Femminista, attivista, rivoluzionaria: sono solo alcuni dei termini che descrivono Lorna Simpson, fotografa di fama internazionale che nei suoi scatti affronta il tema dell’identità afro-americana, utilizzando la fotografia come strumento per combatterne gli stereotipi. Le fotografie di Lorna Simpson rappresentano una forma di lotta, che si manifesta attraverso la sua più grande passione: l’arte.
Le origini di Lorna Simpson
Lorna Simpson nasce il 13 agosto 1960 a Brooklyn, New York, in una famiglia che l’ha sempre sostenuta nella sua dedizione al mondo dell’arte. Non a caso, l’artista frequentò la High School of Art and Design di Manhattan e seguì alcuni corsi estivi presso l’Art Institute of Chicago. Durante i suoi studi, la Simpson ebbe l’opportunità di viaggiare tra Africa, Europa e America; queste esperienze le permisero di osservare l’arte da prospettive diverse, analizzando come il soggetto venisse rappresentato in culture differenti. Tornata dai suoi viaggi, Lorna decise di proseguire gli studi presso l’Università della California di San Diego, dove sviluppò uno stile del tutto innovativo. La sua carriera è oggi documentata da istituzioni di primo piano come il Museum of Modern Art (MoMA).
“Twenty Questions (A Sampler)”: tra femminismo e post-colonialismo
Tra le opere più significative di Lorna Simpson spicca Twenty Questions (A Sampler). Realizzata nel 1986, l’opera è composta da quattro fotografie e sei placche di plastica incise. L’identità del soggetto rimane sconosciuta: le foto mostrano una donna di colore ritratta di schiena, che indossa un semplice abito bianco. Le scritte incise sulle placche recitano: “Lei è bella quanto il ritratto”, “o trasparente quanto il cristallo”, “o pura quanto un giglio”, “o nera quanto il carbone” e infine “o tagliente quanto un rasoio”. La decisione dell’artista di rappresentare il soggetto di spalle non è affatto casuale: in questo modo lo spettatore, non potendo incontrare lo sguardo della donna, è spinto a focalizzarsi sul messaggio dell’opera. Attraverso queste fotografie, Lorna Simpson esplora gli stereotipi e la complessità dell’identità afro-americana, andando oltre il semplice aspetto fisico.

“Wigs” e la lotta contro gli standard di bellezza
Un’altra celebre opera di Lorna Simpson in cui il soggetto umano è assente è Wigs. L’installazione indaga il complesso rapporto che le donne di colore hanno con i propri capelli naturali. Le fotografie ritraggono diverse parrucche, che spaziano dai capelli afro alle trecce, fino ad arrivare alla parrucca bionda e liscia. Eliminando totalmente la persona dallo scatto, Lorna fa sì che lo spettatore si concentri pienamente sulla parrucca e su ciò che essa comunica. Wigs rappresenta una forte critica sociale e politica; è il modo dell’artista di denunciare gli standard di bellezza occidentalizzati, che escludono a priori ciò che è diverso, e di lottare contro una società ormai assuefatta alle discriminazioni.
Fonte Immagine in evidenza: Wikimedia Commons (Porter Hovey)

