Gruppi anni 80, la musica che non passa mai di moda

Gruppi anni 80

La storia della musica è ricca di artisti e canzoni che hanno segnato un’epoca. Alcune epoche restano però più di altre impresse nella memoria, è il caso dei favolosi anni 80.  Possiamo infatti affermare senza indugio che, soprattutto dal punto di vista musicale, questo decennio ha lasciato il segno in quanto ha visto emergere ed affermarsi numerosi musicisti divenuti poi icone a livello mondiale; in particolare molte band, alcune ancora in voga oggi. Impossibile nominarle tutte, ma proviamo qui a proporre una selezione dei gruppi anni 80 che più hanno fatto parlare di sé.

Gruppi anni 80 – una riflessione

Cosa resterà di questi anni 80 (e della musica anni 80)?

Sul finire degli anni ’80, in una sua famosa canzone, Raf si chiedeva cosa sarebbe rimasto di questo decennio. Sotto il profilo musicale questo decennio ha lasciato decisamente molto. Erano gli anni dell’esplosione della musica new wave. Una “nuova onda” musicale andava affermandosi con la nascita di innumerevoli gruppi, passati poi alla storia. Come non ricordare ad esempio gli Eurythmics, il duo britannico formato da Annie Lennox e dal chitarrista e polistrumentista David A. Stewart – attivo dal 1980 al 1989 e, successivamente, dal 1999 al 2005 – che insieme ad altri nomi importanti hanno definito la scena synth pop.

Gli Eurythmics pubblicarono il loro primo album nel 1981, ma raggiunsero l’apice del successo solo nel 1983 con il singolo Sweet Dreams (Are Made of This), estratto dall’omonimo album. Seguirono altre hit come Here Comes the rain again – contenuta nel disco Touch, uscito sempre nel 1983 – che consacrarono definitivamente il duo. Il quarto album, Be Yourself Tonight, pubblicato nel 1985, seppur meno innovativo rispetto ai precedenti, dominò le classifiche anglofone, grazie soprattutto ai singoli Would I Lie To You? (top 5 in USA), There Must Be an Angel (Playing with My Heart) (con Stevie Wonder all’armonica), It’s Alright (Baby’s Coming Back) e Sisters Are Doin’ It For Themselves, con Aretha Franklin.

In seguito alla pubblicazione di altri tre album Revenge (1986), Savage (1987) e We Too Are One del 1989, gli Eurythmics si separano; una pausa durata circa dieci anni.

Dopo una parentesi da solista, la Lennox si riunisce con Stewart nel 1999 in occasione dei Brit Awards, dove ricevettero il premio alla carriera e si esibirono per la prima volta insieme dopo anni. Seguì la pubblicazione di un nuovo album, Peace, preceduto dal singolo I Saved the World Today, che segnò il ritorno del duo nella top ten degli album più venduti nel Regno Unito.

Peace è stato l’ultimo album di inediti degli Eurythmics. A parte le raccolte Ultimate Collection e Boxed, uscite nel 2005, infatti,  da allora Annie Lennox e Dave Stewart  non hanno più collaborato insieme a progetti discografici.

Sempre restando nell’ambito del  synth pop, negli anni 80, tra gli altri, si distinsero i norvegesi A-ha. Formatisi nel 1982, salirono alla ribalta qualche anno più tardi,  nel 1985, col brano Take on Me, di cui si ricorda anche il videoclip animato, diretto da Steve Barron.

Gli A-ha hanno venduto oltre 100 milioni di dischi e, dopo gli svedesi ABBA, sono la più grande band scandinava di tutti i tempi, nonché uno dei gruppi di maggior successo del mondo. Il loro concerto a Rio de Janeiro del gennaio 1991 ha detenuto fino al 2017 il guinness dei primati come concerto con pubblico pagante più affollato della storia: erano presenti ben 198.000 persone.

Dopo un lungo periodo di attività, durato dal 1982 al 2010, il gruppo si è concesso una pausa per poi riunirsi nel 2015. Sono tuttora attivi. In totale hanno pubblicato 18 album, 10 in studio, 4 live e 4 raccolte.

