L’influenza normanna in Sicilia: come è arrivata?

L'influenza normanna in Sicilia

La storia della Sicilia, si sa, è caratterizzata da una numerosa varietà di incursioni, conquiste e dominazioni straniere. Una delle occupazioni straniere che ha influenzato maggiormente l’isola sul piano culturale è sicuramente quella svolta dai Normanni. L’influenza normanna in Sicilia è stata una delle più importanti, infatti ancora oggi è visibile e constatabile.

Storia normanna in Sicilia

In un contesto storico dove la Sicilia è stata completamente in mano agli occupanti islamici per più di un secolo, tra il X e il XI secolo, sarà proprio una crisi dei dominanti musulmani (a seguito della disfatta contro la Calabria) a determinare la decisione, presa dai bizantini, di approfittare dell’occasione e di tentare di conquistare la Sicilia e di liberarla dall’occupazione araba. L’impero bizantino inviò, dunque, Giorgio Maniace (da cui oggi prende il nome il castello Maniace di Siracusa) come generale di questa missione militare che assoldò un numeroso gruppo di mercenari provenienti dal Nord Europa: i Normanni.

Una volta che la popolazione normanna si era affacciata in Sicilia con Maniace, un paio di decine di anni dopo, nel 1061, Ruggero II d’Altavilla e il fratello Roberto il Guiscardo iniziarono l’invasione della Sicilia e la guerra arabo-normanna che durò fino al 1077 con la caduta di Mazara. Questa dominazione durò più di un secolo, arrivando fino al 1198 quando la storia normanna della Sicilia si concluse con la morte dell’ultima esponente della famiglia Altavilla di Sicilia: la nota Costanza D’Hauteville (anche se il vero ultimo re normanno di Sicilia fu Tancredi d’Altavilla, il suo predecessore). Dopo la morte di quest’ultima, il regno arrivò al figlio che sarebbe stato destinato ad entrare nella storia: Federico II di Svevia, primo della dinastia degli Hohenstaufen.

L’influenza culturale normanna

L’influenza dei normanni in Sicilia influì su qualsiasi aspetto della società: religione, arte, legge, architettura e lingua. Ovviamente una volta scacciati gli Arabi, i normanni, appoggiati fortemente dallo stato papale, cambiarono tantissimi elementi della politica dell’epoca e importarono il culto cristiano latino-gallicano aiutando il Papa a ricostruire le burocrazie clericali nell’isola che per secoli era stata musulmana. Anche a livello linguistico l’influenza dei normanni fu molto forte, donando tantissimi elementi lessicali alla lingua locale che ancora oggi esistono nel dialetto siciliano.

Una delle più grandi testimonianze della presenza normanna nell’isola è sicuramente l’architettura che con grande fortuna possiamo ancora ammirare in tantissime città della Sicilia, soprattutto nella costa settentrionale dell’isola. Alcuni esempi sono il Duomo di Cefalù, il castello di Erice, l’arco normanno di Mazara o il famoso Palazzo Normanno di Palermo che oggi è la sede dell’assemblea regionale siciliana.

L’architettura normanna è diversa dall’architettura Normanno-Siciliana poiché quest’ultima è caratterizzata da una forte influenza che viene dai precedenti occupanti della Sicilia, si mescola infatti con l’architettura Bizantina e con l’architettura araba.

Possiamo tranquillamente affermare che i normanni hanno reso la Sicilia una delle mete commerciali e culturali più importanti del Mediterraneo, favorendo un grande sviluppo in tantissime città siciliane tramite un incremento demografico e decenni di benessere per la popolazione. La Sicilia passa, dunque, da essere una provincia di periferia dell’impero islamico ad essere un demanio degli Hauteville, con la differenza che durante il dominio di questi ultimi ha vissuto un grandissimo periodo di sviluppo.

Fonte immagine: Wikimedia Commons, (Giaros)

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