Poesie di Amalia Guglielminetti, 3 da conoscere

amalia guglielminetti

Le poesie di Amalia Guglielminetti sono molto interessanti e rappresentano una voce fondamentale nel panorama letterario femminile italiano del primo Novecento. L’autrice seppe coniugare una sensibilità moderna con una notevole padronanza formale.

Poesia Raccolta e tema principale
Le seduzioni Da Le seduzioni (1909). Tema della seduzione intellettuale e della fiera indipendenza femminile, che coincide con la solitudine.
Contrasto Intimo Da Le seduzioni (1909). Analisi della natura contraddittoria dell’amore tossico, diviso tra sottomissione (“martire”) e ribellione (“prigioniera”).
La solitudine Da Le seduzioni (1909). Visione esistenziale della solitudine come condizione umana universale, dove l’amore è solo un’illusione temporanea.

Chi è Amalia Guglielminetti?

L’autrice nasce a Torino nel 1881. È stata a lungo famosa per il suo amore più importante, quello per Guido Gozzano. I due portarono avanti un celebre carteggio da cui si evince che lui non l’ha realmente amata. Gozzano, di lei, disse: “È bella, ma scrive. Le donne che scrivono sono detestabili. Se scrivono male ci irritano, se scrivono bene ci umiliano”. Lo scrittore rivela la visione secondo cui alla donna compete la bellezza, non l’intelligenza. In generale, Amalia ebbe un’infanzia triste, perse i genitori presto e venne educata rigidamente dal nonno paterno, avvicinandosi alla poesia da autodidatta.

La produzione letteraria

Pubblicò una prima raccolta, Voci di giovinezza, per affermare una propria indipendenza autoriale, ma senza successo. La fama arrivò con Vergini folli (1907), che le valse da Gabriele D’Annunzio la definizione di unica poetessa d’Italia. All’interno di quest’opera, il modello d’ispirazione è autobiografico: le “vergini folli” sono le suore del convento in cui studiò, trasfigurate poeticamente e immaginate come insoddisfatte e piene di desideri.

Scrisse anche per il teatro (Il volto dell’amore), per l’infanzia e due romanzi, tra cui La rivincita del maschio (1923), per il quale ricevette una denuncia per oltraggio al buon costume. Seguirono opere umoristiche come Il pigiama del moralista (1927) e la raccolta di novelle Tipi bizzarri. A una produzione così provocatoria corrispose una vita difficile. Dichiarata inferma di mente, morì dimenticata dal mondo intellettuale nel 1941.

Poesie di Amalia Guglielminetti: 3 da conoscere

Le seduzioni

Questo componimento, che dà il titolo alla raccolta Le seduzioni (1909), è un manifesto della sua poetica. L’analisi rivela una donna che si nutre di stimoli intellettuali (“luce”, “grazia di parola”) e non sentimentali. La scelta dell’indipendenza è consapevole e coincide con la solitudine (“perché vado sola”), ma è una solitudine fiera, illuminata da continue e auto-generate “seduzioni” intellettuali.

Colei che ha gli occhi aperti ad ogni luce
e comprende ogni grazia di parola
vive di tutto ciò che la seduce.
Io vado attenta, perché vado sola,
e il mio sogno che sa goder di tutto
se sono un poco triste mi consola.
In succo io ho spremuto ogni buon frutto.
ma non mi volli saziare e ancora
nessun mio desiderio andò distrutto.
Perciò, pronta al fervor, l’anima adora
per la sua gioia, senza attender doni,
e, come un razzo in ciel notturno, ogni ora
mi sboccia un riso di seduzioni.

Contrasto Intimo

Appartenente alla raccolta Le seduzioni (1909), questo sonetto esplora la psicologia di un amore non corrisposto o tossico, riprendendo il topos dell’odi et amo catulliano. L’analisi mostra la modernità dell’autrice nel descrivere la scissione interiore della donna, divisa tra la “martire che gode” della sottomissione e la “prigioniera che si rivolta”, anticipando temi di grande attualità.

Dove un dolente amore si nasconde
un odio sordo quivi pur s’annida;
l’uno inasprisce di sue acerbe strida
l’altro smarrito fra mal note sponde.
L’odio superbo spesso si confonde
all’amor che s’umilia e che diffida,
poi che un’eguale passione guida
entrambi, ciechi, per sue vie profonde,
V’è in noi, forse, una martire che gode
del suo martirio, ed una prigioniera
che si rivolta e le sue corde rode.
L’una vorrebbe baciar quella mano
che contr’essa si fa sempre più fiera.
L’altra avventarle un morso disumano.

La solitudine

Tratta anch’essa da Le seduzioni (1909), questa poesia eleva la solitudine a condizione esistenziale universale. L’analisi evidenzia una visione quasi leopardiana, dove ogni individuo è “un mesto viaggiatore superstite sopra uno scoglio”. L’amore non è una salvezza, ma un’illusione temporanea che, svanendo, rende ancora più acuta la percezione del “vuoto profondo” e della “non colmabil lacuna” tra gli esseri umani.

Siamo soli nel mondo: ciascun vive in mezzo a un deserto.
Nulla per noi è certo fuorché questo vuoto profondo.
E i contigui casi degli uomini, e i sogni e le cose son come ombre fumose vanenti su torbidi occasi.
Talvolta amor mezzano avvicina due solitari,
li illude un’ora e ignari e ignoti li avventa lontano.
Ciascun ch’ ami il suo orgoglio la sua verità o il suo errore è un mesto viaggiatore superstite sopra uno scoglio.
S’illude egli alle prime carezze dell’onde e del vento,
ma tosto lo sgomento dello spazio enorme l’opprime.
Né v’ha cosa più triste della non colmabil lacuna,
dell’ombra che s’aduna fosca fra chi esiste e chi esiste.

Fonte immagine di copertina: Scatto del fotografo Mario Nunes Vais su L’Enciclopedia delle donne https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/amalia-guglielminetti

Articolo aggiornato il: 28/08/2025

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