Altro gruppo synth pop/rock che ottenne gran consenso negli anni 80 è quello dei tedeschi Alphaville, che inizialmente si chiamavano Forever Young, divenuto poi il titolo di uno dei loro più grandi successi, una delle canzoni più “coverizzate” della storia.

Gruppi anni 80, altri indimenticabili 

Forever Young, insieme al singolo di debutto della band, Big in Japan, e ad altri singoli quali Sounds Like a Melody, la hit internazionale Dance with me, Romeos Summer Rain e Misteries of Love, sono tra i maggiori successi che si ricordano del gruppo tedesco.

La formazione negli anni ha visto vari cambiamenti, l’ultimo nel 2003 quando Bernhard Lloyd lasciò ufficialmente il gruppo. Dopo l’abbandono di Lloyd il gruppo era così composto: Marian Gold (voce), David Goodes (chitarra) Jakob Kiersch (batteria) Maya Kim (basso), Martin Lister (tastiera). Quest’ultimo è poi scomparso improvvisamente nel 2014.

L’ultimo album degli Alphaville risale al 7 aprile 2017: Strange Attractor, il loro 8° album in studio, uscito anche in vinile, anticipato dal singolo “Heartbreak City”.

Cambiando genere, altro gruppo di spicco di questo decennio sono stati gli Europe, tra i massimi esponenti dell’hard & heavy. Formatasi nel 1982, la band ha venduto oltre 50 milioni di dischi in tutto il mondo, in più di 30 anni di attività.

Il successo arriva nel 1984 con il secondo album Wings of Tomorrow, ma la fama a livello mondiale viene raggiunta solo nel 1986 con il terzo album The Final Countdown; l’omonimo singolo divenne una hit, ancora conosciuta oggi.

Attivi fino al 1993, si sono poi riformati nel 1999 e sono ancora oggi sulla scena musicale. Nel 2017 hanno pubblicato il loro undicesimo album in studio, Walk the Earth, prodotto da Dave Cobb e registrato negli Abbey Road Studios‘ di Londra.

New Romantic: Duran Duran vs Spandau Ballet

Capitolo a parte merita la storica rivalità musicale tra i Duran Duran e gli Spandau Ballet, massimi esponenti del New Romantic, un particolare sottogenere della musica new wave e synthpop che cominciò a svilupparsi nei primi anni Ottanta, principalmente in Gran Bretagna.

I precursori di questo genere sono stati proprio i Duran Duran , capitanati da Simon Le Bon, idolo dei ragazzi e, soprattutto, delle ragazze, non solo per il suo talento ma anche per la sua bella presenza. Formatisi a Birmingham nel 1978, i Duran Duran hanno venduto oltre 185 milioni di dischi in tutto il mondo e piazzato oltre venti singoli nella Billboard Hot 100, nonché una trentina nella Top 40 del Regno Unito. Tra i loro brani più famosi: Hungry Like the Wolf, Save a Prayer, A View to a Kill, The wild boys e Notorious.

Pionieri anche nell’uso di video musicali all’avanguardia, i Duran Duran sono stati inoltre i principali artefici della cosiddetta “seconda invasione britannica”, espressione con la quale ci si riferisce a gruppi e artisti britannici che, nel corso degli anni ‘80, entrarono nelle classifiche statunitensi, di solito chiuse alla musica proveniente dall’estero.

Ancora, i Duran Duran sono stati tra i primi artisti pop a lavorare autonomamente sui propri brani elaborando arrangiamenti complessi e multistrato prima della diffusione dei sintetizzatori digitali e del campionamento musicale, che rese questo genere di arrangiamenti più semplici da usare.

Al quartetto inglese in Italia è stato dedicato anche un film:“Sposerò Simon Le Bon”, che attesta la fama mondiale del gruppo.

Quando si parla dei Duran Duran è inevitabile finire a parlare dei loro diretti “rivali”, ovvero gli Spandau Ballet. Fondato a Londra sul finire degli anni ’70 dai fratelli Gary e Martin Kemp, rispettivamente chitarrista e bassista, il gruppo includeva anche il batterista John Keeble e il cantante Tony Hadley, mentre al sax e alle percussioni c’era Steve Norman.

