Modernismo russo: i 3 principali movimenti

Modernismo russo: i movimenti

Il periodo degli anni ’10 del 1900 in Russia, per quanto riguarda la cultura e l’arte, è detto “età d’argento” (quella “d’oro” ovviamente è l’era puškiniana). In questo contesto si sviluppa il modernismo russo. Tempo prima, infatti, prevaleva il pensiero positivista, a cui fa seguito la sterzata verso l’irrazionale del modernismo russo. Questo movimento (non solo letterario) è caratterizzato da tre sottoinsiemi: simbolismo russo, avanguardie russe, acmeismo.

Modernismo Russo: i movimenti

Il punto centrale a cui fanno capo tutte le correnti del modernismo russo è, come già accennato, il concetto di irrazionale. In questo periodo gli intellettuali comprendono che il mondo è complesso e quindi incomprensibile razionalmente: tutto diventa più barocco, l’arte è il vertice di ogni attività umana e in quanto tale è la cosa che più ci avvicina a Dio. Abbiamo una profonda indagine delle sfere in cui la ragione non ha accesso, ossia Dio, la morte, ecc.

  • Simbolismo Russo

Il primo dei movimenti del modernismo russo è il simbolismo. L’arte per i simbolisti risulta essere la finestra verso altri mondi: i simboli sono ciò che si trova a metà tra il nostro mondo e un qualcosa di superiore. Dobbiamo, infatti, tenere conto che simbolo e metafora sono due cose totalmente diverse: il simbolo ha infiniti significati, non è l’accostamento di un oggetto ad un altro come la metafora, ma, grazie al simbolo, la lingua diventa un qualcosa di eternamente creativo. Il principale poeta del simbolismo russo è Aleksandr Alesandrovič Blok. Un elemento fondamentale nelle sue poesie è la figura della “prekrasnaja Dama”, che in italiano è traducibile letteralmente come “la Dama bellissima”. La traduzione impostata così non ci porta da nessuna parte e quindi questa figura è più definibile come “la Dama gentile”, ovvero quella figura femminile che è un simbolo nel vero senso della parola. Essa è contemporaneamente la fidanzata dell’autore, una presenza divina, una regina fiabesca, una vera e propria donna angelo.  

  • Futurismo Russo

Come già detto, un altro sottoinsieme del modernismo russo riguarda le avanguardie russe, tra queste citiamo il futurismo russo, che è estremamente diverso da quello italiano. Per i russi il futuro va creato attraverso la modificazione della lingua, dato che la lingua di oggi è utile solo per esprimere concetti razionali, si ha uno sguardo ai modelli linguistici antecedenti alla ragione (ad esempio la lingua dei primitivi). I futuristi russi, infatti, definiscono quelli italiani come “presentisti”, ovvero non futuristi, ma persone che rincorrono eternamente il presente, senza mai slanciarsi verso il futuro. Un importantissimo futurista russo è Vladimir Vladimirovič Majakovskij. Majakovskij è un autore piuttosto particolare perché tenta di portare in letteratura il cubismo, cercando di “spezzare” le parole tra un verso e l’altro, così come i cubisti fanno con le immagini. Le tematiche delle sue poesie vertono sull’ambiente urbano alienante e sulla lotta dell’uomo contro Dio.

  • Acmeismo

Ultimo sottinsieme del modernismo russo è l’acmeismo. Apparentemente più “semplice” del futurismo russo, perché si basa sulla semplicità e sulla chiarezza dell’espressione. Non va in contrasto col simbolismo, ma il tentativo dell’acmeismo è quello di “rimanere coi piedi per terra”, soffermarsi prima sulla parola in sé e poi andare eventualmente oltre. L’acmeismo è estremamente complicato perché è intriso di riferimenti culturali, che spesso sono incomprensibili o comunque difficili da capire. Tra i rappresentanti dell’acmeismo troviamo Anna Andreevna Achmatova. Le sue poesie sono veri e propri dialoghi, con un sottotesto molto raffinato e sottile e capace di catturare il lettore fino all’ultima riga, lasciando lungo la poesia degli “indizi”, che poi sono ricomponibili sul finale.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

Vedi tutti gli articoli di Di Puorto Paolo

Commenta