrittori come Garcilaso de la Vega, Fray Luis de León, Cervantes, Lope de Vega, Quevedo, Calderón.
L’influenza di Carlos I e dei grandi scrittori
Oggi sappiamo, in seguito ad una ricerca svolta nel 2022, che la lingua spagnola è parlata da più di 500 milioni di parlanti totali ed è la quarta lingua più parlata al mondo. Se consideriamo i parlanti nativi, lo spagnolo è la seconda lingua più parlata al mondo, dopo il cinese mandarino. La sua diffusione è capillare in tutto il Sud America, in parte del Nord America e, ovviamente, in Spagna. La crescita dei parlanti ispanofoni è costante, soprattutto negli Stati Uniti, dove si stima che entro il 2060 diventerà il paese con il maggior numero di ispanofoni al mondo. Questo dato sottolinea l’importanza sempre maggiore dello spagnolo come lingua globale, non solo per la comunicazione, ma anche per il commercio, la cultura e la politica internazionale.
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