Come i Duran Duran, anche gli Spandau, soprattutto ad inizio carriera, erano considerati esponenti del synthpop e del New Romantic. Successivamente maturarono uno stile molto più raffinato, principalmente pop, a tratti rock, spiccatamente soul nelle melodie vocali e nell’uso del sax.

Tra le hit di maggior successo del gruppo inglese ricordiamo Gold, True, Through the Barricades.

La storia degli Spandau inizia nel 1976, ma il successo internazionale arriva solo nel 1983 con la pubblicazione del terzo album, True, caratterizzato da un sound più maturo e contemporaneo. L’attività degli Spandau con la formazione originaria è durata fino al 1990. Nel 2009, con l’entrata di un nuovo cantante, Ross William Wild, il gruppo ha fatto ritorno sulle scene, pubblicando un nuovo album, Once More.

In totale, nel corso della loro carriera, gli Spandau hanno pubblicato 15 album, 8 in studio, 1 live e 7 raccolte.

Gruppi anni ’80: gli intramontabili

La lista dei gruppi anni ’80 è davvero lunga ed è difficile operare una selezione. Esistono alcuni nomi però che non possono restare fuori, come i Police. Il gruppo di Sting, Andy Summers e Stewart Copland si è distinto sin dagli esordi per qualità e particolarità. I Police rappresentavano un mix di rock, punk, reggae e jazz.  Sono ritenuti i leader della seconda british invasion degli anni ottanta negli Stati Uniti.

Formatisi a Londra nel 1977, sono diventati popolari tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta. In particolare, fu la hit Roxanne, pubblicata nel febbraio del 1979 a donargli la fama. Da allora i Police hanno inanellato una serie di successi, scalando le classifiche con i loro singoli e album. In totale, nel corso della loro carriera, hanno venduto circa 75 milioni di dischi e sono stati premiati con sei Grammy Awards. Inoltre, nel 2010, sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

Nonostante la loro attività musicale sia cessata (si sciolsero nel 1986; riunitisi nel 2007 per un tour mondiale si sono poi sciolti definitivamente nel 2008), canzoni come Message in a Bottle, Walking on the Moon, Don’t Stand So Close to Me, De Do Do Do, De Da Da Da e Every Breath You Take, hanno lasciato il segno e ancora oggi sono ascoltate e trasmesse in radio.

Altro gruppo degli anni ’80 non più attivo, come i Police, ma di grande spicco negli anni ‘80/’90 è quello dei R.E.M  (R.E.M sta per Rapid Eye Movement, fase del sonno in cui si sogna) di Michael Stipe, nato ad Athens (Georgia) il 5 aprile 1980.

Esponenti del “rock alternativo” del binomio “anni 80 musica” (definito college rock negli Stati Uniti), i R.E.M sono riconosciuti come uno dei gruppi che ha maggiormente influenzato la musica underground e indie degli Stati Uniti.  Tuttora, seppur abbiano cessato la loro attività musicale nel 2011, il gruppo americano continua ad essere fonte d’ispirazione per moltissime formazioni, etichette e scene musicali.

I R.E.M hanno all’attivo ben 28 album, di cui 15 in studio, 3 live e 10 raccolte. In trent’anni di carriera hanno venduto circa 85 milioni di dischi.

Il quadro di questo decennio sarebbe incompleto senza inserire anche i Queen. Nonostante si siano formati nel 1970 e abbiano prodotto i loro maggiori capolavori in quella decade, i Queen di Freddie Mercury sono stati protagonisti anche negli anni ‘80, soprattutto con i loro monumentali live (707 in 26 nazioni dal 1971 al 1986). I loro concerti, animati dal loro carismatico leader, erano dei veri e propri spettacoli teatrali.

Nel 1981 viene pubblicata la loro prima raccolta, Greatest Hits, che risulta il disco più acquistato in assoluto in Inghilterra, con oltre sei milioni di copie vendute, preceduto solo da Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles che ha venduto più di 25 milioni di copie in tutto il mondo.

