La pittura “en plein air” è una tecnica che consiste nel dipingere all’aperto per cogliere le sottili sfumature della luce naturale e l’essenza della realtà. Questa locuzione francese, che significa letteralmente “all’aria aperta”, divenne il manifesto di una rivoluzione artistica che ha cambiato per sempre il modo di osservare e rappresentare il mondo.
Nel XIX secolo, la “peinture en plein air” fu adottata dai pittori dell’Impressionismo per distinguere la loro pratica dalla tradizionale *peinture d’atelier* (pittura in studio). Artisti come Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne e Vincent Van Gogh ne fecero un pilastro della loro arte.
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Le origini della pittura en plein air: dalla scuola di Barbizon all’Impressionismo
Sebbene l’Impressionismo sia il movimento più legato all’en plein air, le sue origini sono precedenti. Già nella prima metà dell’Ottocento, artisti come quelli della Scuola di Barbizon avevano iniziato a lavorare all’aperto per studiare dal vero gli effetti di luce e colore. Furono però gli Impressionisti a fare della pittura en plein air uno dei cardini della loro poetica, elevandola a vera e propria filosofia artistica, come documentato da importanti istituzioni come il Musée d’Orsay di Parigi.
La rivoluzione tecnologica: i colori in tubetto e il cavalletto portatile
La diffusione della pittura en plein air fu resa possibile da due innovazioni tecnologiche fondamentali. La prima fu l’invenzione dei colori a olio in tubetto, brevettati dal pittore americano John Goffe Rand nel 1841. Questa invenzione liberò gli artisti dalla necessità di preparare i pigmenti in studio, permettendo loro di trasportare i colori ovunque. La seconda fu lo sviluppo del cavalletto da campagna (o “box easel”), un cavalletto leggero e pieghevole che poteva contenere tele, pennelli e colori. Senza questi strumenti, la rivoluzione impressionista non sarebbe stata possibile.
I maestri dell’en plein air a confronto
Dipingere en plein air significava immergersi nella natura per catturare l’immediatezza delle impressioni visive. Ogni artista, però, utilizzò questa tecnica per scopi diversi.
Tabella comparativa degli artisti
| Artista | Obiettivo principale dell’en plein air |
|---|---|
| Claude Monet | Catturare l’istante e le variazioni della luce sullo stesso soggetto. |
| Vincent Van Gogh | Esprimere la propria visione interiore e lo stato emotivo attraverso il paesaggio. |
| Paul Cézanne | Indagare la struttura geometrica e volumetrica della natura. |
| Pierre-Auguste Renoir | Rappresentare la gioia di vivere e la vibrante atmosfera della vita parigina. |
Claude Monet: la luce e le serie di Giverny
Oscar Claude Monet fu il primo a catturare l’immagine all’istante grazie all’en plein air. Presso Giverny, dipinse lo stesso soggetto in serie (i Covoni, le Cattedrali di Rouen) in diverse condizioni di luce e atmosfera, per fermare su tela lo scorrere del tempo. Il risultato è sempre diverso, perché irrepetibili sono i giochi di luce e le sensazioni che provocano.
Vincent Van Gogh: il colore e l’espressione del paesaggio
Van Gogh, pur utilizzando la tecnica en plein air, non cercava di cogliere l’attimo fuggente. A differenza degli Impressionisti, rinunciò all’accidentalità ottica in favore di un tratto deciso e di una forte marcatura cromatica. In Notte stellata sul Rodano, le luci si riflettono sull’acqua e le stelle brillano con un’intensità quasi soprannaturale. Van Gogh usava la pittura all’aperto per esprimere la sua visione interiore, trasfigurando la realtà attraverso il colore vibrante.
Paul Cézanne: la geometria della natura
Paul Cézanne utilizzò l’en plein air per analizzare la struttura profonda della realtà. Concepì gli oggetti come volumi, riducendoli alle loro forme geometriche di base. La montagna di Mont Sainte-Victoire, dipinta in innumerevoli occasioni, divenne il suo soggetto d’elezione per studiare la progressiva smaterializzazione del paesaggio e la sua essenza geometrica, un approccio che aprirà la strada al Cubismo.
Pierre-Auguste Renoir: la gioia di vivere en plein air
In Pierre-Auguste Renoir, la tecnica en plein air diventa uno strumento per raccontare la gioia della vita parigina. Nel suo capolavoro Bal du moulin de la Galette, racconta uno scorcio di vita popolare a Montmartre. Utilizzando pennellate rapide, frammenta la luce in piccole chiazze di colore per rendere l’atmosfera festosa e vibrante della scena, catturando l’energia e la spensieratezza del momento.
L’eredità della pittura en plein air
La pittura en plein air ha rivoluzionato il rapporto tra l’artista e la natura, permettendo di catturare l’immediatezza delle impressioni visive. La sua eredità, come confermato da fonti enciclopediche come Treccani, è visibile in tutta la storia dell’arte successiva. Ancora oggi, molti pittori scelgono di lavorare all’aperto per confrontarsi direttamente con la natura e per cercare quella verità che solo l’osservazione diretta può rivelare.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 30/09/2025

