L’Egitto, straordinario crocevia di culture e storie, si erge maestoso nell’angolo nord-orientale del continente africano, fungendo da porta d’ingresso verso il Medio Oriente. È un territorio vasto, avvolto da un’aura di mistero, ricco di enigmi irrisolti come le imponenti piramidi e la Sfinge di Giza, simboli immortali di una civiltà straordinaria.
Questa terra, un tempo meta di audaci esploratori, continua a incantare i moderni turisti, fungendo da richiamo per coloro che cercano un contatto con il passato. L’Egitto ha attirato l’attenzione di conquistatori e scrittori, tra cui Giuseppe Ungaretti, poeta nato a Alessandria d’Egitto, una delle città più vivaci della nazione e porto affacciato sul Mediterraneo. Qui, Ungaretti trascorse la sua giovinezza, a ridosso del deserto, un’esperienza che lo influenzò profondamente e che riecheggia in molte delle sue opere. Nella sua raccolta di prose, Il deserto e dopo, il paesaggio desertico egiziano si manifesta, diventando una presenza costante, da quel momento affermandosi come un elemento imprescindibile della sua poetica e influenzando in modo decisivo il suo lavoro futuro.
Tra i grandi conquistatori che hanno marciato su questa terra, spicca la figura di Napoleone Bonaparte. La sua campagna, iniziata nel luglio del 1798 e conclusa nel 1801 con un esito fallimentare, coinvolse circa 40.000 uomini e aveva come obiettivo non solo di minare il monopolio britannico nel commercio ma anche di esplorare e studiare la ricca storia e tradizioni egizie. Per questo, accanto ai soldati, viaggiava un folto gruppo di scienziati e letterati, tra cui ricordo il medico napoletano Antonio Mario Timoleone Savaresi, noto semplicemente come Savaresy. Il suo lavoro, Memorie ed opuscoli fisici e medici sull’Egitto, rappresenta un documento di grande interesse storico e scientifico.
Un altro illustre viaggiatore è Carlo Vidua, conte di Conzano, che arrivò in Egitto il 27 dicembre 1819. Qui incontrò Bernardino Drovetti, uno dei primi collezionisti di antichità egizie. Grazie alla sua lungimiranza, Vidua giocò un ruolo cruciale nella vendita della collezione di Drovetti a Carlo Felice di Savoia, ponendo le fondamenta per il Museo Egizio di Torino, oggi uno dei più importanti del mondo.
Il tedesco Georg Moritz Ebers, egittologo e romanziere, si distinse per la scoperta del famoso papiro che porta il suo nome, rinvenuto a Luxor e ora conservato nella biblioteca dell’università di Lipsia. Il papiro Ebers, uno dei testi medici più antichi conosciuti, ha contribuito in modo significativo alla attuale comprensione della medicina egizia. Ebers è anche l’autore di romanzi storici che celebrano le tradizioni popolari egizie e di opere divulgative, tra cui L’Egitto antico e moderno, tradotto in italiano dal professor Alessandro Curioni. Questa pubblicazione, edita tra il 1879 e il 1881, ha reso l’egittologia accessibile a un pubblico sempre più vasto, sfruttando l’ineguagliabile fascino di piramidi e monumenti enigmatici come la Grande Sfinge.
Concludendo, l’Egitto continua a rappresentare una fonte inesauribile di suggestioni e scoperte, un vero e proprio libro aperto sulla storia umana, dove i misteri del passato si intrecciano con le vite di chi ha cercato di esplorarli.
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Immagine: Tempio di Kom Ombo, tratta dall’opera L’Egitto antico e moderno di Giorgio Ebers, edita dalla Tipografia Editrice Lombarda, in due volumi pubblicati nel 1879 e 1881.