Complessivamente i Queen hanno venduto in carriera circa 300 milioni di dischi e hanno avuto una forte influenza sulle generazioni e sui musicisti successivi.  Nel 2001 la band è stata inclusa nella Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland e, nel 2004, nella UK Music Hall of Fame.

Dopo la morte di Mercury, avvenuta il 24 novembre 1991, e il ritiro di Deacon nel 1997, la produzione musicale della band subì un rallentamento. Brian May e Roger Taylor continuarono però a suonare insieme, fino a formare con Paul Rodgers, a partire dal 2005, i Queen + Paul Rodgers. L’esperienza con Rodgers è però terminata nel 2009. I Queen sono ripartiti nel 2011 con un nuovo cantante, Adam Lambert, ancora oggi voce dello storico gruppo.

Tra le band intramontabili non possiamo non inserire anche i mitici Dire Straits, gruppo rock britannico fondato nel 1977 da Mark Knopfler (voce, chitarra e autore di tutti i brani) insieme al fratello David Knopfler (chitarra), a John Illsley (basso) e a Pick Withers (batteria).

In un’epoca in cui dominavano new wave e disco music, la band britannica riuscì ad imporre il proprio stile rock contraddistinto da un’ampia gamma di influenze musicali: country, folk, jazz e rock progressivo.

La loro musica rispecchiava il loro atteggiamento: sobrio e modesto, lontano dallo stereotipo delle rockstar.

Complessivamente in carriera i Dire Straits hanno venduto oltre 120 milioni di copie, con nove album, di cui tre dal vivo. L’attività musicale dei Dire Straits si è conclusa nel 1995, da allora Mark Knopfler ha preferito concentrarsi sulla propria carriera solista. Tuttavia capolavori come Sultans of Swing, Tunnel of love, Romeo and Juliet, Money for nothing, Walk of life, So far away, solo per nominarne alcuni, possono considerarsi eterni.

Stesso discorso vale per i The Cure di Robert Smith, gruppo musicale post-punk inglese, i cui esordi risalgono al 1976, in piena esplosione new wave. La band, la cui formazione è variata nel corso degli anni, ha raggiunto l’apice del successo tra la metà e la fine degli anni ottanta, in particolare grazie ai singoli Close to Me e Lullaby, tratti, rispettivamente, da The Head on the Door del 1985 e Disintegration del 1989. Il loro album più venduto è la raccolta Standing on a BeachThe Singles 1978-1985 del 1986, che solo in America ha venduto più di due milioni di copie.

I Cure, attivi ancora oggi, hanno pubblicato la bellezza di 27 album in carriera, di cui 13 in studio, 4 live e 10 raccolte. Ben 12 dei loro album e 11 singoli sono entrati nella Top Ten tra Regno Unito, Stati Uniti d’America e Italia. Tra gli album più significativi della loro carriera spiccano Faith del 1981, Pornography del 1982 e Disintegration del 1989.

Veniamo ad un’altra delle più importanti band musicali anni 80, tutt’oggi macinatrice di successi: gli U2.

Nato a Dublino nel 1976 il gruppo irlandese composto da Paul David Hewson, in arte Bono (cantante), David Howell Evans in arte The Edge (chitarrista), Adam Clayton (bassista) e Larry Mullen Jr. (batterista), ha venduto più di 170 milioni di dischi ed è ancora oggi tra le band più rappresentative del panorama rock.

Oltre che per la qualità della loro musica gli U2 si sono distinti negli anni anche per il loro impegno umanitario. Il leader Bono Vox, dotato di grandi capacità comunicative oltre che vocali, è infatti sempre in prima linea per nobili cause e da tempo coinvolge il gruppo in iniziative volte ad aiutare in particolare i Paesi del Terzo Mondo.

