La Rivoluzione Francese, iniziata il 14 luglio del 1789 con l’assalto alla Bastiglia, fu un evento che mirava a sovvertire le strutture dell’ancien régime. In questo processo, le donne svolsero un ruolo attivo e fondamentale, spesso ignorato dalla storiografia tradizionale. Dalle popolane che chiedevano pane alle intellettuali che reclamavano diritti, la loro partecipazione fu un motore essenziale del cambiamento.
Indice dei contenuti
I ruoli delle donne nella rivoluzione: una sintesi
Tipologia di contributo | Descrizione e impatto |
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Protagonismo popolare | Le donne del popolo (le “poissardes”) furono in prima linea nelle sommosse per il pane, culminate nella marcia su versailles. |
Attivismo politico | Fondarono club politici femminili, parteciparono ai dibattiti e presentarono petizioni all’assemblea nazionale. |
Elaborazione intellettuale | Figure come olympe de gouges scrissero manifesti e dichiarazioni per rivendicare l’uguaglianza giuridica e politica delle donne. |
La marcia su versailles: il popolo femminile protagonista
Il 5 ottobre 1789, un corteo di migliaia di donne, esasperate dal prezzo del pane, marciò da Parigi alla reggia di Versailles. Armate di forconi e picche, chiesero al re Luigi XVI non solo cibo, ma anche il suo trasferimento a Parigi come garanzia del suo impegno verso il popolo. Questo evento, noto come la marcia su Versailles, fu un punto di svolta: dimostrò la potenza politica delle masse femminili e costrinse la famiglia reale a sottomettersi alla volontà popolare.
Olympe de gouges e la lotta per i diritti politici
Mentre la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 escludeva di fatto le donne, alcune intellettuali lottarono per colmare questa lacuna. La figura più importante fu Olympe de Gouges. Nel 1791, come documentato da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Treccani, pubblicò la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, un testo rivoluzionario in cui parafrasava l’originale per includere il genere femminile, affermando che “se la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere anche quello di salire sulla tribuna”.
La repressione giacobina e le altre eroine
La fase più radicale della “rivoluzione“, il Terrore giacobino, segnò una battuta d’arresto per l’attivismo femminile. Nel 1793, i club politici delle donne furono chiusi e molte protagoniste furono ghigliottinate con l’accusa di aver promosso un modello negativo di femminilità. Tra queste:
- Olympe de Gouges: giustiziata per le sue posizioni girondine e le sue critiche a Robespierre.
- Maria Antonietta: regina di Francia, accusata di tradimento verso la rivoluzione.
- Charlotte Corday: militante girondina, giustiziata per aver assassinato il leader giacobino Jean-Paul Marat.
- Manon Roland: influente figura dei salotti girondini, accusata di cospirazione contro i giacobini.
Conquiste e limiti: l’eredità della rivoluzione per le donne
Nonostante la repressione, la Rivoluzione portò alcune innovazioni importanti per le donne, come l’istituzione dell’anagrafe, il matrimonio civile e, soprattutto, l’introduzione del divorzio (1792), che garantiva parità tra i coniugi nella richiesta di separazione. Tuttavia, le conquiste politiche furono effimere. Alle donne fu negato il diritto di voto e la piena cittadinanza, diritti che in Francia verranno ottenuti solo nel 1944. L’eredità delle rivoluzionarie, però, rimase come un seme per le future battaglie femministe.