Lost: il capolavoro di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber

Lost: il capolavoro di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Lieber

Lost: il capolavoro di J.J. Abrams, Lindelof e LieberLost è una serie tv trasmessa negli Stati Uniti dal 2004 al 2010 (in Italia dal 2005), creata da J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber. Questi ultimi due si sono affermati soprattutto grazie a Lost; J.J. Abrams, invece, la cui fama lo precede e rende superflua ogni presentazione, aveva alle spalle già serie tv di successo (Alias, Felicity, Fringe, Person of interest, solo per citarne alcune).

Riconoscimenti e costi di produzione

Chi conosce Abrams sa che ogni sua serie scala la vetta degli ascolti e tiene incollati milioni di telespettatori allo schermo. Lost è senza dubbio il suo capolavoro e, eletta come ventisettesima serie meglio scritta nella storia della televisione, ha registrato ben sedici milioni di telespettatori sin dalle prime puntate. Ha ricevuto anche diversi premi e riconoscimenti (Golden Globe, Emmy Haward) e ha influenzato e ispirato videogiochi, libri (Totally Lost di Mauro de Marco) e alternate reality game (The Lost Experience, Find 815, Lost University).

Lost rientra tra le produzioni più costose (12 milioni di dollari ci sono voluti solo per realizzare il pilot), soprattutto a causa della scelta della location: l’isola di Oahu (Hawaii).

Lost di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber: la trama in breve

2004, 22 settembre. Un aereo in partenza da Sidney e diretto a Los Angeles si schianta su un’isola deserta e i sopravvissuti si accampano e cercano di sistemarsi al meglio in attesa dei soccorsi. Il tanto sperato intervento di salvataggio tarda ad arrivare, nonostante il trascorrere dei giorni, e i superstiti si ritrovano su quell’isola misteriosa e ricca di fascino più del previsto.

Tanti i personaggi, alcuni resteranno fino alla fine, altri andranno via e tutti ruotano intorno a quelli principali: il dottore Jack Shepard (il bel Mattew Fox), l’affascinante truffatore James Ford, conosciuto come Sawyer (Josh Holloway), Kate Austen (la bellissima Evangeline Lilly, interprete dell’elfo Tauriel ne Lo Hobbit), l’iracheno Sayd (Naveen Andrews), Hugo (Jorge Garcia), l’enigmatico John Lock (Terry O’Quinn), Claire, la biondina incinta di sette mesi (Emilie de Ravin), la rock star Charlie (Dominic Monaghan), Jin e Sun (Daniel Dae Kim e Yunjin Kim), Michael e suo figlio Walt (Harold Perrineau e Malcom David Kelly), Boone (un giovanissimo Ian Somerhalder, oggi meglio conosciuto come Damon Salvatore nella saga The Vampire Diaries) e la sua sorellastra Shannon (Maggie Grace).

Quando una serie tv crea dipendenza

Tutto funziona in Lost: l’isola sperduta e misteriosa; i flashback che ci portano costantemente indietro nel tempo e ci permettono di conoscere a fondo i personaggi, di studiarli, di accompagnarli quando combattono con i fantasmi del passato, di capire chi sono stati, chi sono adesso, chi vogliono diventare; gli amori che nascono, le amicizie, i tradimenti.

Lost è come una droga, una volta che cominci a guardarlo non riesci più a smettere, anche quando diventa pazzesco; quell’isola ha il potere di trascinarti con sé e non lasciarti andare, fin quando non hai esaurito ogni domanda, avuto tutte le risposte, fin quando non ti rendi conto che le domande non finiranno mai ma smetterai di chiedere le risposte perché quelle devono cercarle i personaggi da soli, devi cercarle tu con loro.

Quella di Lost non è solo una storia di superstiti che vogliono tornare a casa ma riguarda il viaggio interiore di ogni personaggio, che tra eventi inspiegabili, scoperte che lasciano di stucco, confessioni, tradimenti si trovano a vivere una parte della loro vita, quella più assurda e importante.

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A proposito di Claudia Esposito

Per ora ho una laurea in Filologia Moderna, un inizio di precariato nell'insegnamento e tante passioni: la lettura, la scrittura, le serie tv americane, il fitness, il mare, i gatti.

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