L’assurdo kafkiano: cos’è e da dove nasce

l'assurdo kafkiano

L’assurdo kafkiano è un concetto a cui l’autore Franz Kafka giunge con la scrittura delle sue opere e che rappresenta la manifestazione più tragica e grandiosa della letteratura della crisi del primo Novecento.

Cos’è l’assurdo kafkiano?

Il concetto dell’assurdo in Kafka si basa sui motivi dell’incomunicabilità, dell’alienazione, dell’estraneità del soggetto rispetto a ciò che lo circonda, ma anche sulla perdita dell’identità e sull’allontanamento dell’io. Nelle sue opere Kafka presenta il concetto dell’assurdo a base delle relazioni umane e sociali e lo definisce come l’unica forma possibile dei rapporti con la realtà.

L’assurdo kafkiano è diventato oggi un aggettivo di uso comune, utilizzato per descrivere una situazione del tutto illogica e paradossale e la sensazione di trovarsi in un mondo in cui i tipici modi di pensare e di comportarsi non funzionano più. Oggi il termine rientra tra i sinonimi di termini quali “allucinante” e “assurdoe per comprendere come si sia arrivati a ciò sarebbe opportuno analizzare il pensiero di Franz Kafka, particolarmente prendendo in considerazione due suoi romanzi: La metamorfosi e Il processo.

Da dove nasce e come si sviluppa

Per conoscere il senso del concetto di assurdo kafkiano dovremmo innanzitutto presentare l’autore. Franz Kafka, esponente della letteratura esistenzialista, nasce a Praga in una famiglia di origine ebraica e sin da giovane soffre di problemi psicologici derivanti dal rapporto conflittuale col padre. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza presso l’Università tedesca di Praga, si dedicherà interamente alla scrittura delle sue opere, col tempo attraversato anche da una profonda crisi religiosa. Le sue opere, tra cui ricordiamo il romanzo America e le Lettere a Milena, racchiudono non solo autoanalisi ma anche uno spaccato di quella che era la società dell’epoca.

Il concetto di assurdo kafkiano è particolarmente evidente innanzitutto nel racconto pubblicato nel 1915, La metamorfosi. Il protagonista è un giovane che una mattina si sveglia trasformato in un insetto e, senza meravigliarsi della sua nuova e paradossale condizione, dà inizio alla sua nuova vita in una forma mostruosa, diventando oggetto di disonore per la sua famiglia, un qualcosa che viene percepito come estraneo tra le sue mura familiari, tra le quali alla fine si lascerà morire di fame.

Da questo racconto emerge non solo la critica alla società praghese dell’epoca, che era caratterizzata da valori come la ricerca del successo e del guadagno, ma anche il significato di assurdo kafkiano ricercato nella condizione del giovane che continua a vivere la sua vita in una strana condizione come se nulla fosse cambiato.

L’assurdo kafkiano può anche essere ricercato in un romanzo rimasto incompiuto dell’autore, intitolato Il processo, romanzo con un’importante componente autobiografica che ancora oggi è fonte di ispirazione per spettacoli, rappresentazioni e film. Il protagonista è un rispettabile funzionario di banca che d’improvviso si ritrova al centro di una vicenda giudiziaria, dove viene processato, condannato e infine giustiziato senza però che gli siano mai stati notificati i capi d’accusa.

Il romanzo presenta un ritmo particolarmente angosciante, con un susseguirsi di azioni inverosimili che contribuiscono a dare vita alla dimensione di incubo che il protagonista è costretto a subire. All’origine di questa condizione vi è il tribunale, che metaforicamente rappresenta un’autorità superiore di fronte alla quale l’uomo non ha potere d’agire, ma può solo aspettare e accettare inerme la sua decisione.

Anche qui è particolarmente evidente il concetto di assurdo kafkiano, seppur in una dimensione più tormentosa dalla quale emerge l’insofferenza dell’autore verso l’ambiente familiare e sociale nelle sue strutture opprimenti, da cui deriva il senso di impotenza che porta l’uomo all’estraneità e alla dissociazione. È proprio da ciò che Kafka giunge al suo concetto di assurdo come unica forma di rapporto con la realtà.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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