Nel 2005 gli U2 hanno festeggiato 25 anni di attività, traguardo che gli è valso l’introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel corso della loro carriera hanno ricevuto il maggior numero di Grammy Awards per un gruppo: 22 premi. Inoltre, hanno vinto 2 Golden Globe ed ottenuto 2 nomination ai Premi Oscar. Sono l’unica band al mondo ad avere occupato la vetta statunitense della Billboard Chart per 4 decenni consecutivi ed aver ottenuto con il loro U2 360º Tour il record di spettatori (7.272.046 in 110 date) e di incassi (736.421.584 dollari) per un tour musicale. Infine, sono tra i pochi gruppi internazionali ad aver sempre mantenuto la propria formazione originale.

Nel gruppo degli intramontabili includiamo anche una band simbolo degli anni ’80, i Depeche Mode di Dave Gahan.

Gahan e compagni fanno la loro comparsa sulla scena synth pop inglese agli inizi degli anni ’80. Col tempo, abbracciando più generi musicali con l’uso dell’elettronica (dal pop rock alla dance alternativa, passando per la new wave), hanno accresciuto la loro fama. Quella dei Depeche Mode è una carriera trentennale, costellata di successi. In totale hanno venuto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo e ancora oggi sono uno dei gruppi più influenti della storia della musica elettronica. La loro Enjoy the Silence è stata oggetto di diverse cover da parte di altri artisti, così come un altro loro classico, Personal Jesus.

Concludiamo questa carrellata di gruppi anni ’80 con due tra le band più rappresentative della scena rock contemporanea: i Bon Jovi e i Red Hot Chili Peppers, entrambe formatesi nel 1983.

I Bon Jovi, composti attualmente da Jon Bon Jovi (voce), David Bryan (tastiere), Tico Torres (batteria), Hugh McDonald (basso) e Phil X (chitarra), hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo del movimento Hair Metal, emerso negli anni ottanta. Molte delle loro canzoni sono divenute dei classici del rock e hanno rappresentato dei veri e propri inni generazionali, ad esempio: Livin’ on a Prayer, You Give Love a Bad Name, Wanted Dead or Alive, Bad Medicine, Keep the Faith, Bed of Roses, Always, e It’s My Life.

In totale i Bon jovi hanno pubblicato quindici album in studio, vendendo oltre 135 milioni di dischi in tutto il mondo, di cui 65 milioni solo negli Stati Uniti. Numerosi anche i riconoscimenti attribuiti alla band: sono stati introdotti nella UK Music Hall of Fame nel 2006; nel 2004 il gruppo ha ricevuto un “Award of Merit” (“Premio di merito”) agli American Music Awards; inoltre, il leader Jon Bon Jovi e Richie Sambora, come autori, sono stati introdotti nella Songwriters Hall of Fame nel 2009. Infine, nel 2018 la band è stata introdotta nella Rock and Roll Hall of Fame.

I Red Hot Chili Peppers (o RHCP in breve) di Anthony Kiedis si sono distinti per aver mescolato con maestria vari generi, in particolare funk, rap, hard rock, punk rock e successivamente alternative rock e pop rock. Hanno venduto più di 80 milioni di dischi nel mondo, di cui 33 milioni nei soli Stati Uniti. Detengono il record per il maggior numero di singoli al primo posto della Alternative Songs, classifica stilata dalla rivista Billboard. Nel 2012 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame. Nei loro testi, perlopiù scritti dal leader Kiedis, hanno affrontato e affrontano diversi argomenti quali l’amore,  l’amicizia, l’angoscia adolescenziale, il sesso, la droga, la solitudine, nonché  tematiche politiche e sociali.

Di recente i “Peperoncini Piccanti” hanno annunciato che il 15 marzo 2019 suoneranno alle Piramidi d’Egitto e, per la gioia dei fan, che uscirà un nuovo album.

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Fonte immagine per l’articolo Gruppi anni 80: Wikipedia

A proposito di Antonella Sica

Napoletana, laureata in Comunicazione pubblica, sociale e politica alla Federico II. Giornalista pubblicista; appassionata di musica, sport, attualità, comunicazione. Ama scrivere, fotografare, creare lavorando all'uncinetto e a punto croce. Realizza bijoux a crochet utilizzando anche materiale di riciclo.

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