Letteratura svedese migrante: 2 autori imprescindibili

Svezia: due autori imprescindibili della letteratura migrante

Letteratura svedese migrante: un fenomeno consolidato

Nel corso degli ultimi decenni, la letteratura svedese si è arricchita di un gran numero di opere provenienti dalle penne dei migranti. Quella che ricade sotto l’accezione di invandrare-litteratur – che, tradotto in italiano dallo svedese, significa letteratura degli immigrati – è un fenomeno presente in Svezia già da parecchio tempo.


Sebbene al giorno d’oggi la Svezia stia innegabilmente perdendo la fama di nazione accogliente nei confronti dello straniero, è altrettanto innegabile che i flussi migratori verso il Nord dell’Europa, nel corso del ventesimo secolo, siano stati notevoli.

Le politiche di integrazione svedesi sono da sempre imperniate attorno all’inserimento lavorativo; prima del 1970, anno in cui si registra un sostanziale calo di occupazione dello straniero nel mercato del lavoro, le opportunità di trovare un impiego per gli immigrati erano decisamente più alte rispetto alle possibilità odierne. Gli immigrati avevano infatti un alto tasso di occupazione in Svezia, in modo particolare le donne.
Basti pensare che le straniere  impiegate nella forza lavoro, di fatto, superavano addirittura le stesse donne svedesi.

La letteratura svedese migrante riflette il cambiamento della Svezia di oggi, molto cambiata rispetto al passato. La svolta verso destra intrapresa dal paese si accompagna ad un’accoglienza più fredda e meno propositiva nei confronti dell’immigrato. Ad oggi, le possibilità di integrazione nella società e nella forza lavoro appaiono decisamente più scarse.

Partendo da queste basi, rivolgendo uno sguardo al passato della Svezia, ci spieghiamo molto facilmente come mai la letteratura svedese sia un fenomeno tanto massiccio e importante. La maggioranza dei testi che rientrano sotto questa voce proviene da immigrati di seconda generazione – ovvero figli di immigrati nati sul suolo svedese – o da immigrati di vecchia generazione. Entrambe le categorie rappresentano in letteratura fenomeni e ideologie diverse, che si adattano perfettamente alla loro personale esperienza riguardo cosa significhi vivere da immigrati in Svezia.
Due autori che espongono bene la propria condizione sono senza dubbio Theodor Kallifatides e Jonas Hassen Kemiri.

Due autori della letteratura svedese migrante a confronto

Theodor Kallifatides

Theodor Kallifatides è uno scrittore molto famoso e apprezzato della letteratura svedese. 
Immigrato greco di vecchia generazione, i suoi scritti, prevalentemente di natura autobiografica, restituiscono al lettore le difficoltà per uno straniero di adattarsi e integrarsi in una società così diversa dalla propria d’origine.
Kallifatides scrive in uno svedese molto pulito, corretto ed elegante. La padronanza della lingua dell’autore è davvero straordinaria: nelle sue opere troviamo un periodare molto complesso, nonché una vasta gamma di termini molto ricercati. Kallifatides è conosciuto come uno scrittori della letteratura svedese migrante più straordinari, proprio per la sua tendenza a non scegliere mai le parole più semplici e comuni per esprimersi.
Un tipo di linguaggio, insomma, che ci lascia stupefatti, considerando che lo svedese è la seconda lingua dell’autore, appresa quando aveva già ventisei anni.

Jonas Hassen Kemiri

Tra gli autori della letteratura svedese di vecchia generazione e quelli di seconda generazione intercorrono numerose differenze.
Prendiamo adesso in esame lo scrittore Jonas Hassen Kemiri, autore di seconda generazione, nato in Svezia da madre svedese e padre tunisino. La particolarità più evidente che rintracciamo negli scritti di Kemiri è di sicuro la lingua, i suoi romanzi sono ricchi di neologismi, di parole che, seppur declinate secondo i criteri della lingua svedese, affondano le proprie radici nella lingua araba. Lo stile di scrittura è molto più informale, e il periodare è molto più semplice ed essenziale. Non è raro che vengano infrante anche leggi grammaticali. La semplificazione della lingua è un elemento importante nella letteratura svedese migrante, poiché riflette l’uso della lingua proprio degli stranieri, ad oggi maggiormente accettato e considerato quasi come un elemento di fierezza e di rivendicazione delle proprie origini.

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