Il culto delle divinità celtiche affonda le sue radici nell’insieme di miti e tradizioni che accomunavano le popolazioni insediate in gran parte dell’Europa centro-settentrionale. La pressione culturale dell’Impero Romano e dei popoli Germanici, unita alla mancanza di una consolidata tradizione scritta, portò a una notevole ramificazione culturale che rende oggi complessa l’identificazione del nucleo originale della religione celtica.
Principali testimonianze del sistema religioso celtico sono infatti costituite da fonti romane, prime fra tutte il De Bello Gallico nel quale Cesare fornisce una ricostruzione delle credenze dei Galli e una reinterpretazione del pantheon in chiave romana. Nella molteplicità di riti locali, la cui conservazione era affidata alla classe sacerdotale dei druidi, diventa impossibile identificare un unico culto. La frammentarietà fa sì che si conti un elevato numero di divinità, spesso simili tra loro, che nel complesso superano le trecento figure.
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I Tuatha Dé Danann: il pantheon d’Irlanda
La fonte più ricca per la mitologia celtica insulare proviene dall’Irlanda. Qui, le divinità principali appartengono alla stirpe dei Tuatha Dé Danann (“il popolo della dea Danu”), esseri soprannaturali dotati di grandi poteri e conoscenze.
Divinità | Ruolo e attributi |
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Dagda | Considerato il padre degli dei, signore della terra, della saggezza e dell’abbondanza. Controlla le stagioni, la vita e la morte con i suoi oggetti magici: un calderone inesauribile, una clava che uccide e risana, e un’arpa che comanda le emozioni. |
Lugh | Dio della luce e maestro di tutte le arti e i mestieri (fabbro, poeta, guerriero). Detto “Lámfada” (dal lungo braccio), è una figura solare e poliedrica. La festa di Lughnasadh, il 1° agosto, era celebrata in suo onore. |
Morrigan | Dea della guerra, della morte e della sovranità. Spesso appare come una figura trina (insieme a Badb e Macha) e si manifesta come un corvo sui campi di battaglia, ispirando coraggio e violenza nei guerrieri. |
Brigid | Dea della poesia, della guarigione e della metallurgia. Anche lei è una divinità trina, legata al fuoco dell’ispirazione e della fucina. La sua figura è sopravvissuta nel cristianesimo come Santa Brigida d’Irlanda. |
Arianrhod | Figura della mitologia gallese, è la dea della luna, della fertilità e del destino. Il suo nome significa “ruota d’argento”. |
Bran il Benedetto | Un re gigante della mitologia gallese, considerato dio della guerra e protettore. La sua testa decapitata, secondo il mito, continuò a proteggere la Britannia. |
Le divinità della Gallia: la testimonianza di Cesare
Per quanto riguarda i Celti continentali, la nostra fonte principale è Giulio Cesare, che tentò di associare le divinità galliche a quelle romane. Questo processo, chiamato interpretatio romana, ci fornisce indizi importanti ma va letto con cautela.
- Lugh veniva accostato a Mercurio, in quanto considerato inventore di tutte le arti.
- Taranis, dio del tuono il cui nome significa “il tonante”, era associato a Giove. Il suo simbolo era la ruota, che rappresenta il cielo e il sole.
- Sucellus, rappresentato con un martello o un barile, era il dio dell’agricoltura e della fertilità, talvolta assimilato a Silvano o a Dis Pater.
- Ogmios, dio dell’eloquenza, era rappresentato come un vecchio che trascina le folle con catene d’oro che partono dalla sua lingua. Veniva associato a Ercole.
- Epona, dea protettrice dei cavalli, della terra e della fertilità, era così importante che il suo culto fu adottato persino dalla cavalleria romana. Il suo legame con la madre terra ispira il parallelismo con Demetra.
Divinità gallica | Corrispettivo romano (secondo Cesare) |
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Lugh | Mercurio |
Taranis | Giove |
Ogmios | Ercole |
Cernunnos: il signore degli animali
Una delle figure più iconiche e misteriose è Cernunnos, il “dio cornuto”. È il dio della natura selvaggia, degli animali, della fertilità e della ricchezza. Viene raffigurato seduto a gambe incrociate, con corna di cervo, circondato da animali. La sua immagine più famosa si trova sul Calderone di Gundestrup, un manufatto d’argento del I secolo a.C. ritrovato in Danimarca e oggi conservato al Museo Nazionale Danese. Era una divinità pan-celtica, venerata in diverse regioni d’Europa.
Il declino del paganesimo celtico e la sua eredità
La progressiva perdita di autonomia delle tribù celtiche e la repressione esercitata dagli imperatori romani nei confronti dei riti e del culto druidico hanno portato a un’ulteriore frammentazione della cultura celtica. Al pari della lingua, anche la religione celtica ha subito numerose trasformazioni. Questo da un lato rende oggi difficile ricostruirne il fulcro originario, ma dall’altro ha permesso a queste tradizioni di influenzare nei secoli successivi il folklore di gran parte delle popolazioni dell’Europa centro-settentrionale.
Fonte immagine per l’articolo sulle divinità celtiche: wikipedia.org