Sintassi dei casi, come funziona nel latino

Sintassi dei casi, come funziona in latino

Il latino appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee, da cui riprende il cosiddetto sistema dei casi. Ciascun caso, con le sue proprie desinenze, esprime una determinata funzione logica all’interno della frase. Nella lingua latina i casi sono sei, di cui tre diretti e tre indiretti: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo ed ablativo. È importante notare che la distinzione tra caso diretto e indiretto nella lingua latina non si basa solo sulle funzioni grammaticali, ma può dipendere anche dai verbi utilizzati nella frase: alcuni verbi latini richiedono il caso diretto, altri il caso indiretto o entrambi. Passiamo ora a vedere come funziona la sintassi dei casi e i relativi costrutti in latino.

Sintassi dei casi diretti: nominativo, accusativo e vocativo

Nominativo

Il nominativo è il caso del soggetto e di tutti gli elementi che si riferiscono ad esso. Si ha il cosiddetto doppio nominativo, del soggetto e del predicato nominale o del complemento predicativo del soggetto, con i verbi copulativi, ossia quei verbi che in funzione di copula collegano soggetto e predicato nominale. Molto importante è la costruzione del verbo videor nel significato di sembrare, il quale può essere costruito sia personalmente che impersonalmente. Nella costruzione personale, soggetto di videor è il soggetto della proposizione infinitiva, ovvero un tipo di proposizione subordinata con il verbo all’infinito, che esso regge. Il verbo videor presenta una costruzione impersonale, analoga a quella italiana, quando: significa sembrare bene, quando è accompagnato da un aggettivo neutro, quando è seguito da un verbo impersonale oppure quando si trova in una incidentale. Proprio come il verbo videor, si costruiscono personalmente anche i verba dicendi, declarandi, sentiendi e iudicandi utilizzati nella forma passiva. Tuttavia, nelle forme composte e nella perifrastica passiva si preferisce l’uso della terza persona singolare impersonale, seguita dall’accusativo e dall’infinito.

Vocativo

Il vocativo è il caso del complemento di vocazione e di tutto ciò che a esso si riferisce. In genere viene utilizzato per esprimere enfasi o commozione nel mezzo della proposizione e più raramente a inizio frase, dove a volte può essere preceduto da interiezione.

Accusativo

Il caso accusativo è il caso del complemento oggetto, retto da un verbo transitivo o deponente, e di tutto ciò che a esso si riferisce. I verbi copulativi appellativi, elettivi, estimativi ed effettivi, che nella forma passiva si costruiscono con il doppio nominativo, nella forma attiva hanno il doppio accusativo del complemento oggetto e del complemento predicativo dell’oggetto. Importante è la costruzione dei verbi petochiedere per ottenere” e quaerochiedere per sapere”, i quali si costruiscono con l’accusativo della cosa chiesta e con a, ab seguiti dal caso ablativo per quanto riguarda la persona a cui si chiede. Anche il verbo iubeocomandare”, molto utilizzato nella lingua latina, si costruisce con l’accusativo della persona a cui si comanda qualcosa e l’infinito del verbo che esprime l’azione comandata. Infine, bisogna ricordare che i verbi impersonali che reggono l’accusativo, possono essere di due tipi: assolutamente impersonali se si coniugano solo alla terza persona singolare e non ammettono mai un soggetto espresso da un nome; relativamente impersonali se si coniugano alla terza persona singolare e plurale e ammettono un soggetto espresso anche da un nome.

Sintassi del genitivo

Il caso genitivo ha la funzione principale di indicare la specificazione, ovvero di chi è una certa cosa o persona. Di fondamentale importanza è la costruzione dei verbi impersonali interestinteressa” e refertimporta”, i quali prevedono il genitivo della persona a cui importa o interessa, mentre la cosa che importa o interessa viene espressa attraverso un pronome neutro, una proposizione infinitiva oppure una proposizione completiva formata da ut seguito dal congiuntivo. Il genitivo viene utilizzato anche per esprimere il complemento di stima, in dipendenza dai verbi estimativi, e il complemento di pena, in dipendenza da verbi che significano condannare o punire.

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Sintassi del dativo

Il dativo è il caso che esprime la funzione del complemento di termine ma non solo. Svariati sono i complementi che si formano con questo caso, tra i quali i principali sono: il complemento di vantaggio e di svantaggio, il complemento d’agente, il complemento di fine o scopo. Il caso dativo viene utilizzato anche per esprimere possesso nel cosiddetto costrutto del dativo di possesso, in cui la cosa posseduta va al caso nominativo, la persona che possiede va al caso dativo e il verbo avere è sostituito dal verbo essere.

Sintassi dell’ablativo

Il caso ablativo, quando non è preceduto da preposizione, esprime tre valori principali: separativo, strumentale e locativo. Tuttavia, quando è accompagnato da preposizione può esprimere una vasta gamma di complementi: complemento di materia, complemento d’argomento, complemento di mezzo o strumento, complemento di limitazione, complemento di causa, complemento di compagnia e unione, complemento di misura, complemento di modo o maniera, complemento di qualità. Da segnalare è la costruzione di opus estoccorre, bisogna”: nella costruzione impersonale, la cosa di cui si ha bisogno si trova al caso ablativo, la persona che ha bisogno va al caso dativo, mentre il verbo sumessere” va alla terza persona singolare; nella costruzione personale, la cosa di cui si ha bisogno va al caso nominativo, la persona che ha bisogno va al caso dativo, mentre il verbo sumessere” concorda con il soggetto.

Fonte immagine: Pixabay

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